AGI – I disturbi legati al mal di testa interessano circa 3 miliardi di persone nel mondo, quasi una persona su tre, e nel 2023 hanno contribuito in modo sostanziale alle perdite di salute globali, posizionandosi al sesto posto tra le principali cause di disabilità. Lo rivela uno studio, condotto da ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme), e della Norwegian University of Science and Technology (Ntnu), riportato su ‘The Lancet Neurology’. La ricerca ha esaminato la perdita di salute, misurata in anni vissuti con disabilità o Yld, dovuta a emicrania, cefalea di tipo tensivo e cefalea da abuso di farmaci.
Le differenze di genere sono significative, con le donne che riportano una perdita di salute correlata al mal di testa superiore a quella degli uomini, e trascorrono una porzione maggiore della vita con sintomi dolorosi. L’emicrania emerge come la principale causa di disabilità tra le cefalee, pur essendo la cefalea tensiva la forma più comune. Inoltre, l’abuso di analgesici contribuisce in modo rilevante al carico globale di mal di testa, evidenziando opportunità per una gestione del dolore più sicura e migliore accesso alle cure. Il quadro globale non mostra cambiamenti significativi nell’incidenza da 30 anni, suggerendo che le cause di fondo restano stabili e che interventi efficaci richiedono strategie preventive e terapeutiche sostenute a livello internazionale.
L’urgenza di interventi e cure primarie
I risultati evidenziano che gran parte del carico globale di cefalea è prevenibile, in particolare affrontando l’abuso di farmaci. I ricercatori sottolineano l’urgente necessità di integrare i servizi per la cefalea nell’assistenza primaria, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito e migliorare l’accesso a cure adeguate e alla formazione sull’uso sicuro dei farmaci per ridurre la perdita di produttività e migliorare la qualità della vita.



