domenica, Maggio 11, 2025
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Cinque cose da sapere su italiani, digitale e commercio sostenibile

AGI – Il commercio elettronico rappresenta un’opportunità o una minaccia per la sostenibilità? Le piattaforme digitali oggi disponibili favoriscono davvero modelli economici più responsabili? E fino a che punto i consumatori sono disposti a rinunciare alla convenienza per scegliere la sostenibilità? A queste e ad altre domande ha risposto la ricerca Sustainable Commerce and Retail, condotta dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale: lo studio propone uno spaccato articolato delle opinioni degli italiani rispetto al rapporto tra sostenibilità, commercio e trasformazione digitale, evidenziando non solo differenze territoriali, ma anche profonde ambivalenze nei comportamenti e nella percezione collettiva del cambiamento.

L’e-commerce tra minaccia e opportunità

Uno dei dati più rilevanti emersi della ricerca riguarda la percezione contrastante degli italiani sull’impatto del commercio elettronico. Se da un lato il 69% degli intervistati ritiene che l’e-commerce possa contribuire alla scomparsa dei piccoli negozi, dall’altro quasi la stessa percentuale (67%) lo considera un’opportunità per le realtà locali capaci di adattarsi. Questo apparente paradosso rivela in realtà le percezioni degli intervistati rispetto l’avvento della trasformazione digitale: essa è vista come potenzialmente “distruttiva”, ma anche come una leva di rilancio per chi riesce a innovare. Il successo, infatti, non dipende tanto dalla tecnologia in sé quanto dalla capacità di integrarla con le competenze umane e con una visione chiara delle dinamiche del retail.

La sostenibilità si scontra con il prezzo

La disponibilità a compiere scelte sostenibili sembra trovare un limite concreto nel portafogli. Infatti, nonostante il 61% degli italiani si dichiari disposto a pagare di più per prodotti sostenibili – con percentuali leggermente più alte nei piccoli centri rispetto ai grandi centri – la situazione cambia notevolmente quando la questione viene posta in modo diverso – “nei miei acquisti do priorità a prodotti sostenibili, ma non voglio spendere di più”: a dichiararsi d’accordo con l’affermazione è infatti ben il 67% degli intervistati. Questa incoerenza, evidenziata anche nel caso della sostenibilità sociale – le condizioni di lavoro nella filiera – segnala un divario tra valori dichiarati e comportamenti effettivi. La ricerca mette così in luce una delle sfide principali della sostenibilità digitale: trasformare l’interesse teorico in pratica quotidiana, cercando di uniformare i comportamenti alle dichiarazioni.

Effetti ambientali percepiti: tra timori e benefici

Anche sul piano ambientale le opinioni dei cittadini risultano divise. Il 65% degli italiani considera il commercio elettronico una minaccia per l’ambiente, a causa dell’aumento delle spedizioni e della conseguente crescita del traffico di pacchi. Tuttavia, il 67% degli stessi intervistati riconosce che l’e-commerce può ridurre gli spostamenti fisici dei consumatori, con un potenziale impatto positivo sull’ambiente. Questa contraddizione sembra evidenziare una generale confusione e una limitata consapevolezza sull’impatto ambientale complessivo del commercio digitale. La difficoltà nel valutare l’effettiva sostenibilità delle piattaforme online suggerisce, dunque, la necessità di maggiore informazione e trasparenza da parte degli operatori del settore.

 

 

L’usato (digitale) come leva per l’economia circolare

La ricerca, però, rivela anche un ampio consenso sull’utilità delle piattaforme digitali dedicate alla compravendita di prodotti usati: il 73% degli italiani ritiene che queste app aiutino a ridurre gli sprechi e a promuovere l’economia circolare. Tuttavia, emergono significative differenze tra grandi e piccoli centri: mentre nei primi il 25% degli intervistati si dichiara “molto d’accordo” con questa affermazione, nei piccoli centri la percentuale scende al 14%. Questo divario potrebbe dipendere da una minore diffusione tecnologica o da un minor livello di fiducia negli strumenti digitali nelle aree meno urbanizzate. Resta, comunque, evidente ai cittadini il potenziale trasformativo di queste piattaforme nel promuovere un modello di consumo più sostenibile.

Strumenti digitali: conoscenza e uso ancora limitati

Nonostante la diffusione dell’e-commerce, gli strumenti digitali pensati per monitorare l’impatto ambientale o sociale dei prodotti restano ancora poco conosciuti e utilizzati. Solo il 16-17% degli italiani dichiara infatti di usare regolarmente app che informano sull’ecosostenibilità dei prodotti o sul rispetto dei diritti dei lavoratori lungo la filiera. E più nel dettaglio, circa un italiano su due afferma di non sapere nemmeno dell’esistenza di tali strumenti, sia nei grandi che nei piccoli centri. Questo dato segnala una scarsa penetrazione di strumenti potenzialmente utili per guidare scelte più consapevoli. La digitalizzazione del commercio, se orientata anche alla trasparenza e all’informazione, può diventare una potente alleata della sostenibilità, ma serve una maggiore sensibilizzazione e accessibilità, soprattutto nei territori meno digitalizzati.

Insomma: il rapporto restituisce un quadro senz’altro complesso, dove convinzioni e comportamenti non sempre viaggiano di pari passo. E sebbene la sostenibilità nel commercio digitale sia percepita come un obiettivo condiviso, risulta ancora distante nelle pratiche quotidiane. Tra contraddizioni e potenzialità, la chiave per superare il divario tra principi e azioni risiede nell’informazione, nell’educazione al consumo responsabile e nell’integrazione intelligente delle tecnologie, capaci di abilitare un cambiamento sistemico e maggiormente inclusivo.

 

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