AGI – “A fronte di anni di denunce, progetti e promesse, scoprire che appena il 10% dei 200 milioni di euro del Pnrr destinati al superamento dei ghetti verrà effettivamente speso è un dato che lascia sgomenti. È il segno evidente di una politica che continua a voltarsi dall’altra parte di fronte a una delle più gravi emergenze sociali e umanitarie del nostro Paese”. Cosi’ Antonio Ligorio, segretario generale della Flai Cgil Puglia, commenta quello che definisce un ‘fallimento’ dell’attuazione dei fondi del Pnrr destinati al superamento dei ghetti, destinati a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici nei territori agricoli.
“In Puglia – prosegue Ligorio -, vivono e lavorano migliaia di braccianti in condizioni indegne, eppure restano esclusi proprio i ghetti più grandi e simbolici, come quelli di Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci nel Foggiano. Li’ dove servivano risposte concrete, lo Stato arretra ancora una volta”. Secondo la Flai Cgil Puglia, la mancata attuazione della misura del Pnrr sul superamento degli insediamenti informali rappresenta “un fallimento eclatante e inaccettabile”.
Dei 37 progetti inizialmente previsti, ne partiranno soltanto 11, con una spesa che coprirà appena un decimo delle risorse stanziate.
“La Regione Puglia – sottolinea il sindacalista -, aveva manifestato piena disponibilità a collaborare, avviando un dialogo con i Comuni e mettendo a disposizione, attraverso il progetto Su.Pr.Eme 2, i poli sociali integrati utili a potenziare i servizi e l’accoglienza. Ma le scelte del Governo e le limitazioni imposte a livello europeo rischiano di vanificare ogni sforzo”. La Flai Cgil Puglia ribadisce che il superamento dei ghetti non è solo una questione sindacale o di legalità, ma una battaglia di umanità e dignità, e conferma l’impegno a continuare a sollecitare interventi concreti a tutela dei lavoratori agricoli nella regione. “La Puglia – conclude Ligorio -, non può più essere teatro di degrado e sfruttamento, ma deve diventare un modello di accoglienza e di rispetto per chi lavora nei campi e contribuisce ogni giorno alla nostra economia”.



