mercoledì, Novembre 12, 2025
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Il naufragio dei quotidiani. Vendite in calo di oltre un terzo in 4 anni

AGI – Vendite dei quotidiani in caduta libera, in calo di oltre il 30 per cento in appena quattro anni. Ma i (sempre meno) lettori non ‘migrano’ sul digitale che seppure in modo più contenuto, si accoda alla discesa dei ‘cugini’ cartacei. Né si spostano davanti alla tv. Gli ascolti del settore televisivo, infatti, registrano una lieve flessione. 

Diminuiscono poi gli utenti complessivi delle piattaforme online mentre si salvano i contenuti “on demand‘ a pagamento.  Non è certo rassicurante il quadro sull’editoria in Italia che emerge dall’Osservatorio sulle comunicazioni di Agcom.

Il naufragio dei quotidiani 

Anche i primi sei mesi del 2025 si rivelano difficili per i quotidiani: prendendo in esame le copie complessivamente vendute sul territorio nazionale, pari a 220 milioni di unità (circa 1,4 milioni di copie medie giornaliere da gennaio a giugno), si osserva una flessione su base annua del 7,1% e del 29,6% rispetto al primo semestre del 2021. È quanto rileva l’Osservatorio sulle comunicazioni di Agcom, sottolineando come le testate che riportano prevalentemente notizie di interesse nazionale registrino una riduzione più contenuta su base annua rispetto a quelli con notizie prevalentemente locali (-6,2% a fronte di -8,3%).

Le copie complessivamente vendute in formato cartaceo, pari a 186,6 milioni (1,2 milioni di copie giornaliere), si sono ridotte su base annua del 7,8% (risultavano 202,4 milioni nei primi sei mesi del 2024) e del 31,5% rispetto al primo semestre del 2021 quando ne venivano vendute complessivamente 272,4 milioni (con una media giornaliera di circa 2 milioni di copie giornaliere).

I quotidiani in formato digitale 

Dinamica simile, sebbene più contenuta, si può constatare con riferimento ai quotidiani venduti in formato digitale (copia replica della versione cartacea) che registrano una contrazione in termini di copie complessive confrontando il primo semestre del 2025 con quello dell’anno precedente di 2,9% e del 16,6%, considerando un orizzonte temporale di cinque anni (primi sei mesi del 2021).

 La distribuzione delle copie digitali fra i singoli quotidiani è più concentrata rispetto a quella cartacea. Infatti, nel primo semestre del 2025, le prime cinque testate in termini di copie digitali (Corriere della Sera, Il Gazzettino, Il Sole 24Ore, La Repubblica, La Stampa) rappresentano oltre il 61% delle copie complessivamente vendute, mentre, se si considerano le copie cartacee delle prime cinque testate (in questo caso Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, La Repubblica, Avvenire e La Stampa) si raggiunge una quota del 33% sul totale delle vendite dei quotidiani in tale formato.    

I giornali ‘generalisti’ 

Analizzando i quotidiani per ‘generi’ editoriali, i principali cinque quotidiani nazionali che presentano contenuti ‘generalisti’ (in ordine di copie totali vendute: Corriere della Sera, La Repubblica, Avvenire, La Stampa e Il Messaggero) nel primo semestre del 2025 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari al 7,6% rispetto ai corrispondenti volumi del medesimo periodo del 2024 (-4,8 milioni di copie); tale flessione si amplia al 32,7% con riferimento al primo semestre del 2021 (-28,5 milioni di copie).

Passando alle vendite complessive di copie in formato digitale per tale genere, si osserva una flessione meno marcata, sia rispetto ai primi sei mesi del 2024 (-1,7%, pari a -287 mila copie), sia rispetto al primo semestre del 2021 (-3,4%, pari a 577 mila copie).    

Per le altre categorie individuate, nonostante il calo generalizzato delle copie complessive, alcune testate con contenuti più specialistici mostrano una maggiore resilienza. 

I quotidiani sportivi 

In particolare, i quotidiani sportivi nel formato cartaceo risultano i più stabili, con una flessione moderata (-15,1% in 5 anni, -3,8 milioni di copie), mentre nel digitale, invece, nell’ultimo anno si è registrato una crescita del 53,9% (+403 mila copie). Diversamente, i quotidiani economici, nell’arco dell’intero periodo considerato, registrano forti riduzioni nella versione cartacea (-42,1%, pari a -4,7 milioni di copie), mentre in quella digitale mostrano una contrazione meno intensa (-8,2%, pari a -437 mila copie).

Le testate locali continuano ad evidenziare una contrazione delle vendite in entrambi i formati, con un andamento negativo meno intenso nella versione digitale (complessivamente su base annua -8,4 milioni di copie).

I principali gruppi editoriali 

L’analisi per gruppi editoriali in termini di copie complessivamente vendute vede, nei primi sei mesi del 2025, Cairo/RCS quale principale player sul mercato (19,4% considerando Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport comprensiva delle edizioni del Lunedì), seguito da Gedi con il 12,3% (il dato comprende, a partire da dicembre 2024, testate tra cui La Repubblica, La Stampa, La Provincia Pavese), da Caltagirone Editore (Il Messaggero, Il Gazzettino, Il Mattino, Nuovo Quotidiano di Puglia e Corriere Adriatico) e Monrif Group (che sotto il marchio QN-Quotidiano Nazionale comprende Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con il 9,3% e il 7,5%.

