“Sono andate malissimo, malissimo!”, esclama sorridendo Brunori Sas lasciando il palco del Concertone del Primo Maggio a Piazza San Giovanni, dove ha appena concluso le prove. “Come sempre, una disorganizzazione totale, ma per colpa dell’organizzatore, non per altro”, aggiunge con ironia ai microfoni dell’AGI con a fianco Massimo Bonelli di ICompany.
Dopo l‘artista calabrese diventa più serio mettendo subito in chiaro il senso più profondo della sua presenza al Concertone del Primo Maggio: “Siamo qui per un motivo fondamentale. Attraverso la musica devono arrivare messaggi importanti. Noi siamo, in qualche modo come l”UNESCO’: il nostro compito è anche quello di tramettere valori”.
Brunori fa parte del laboratorio Una Nessuna e Centomila, fondato da Fiorella Mannoia per contrastare la violenza di genere anche attraverso la musica e ai nostri microfoni risponde all’appello di Gino Cecchettin per mettere un limite al linguaggio violento presente nei testi delle canzoni: “Siamo tanti artisti coinvolti. E noi uomini in particolare ci stiamo interrogando sul linguaggio che usiamo nei testi. Dove finisce l’espressione artistica e dove comincia la violenza verbale? È un dibattito urgente, perché anche su questo i numeri sono preoccupanti.”
