AGI – Allargare la rimborsabilità dei farmaci anti-obesità, che si sono rivelati molto efficaci non solo contro il diabete, ma anche nel proteggere il cuore, a chi ha problemi cardiaci oltre l’eccesso ponderale. È questo l’appello lanciato dagli esperti della Società italiana di cardiologia (Sic), riuniti a Roma per l’86esimo Congresso nazionale. L’obesità, sottolineano gli scienziati, svolge un ruolo centrale nel rischio di patologie cardiache.
“L’obesità – spiega Perrone Filardi, presidente Sic e direttore del dipartimento di Scienze biomediche avanzate dell’Università Federico II di Napoli – provoca oltre 20mila decessi l’anno per problemi cardiovascolari, pari al 10 per cento delle 220mila morti per patologie del cuore che ancora si registrano ogni anno in Italia. A livello globale si stimano circa 2 milioni di decessi attribuibili a un indice di massa corporea elevato. In aggiunta, la mortalità per malattie cardiache ischemiche correlate al peso in eccesso è più che triplicata negli ultimi 15 anni”. Problematiche cardiovascolari come scompensi e fibrillazione affliggono quattro italiani su dieci tra le persone con sovrappeso o obesità.
Uno stile di vita sano è la migliore prevenzione
Il peso in eccesso – aggiunge Gianfranco Sinagra, presidente eletto della Società italiana di cardiologia e direttore della Scuola di specializzazione e della Struttura complessa di Cardiologia dell’Università di Trieste – deve essere considerato un nuovo target terapeutico per la prevenzione delle malattie cardiache. Proprio in ragione dell’efficacia di questi farmaci, che possono ridurre il rischio di eventi cardiovascolari fino al 40 per cento, è fondamentale aprire alla loro rimborsabilità nei pazienti cardiopatici. È importante precisare, però, che non si tratta di un dimagrante estetico. L’estensione della rimborsabilità dei farmaci contro il peso in eccesso dovrebbe limitarsi alla categoria prioritaria delle fasce a rischio, e non dovrebbe trasformarsi in una spinta a utilizzarli come una scorciatoia per la perdita di peso. I cambiamenti nello stile di vita e nell’alimentazione, sottolineano i ricercatori, devono rimanere la forma principale di prevenzione primaria.
Il contrasto all’obesità e gli strumenti farmacologici
Il contrasto all’obesità – sottolinea Francesco Barillà, Presidente della Fondazione Il Cuore Siamo Noi della Società italiana di cardiologia – deve iniziare fin da piccoli, dato che l’Italia ha il tasso di incidenza di obesità infantile più elevato a livello europeo”. “L’obesità rappresenta una condizione dilagante – conclude Filardi – con proiezioni davvero preoccupanti per i prossimi decenni. Di fronte a una sfida epidemiologica come questa, includere gli strumenti farmacologici per il controllo del peso è fondamentale anche dal punto di vista etico.