Gli altri player del mercato 

Nelle posizioni successive, Avvenire Nuova Editoriale Italiana con il 5,1%, seguito da Il Gruppo 24 Ore con il 4,8%; da Nord-est Multimedia che (tenuto conto delle testate Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Corriere delle Alpi, Messaggero Veneto, Il Piccolo) raggiunge una quota del 4,5%; da Roberto Amodei con il 4,3% delle vendite complessive (se si considera Corriere dello Sport e Tuttosport e le rispettive edizioni del lunedì); da Tosinvest/Angelucci con il 4% (considerando Il Giornale, Opinioni Nuove – Libero Quotidiano e Il Tempo) e dal Gruppo Sae con il 3,7% (che tiene conto delle testate Il Tirreno, La Nuova Sardegna, Gazzetta di Reggio, La Nuova Ferrara, Nuova Gazzetta di Modena).

Settore televisivo in lieve flessione 

Nel settore televisivo gli ascolti nel giorno medio riferiti al primo semestre del 2025 evidenziano una lieve flessione rispetto allo stesso periodo del 2024, con un -2,3% sul ‘prime time’ (20:30-22:30), e un -2,04% sull’intero giorno. È quanto emerge dall’Osservatorio sulle Comunicazioni dell’Agcom.

La riduzione della platea televisiva tradizionale è ancora più ampia se si guarda agli anni precedenti: rispetto ai primi sei mesi del 2021, il calo nel ‘prime time’ è di 4,3 milioni di telespettatori (-17,9%), nell’intera giornata di 1,7 milioni di telespettatori (-16,6%).

La Rai in testa negli ascolti 

Nella fascia oraria del ‘prime time’, Rai si conferma al primo posto in termini di ascolti, pari, nel primo semestre del 2025, a 7,7 milioni di telespettatori (38,9% di share), con un andamento in calo rispetto al medesimo periodo del 2024 (-2,5%) che si riflette sulla share (-0,1 punti percentuali).

Anche per Mediaset, seguito da 6,8 milioni di telespettatori medi che rappresentano il 34,7% del complesso del pubblico televisivo, si riscontra una dinamica decrescente rispetto ai primi sei mesi del 2024 (-4,7%).

Stabile al terzo posto troviamo WB/Discovery che ottiene 1,7 milioni di telespettatori in media (-0,2% sul semestre dell’anno precedente); seguito da Comcast/Sky i cui ascolti (1,5 milioni di individui) mostrano una lieve crescita rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente (+0,3%). Infine, Cairo Communication/La 7, con una media 1,2 milioni di telespettatori, registra un aumento di circa 60 mila telespettatori (+5,1%).

Gli utenti delle piattaforme 

Nel giugno scorso, sono stati 43 milioni e 611 mila gli utenti unici che hanno navigato in rete, in media ciascuno per un totale di 69 ore e 12 minuti. A rilevare il dato è l’Osservatorio sulle comunicazioni Agcom, secondo cui ai primi posti della graduatoria delle piattaforme online si conferma l’insieme di siti web e applicazioni che hanno a riferimento i big player internazionali (Alphabet/Google, Meta/Facebook/Instagram, Amazon, Microsoft) che però registrano andamenti in contrazione su base annua, seguiti da alcuni gruppi editoriali e operatori nazionali (Gedi Gruppo editoriale, Cairo Communication/Rcs Mediagroup, Poste Italiane, Fininvest/Mondadori) con utenti unici in contrazione rispetto a giugno 2024, con la sola eccezione di Fininvest/Mediaset che presenta un incremento del 37% degli utenti.

Con riferimento all’andamento delle audience dei siti e applicazioni di informazione generalista, lo scorso giugno si sono registrati 37 milioni e 770 mila utenti unici, con una contrazione del 2,6% (un milione di visitatori in meno) rispetto a giugno 2024. Specificamente, con circa 28 milioni e 802 mila utenti unici, quello de La Repubblica è risultato il sito (e relative applicazioni) maggiormente frequentato (-2,7% rispetto al traffico raggiunto a giugno 2024), seguito da Corriere della Sera (28 milioni e 20 mila utenti, -3,2%) e TgCom24 (20 milioni e 411 mila internauti, +10%).

Cresce il video on demand a pagamento

Con riferimento all’andamento degli utenti unici delle piattaforme che offrono servizi di video on demand (vod) esclusivamente a pagamento, a giugno, con 14,6 milioni di navigatori unici, si riscontra una crescita rispetto ai visitatori raggiunti nel giugno 2024 (+245 mila internauti, +1,7%). In media, nel primo semestre del 2025, Netflix, con 8,1 milioni di utenti unici registra una sostanziale stabilità rispetto ai visitatori medi del 2024 (-0,6%).

Segue Amazon Prime Video i cui siti e applicazioni sono stati consultati da 7,1 milioni di visitatori medi (+3,8% sui primi sei mesi del 2024), Disney+ che raggiunge 3,7 milioni di internauti (+0,6%), Dazn, visitato da 2,2 milioni di utenti unici (+3,1%) e Now (Sky), con 1,3 milioni di visitatori unici med

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