AGI – Aumentare “il livello di convergenza su temi che toccano gli interessi vitali” dell’Ucraina e dei suoi partner europei, “come la definizione di solide garanzie di sicurezza e l’individuazione di misure condivise a sostegno dell’Ucraina e della sua ricostruzione“. E porre l’accento “sull’importanza dell’unità di vedute tra partner europei e Stati Uniti” per il raggiungimento di una pace giusta e duratura. Con questi due obiettivi la premier Giorgia Meloni si è collegata alla riunione dei ‘Volenterosi‘ di ieri.
Dopo le tensioni tra Bruxelles e Washington, la premier rilancia il suo ruolo di ‘pontiere‘ e ribadisce la necessità di conservare compattezza. L’Europa se “vuole essere grande deve essere capace di difendersi da sola“, aveva detto la premier nella sua intervista al Tg La7.
All’incontro di Londra erano presenti Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz e Volodymyr Zelensky, che dopo una tappa a Bruxelles (dove vedrà il segretario generale della Nato Mark Rutte, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen) è volato in Italia per incontrare oggi a Palazzo Chigi, proprio la presidente del Consiglio.
Il sostegno a Kiev
“Oggi abbiamo tenuto una discussione approfondita sul nostro lavoro diplomatico congiunto con la parte americana, abbiamo concordato una posizione comune sull’importanza delle garanzie di sicurezza e della ricostruzione e abbiamo concordato i prossimi passi“, ha scritto sui social il presidente ucraino, al quale la premier ricorderà che in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri entro fine anno arriverà sul tavolo dell’esecutivo il decreto che proroga gli aiuti militari a Kiev. “Si farà”, ha detto Giorgia Meloni la scorsa settimana in Bahrein.
Il dibattito sugli aiuti militari
Insomma, la linea del sostegno non cambia, nonostante le perplessità manifestate dalla Lega e ribadite anche oggi in un’intervista dal leader Matteo Salvini. “La nostra lealtà alla maggioranza è indiscutibile, proprio per questo dopo 12 pacchetti di armi e 19 di sanzioni è giusto riflettere. E la corruzione che sta emergendo in Ucraina, con uomini vicini a Zelensky che si arricchivano mentre mandavano migliaia di ragazzi a morire al fronte, non può lasciarci indifferenti”, ha spiegato il vicepremier. “Il decreto armi per l’Ucraina, da usare sul proprio territorio, si farà”, ha ribadito anche Antonio Tajani.
L’impegno dell’esecutivo per Kiev si misura anche con la fornitura di generatori di corrente. Era stata la premier a ricordare come in uno degli ultimi summit il presidente ucraino aveva chiesto aiuto. “Ci sono delle aziende italiane che producono dei generatori di dimensione sufficiente, perché – aveva argomentato – noi sappiamo che la Russia predilige attaccare le infrastrutture strategiche che servono alla popolazione civile. Chiaramente l’inverno peggiora la situazione” e quindi ci stiamo dedicando per esempio anche a questo elemento per aiutare la popolazione civile“.
Anche la Farnesina si è adoperata in questi mesi per garantire le forniture di elettricità e il riscaldamento agli ucraini. L’inviato speciale italiano per la ricostruzione dell’Ucraina nei giorni scorsi con il ministro delle Finanze Marchenko e il vice ministro dell’Energia Andarak ha discusso del pacchetto di aiuti in corso di preparazione a sostegno della resilienza energetica a Kiev, rilanciando gli impegni annunciati dal ministro degli Esteri Tajani alla Conferenza sulla ricostruzione di Roma dello scorso luglio, oltre al capitolo delle donazioni delle aziende private coordinate dal Maeci insieme alla Protezione civile.
L’inviato speciale dell’Italia per la ricostruzione in Ucraina
Nella missione nella capitale ucraina l’inviato speciale per la ricostruzione dell’Ucraina, Davide La Cecilia, ha partecipato allo Steering Committee della piattaforma dei donatori, tenutosi alla presenza della prima ministra Svyrydenko e presieduto dal ministro Marchenko assieme ai rappresentanti di Ue, Usa e della presidenza G7 canadese. Nell’incontro sono state quattro le priorità affrontate: avanzamento delle riforme e lotta alla corruzione, resilienza delle infrastrutture critiche, in particolare quelle energetiche, stabilità macro-finanziaria del paese e partecipazione del settore privato alla ricostruzione.
I donatori hanno ribadito, secondo quanto si apprende, la necessità che l’Ucraina prosegua sulla strada delle riforme per l’adesione all’Ue, anche nel settore della legalità, senza far registrare ulteriori battute d’arresto, rafforzando la governance delle imprese statali e sostenendo il mandato delle agenzie anti-corruzione Nabu e Sapo.



