lunedì, Ottobre 14, 2024
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Walkie-talkie e radio esplodono in Libano, nove morti e oltre 300 feriti

AGI – Centinaia di apparecchi per la comunicazione, tra cui radio portatili, sono esplosi simultaneamente in Libano, in una nuova ondata di deflagrazioni che segue quella di ieri, dove migliaia di esponenti di Hezbollah hanno subito lesioni, in alcuni casi fatali. Secondo l’agenzia di stampa statale libanese, almeno nove persone sono rimaste uccise e oltre trecento sarebbero rimaste ferite. La natura del bersaglio fa supporre che dietro l’operazione vi sia Israele, come riferito dal New York Times. 

 

Walkie-talkie sono scoppiati contemporaneamente nella periferia meridionale di Beirut, proprio mentre si svolgevano i funerali di quattro membri di Hezbollah uccisi ieri in analoghe esplosioni di cercapersone, secondo una fonte vicina al movimento islamista libanese e ai soccorritori. Altre esplosioni sono state segnalate a Saida (sud) e Baalbeck (est). Secondo altre informazioni sarebbero scoppiati anche iPhone, videocamere e addirittura pannelli solari in tutto il territorio del Paese dei cedri. 

Hezbollah promette una vendetta “unica e sanguinosa”

“Questi attacchi saranno sicuramente puniti in modo unico, ci sarà una vendetta sanguinosa e unica”. Lo dice Hashem Safieddine, capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah, secondo quanto riporta il Times of Israel. Cugino e stretto collaboratore del leader del gruppo terroristico Hassan Nasrallah, Safieddine ha aggiunto che lo stesso leader di Hezbollah “parlerà domani e tutto sarà rivelato. E saremo in una nuova situazione e in un nuovo confronto con questo nemico”. Il nemico, dice, “dovrebbe sapere che non siamo sconfitti, che non ci piegheremo, che non ci ritireremo e che non saremo influenzati da ciò che sta facendo”.

 

Fonti della sicurezza libanese affermano che gli apparecchi esplosi questo pomeriggio erano stati acquistati dalla milizia sciita circa cinque mesi fa, insieme alle migliaia di cercapersone esplosi ieri, che erano dotati di trappole esplosive e pre-programmati per esplodere.

Israele aveva avvertito gli Usa, ma senza fornire dettagli

Il New York Times riferisce che gli apparecchi ordinati da Hezbollah all’azienda taiwanese Gold Apollo erano stati manomessi da agenti del Mossad prima di arrivare in Libano Secondo il quotidiano newyorkese, gli esplosivi erano stati piazzati accanto alla batteria di ogni cercapersone ed era stato inserito un interruttore per causare le esplosioni a distanza. Il capo dell’azienda taiwanese, Hsu Chin-kuang, ha smentito che i cercapersone fossero stati prodotti dalla Gold Apollo.

 

Israele aveva notificato agli Stati Uniti che avrebbe condotto un’operazione in Libano, ma senza fornire altri dettagli, dicono tre fonti qualificate alla Cnn. Secondo le fonti, il fatto che non fossero disponibili dettagli su cosa avrebbe comportato l’operazione ha fatto sì che i funzionari statunitensi siano rimasti all’oscuro di tutto fino a quando, poco dopo, sono emerse segnalazioni di centinaia di cercapersone esplosi. 

 

It appears a Hezbollah member gave his communication device for repair..

This is a sad reality of war. pic.twitter.com/1mL1g8XT0D

— Open Source Intel (@Osint613)
September 18, 2024

Un’operazione anticipata?

L’operazione con i cercapersone-bomba era stata pianificata da Israele come preliminare per un attacco contro Hezbollah, un imprevisto ha fatto cambiare i piani e Idf avrebbe deciso di farli esplodere prima del previsto. Secondo il sito Al Monitor di notizie sul Medioriente, nei giorni scorsi due miliziani di Hezbollah avrebbero avuto sospetti sul funzionamento dei cerca persone e nel timore che l’operazione fosse scoperta gli israeliani avrebbero deciso per le detonazioni di ieri. Il risultato, 12 morti fra cui due bambini e migliaia di feriti, è che tra le vittime ci sono circa 500 miliziani rimasti accecati o con la mano maciullata. In una parola: fuori combattimento.

 

l modello di cercapersone. Apollo Gold AR249, sarebbe stato venduto a Hezbollah dai suoi fornitori egiziani. Probabilmente erano stati prodotti direttamente dai servizi segreti di Israele. Secondo quello che si puo’ ricostruire, l’azienda di Taiwan Gold Apollo Ltd avrebbe ceduto il marchio all’ungherese Bac Consulting Kft. “Secondo l’accordo di cooperazione, autorizziamo BAC a utilizzare il nostro marchio per la vendita di prodotti in regioni designate, ma la progettazione e la produzione dei prodotti sono di esclusiva responsabilita’ di BAC”, ha precisato Gold Apollo nella sua nota. Il presidente e fondatore della società taiwanese Hsu Ching-kuang ha detto che la sua azienda ha allo stato da tre anni un accordo di autorizzazione all’utilizzo del suo marchio con la compagnia ungherese. “Questa azienda ha collaborato con noi e rappresenta molti dei nostri prodotti”, ha detto Hsu. “Volevano anche realizzare cercapersone e mi hanno chiesto se potevano usare il marchio della nostra azienda. Il prodotto non era nostro. Aveva solo il nostro marchio”, ha affermato. “Siamo un’azienda responsabile. Questo è molto imbarazzante”.

 

L’azienda ungherese ha smentito di averli prodotti. L’amministratore delegato della Bac Consulting, Cristiana Barsony-Arcidiacono, precisato a Sky News: “Non faccio io i cercapersone, sono solo una intermedia. Penso che abbiate sbagliato”. Il sito web della Bac, che oggi è stato bloccato e per accedervi sono richiesti nome utente e password, è pieno di foto generiche. Afferma di essere specializzata in vari campi di consulenza, tra cui ambiente, sviluppo e relazioni internazionali. Non è chiaro con chi ha lavorato l’azienda o quale sia la sua esperienza. Ma non si citano siti produttivi.

 

Sono emerse numerose ipotesi su come possa essere avvenuto l’attacco. La più plausibile che alcuni esperti, come l’analista militare e politico indipendente Elijah J. Magnier, indicano è che una trappola esplosiva sia stata collocata all’interno degli ordigni, che “non sono stati importati direttamente in Libano, ma sono stati trattenuti per tre mesi in un Paese vicino, dove Israele ha impiantato l’esplosivo”. Secondo il governo taiwanese, non esistono registrazioni di esportazioni dirette in Libano da parte della Gold Apollo.

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