AGI – Re Carlo festeggia oggi il suo 77esimo compleanno. Quello vero, perché quello ufficiale è già stato celebrato il secondo sabato di giugno, come da tradizione per tutti i monarchi britannici. Per l’occasione, Carlo III è in visita in Galles. E Country Life gli ha dedicato la copertina, con un servizio sul restauro dei giardini di Sandringham.
Ma difficilmente il re sarà nello spirito per onorare il genetliaco come si dovrebbe. Intanto deve ancora combattere con il cancro che lo ha colpito. E poi c’è lo scandalo che ha travolto il fratello Andrea per i suoi legami con il pedofilo e uomo d’affari americano Jeffery Epstein e che continua a tenere banco sulla stampa britannica. Ancora più dopo gli ultimi documenti divulgati dai democratici al Congresso americano che, tra l’altro, confermerebbero la veridicità della foto di Andrea con la sua grande accusatrice Virginia Giuffre, morta suicida. Il fratello del re ha più volte sostenuto si trattasse di un falso.
La reazione del Re allo scandalo
Il sovrano ha agito con decisione privando Andrea di tutti i titoli, compreso quello di principe, e gli appannaggi di cui godeva. L’affaire sembra tutt’altro che chiuso, ma paradossalmente ha contribuito a rafforzare l’immagine del re come difensore della Corona e dell’immagine della Gran Bretagna.
Il bilancio del regno
E dopo tre anni dalla morte della madre Elisabetta, di cui è stato per un tempo lunghissimo delfino, il bilancio del suo regno è tutt’altro che negativo. Qualche maligno dice che le aspettative erano talmente basse che Carlo ha avuto gioco facile. Ma a ben guardare, il re è silenziosamente ritagliato un ruolo di raffinato diplomatico che ha contribuito a disinnescare alcune potenziali bombe nel rapporto con gli Stati Uniti di Donald Trump, tenendo fermo allo stesso tempo il prestigio e i principi della Gran Bretagna.
Le mosse diplomatiche
Per compiacere Trump, lo ha invitato per la seconda volta in visita di Stato in Gran Bretagna. Ma lo ha ricevuto in Scozia e non a Londra dove l’accoglienza popolare avrebbe potuto non essere delle migliori. E non ha mancato di mostrare solidarietà a due leader finiti nel mirino del capo della Casa Bianca: il premier canadese Mark Carney e il presidente ucraino Volodymir Zelensky. Dunque Carlo è andato in Canada, di cui formalmente è ancora capo dello Stato, nel pieno dell’offensiva Trump sui dazi. E ha ospitato Zelensky dopo che Trump e il suo vice Jd Vance lo avevano strapazzato alla Casa Bianca. E lo ha invitato di nuovo a giugno e poche settimane fa, proprio mentre Trump bacchettava il leader di Kiev per la sua resistenza ad accettare una resa a Vladimir Putin.
La pacificazione religiosa
Ultimo capolavoro diplomatico, la preghiera in Vaticano con papa Leone XIV, a segnare la pacificazione tra Chiesa Anglicana e Chiesa Cattolica dopo cinque secoli.



