venerdì, Maggio 2, 2025
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Primo Maggio, lo scontro politico su lavoro, salari e sicurezza

AGI – Il Primo Maggio divide la politica. Salari, potere di acquisto delle famiglie e occupazione: lo scontro tra maggioranza e opposizioni si consuma nei numeri. Sul lavoro sono stati raggiunti, in due anni e mezzo, risultati “da record”, per il centrodestra. Solo “propaganda” ribattono i partiti che non sostengono l’esecutivo.

“Il lavoro è uno dei pilastri su cui questo Governo ha fondato la sua azione”, rivendica Giorgia Meloni sui social a inizio giornata. “In due anni e mezzo – rimarca la premier – sono stati creati oltre un milione di posti di lavoro e il numero complessivo degli occupati ha raggiunto il massimo storico: più di 24 milioni e 300 mila. Anche l’occupazione femminile ha toccato il livello più alto di sempre. La disoccupazione è ai minimi da 18 anni a questa parte”, rileva la presidente del Consiglio.

La replica di Elly Schlein

 

 

Dal corteo di Roma, dopo l’abbraccio con Landini, arriva la secca replica di Elly Schlein. “Meloni ha voltato le spalle a 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che sono poveri anche se lavorano. E continua a mentire a viso aperto sui numeri perché dice che non c’è un problema salariale in Italia, mentre l’Istat pochi giorni fa lo ha confermato dicendo che i salari sono più bassi dell’8% rispetto al 2021″, attacca la segretaria del Pd che poi rilancia la proposta sul salario minimo.

Una strategia comune per la sicurezza sul lavoro

Intanto l’esecutivo si prepara a ricevere – giovedì prossimo a Palazzo Chigisindacati e associazioni datoriali per mettere a punto, questo l’obiettivo, una strategia comune per potenziare la sicurezza sul lavoro. Non farà sconti la Cgil. “O ci saranno risposte adeguate o sarà mobilitazione”, avverte Landini. Il governo metterà sul tavolo oltre ai 600 milioni dei bandi Inail già disponibili, altri 650 milioni di euro. “Nuove risorse, più controlli, incentivi e una forte spinta sulla prevenzione e sulla formazione. C’è ancora tanto da fare, ma la direzione è chiara”, il messaggio di Giorgia Meloni che auspica un’alleanza tra istituzioni, sindacati e imprenditori.

 

 

Referendum di giugno

Nelle piazze del Primo Maggio – insieme al grido “basta morti sul lavoro” – riecheggiano anche i referendum di giugno. “Quattro convinti sì”, per Giuseppe Conte (resta fuori il quesito sulla cittadinanza) che insiste contro “un governo totalmente sordo” perché “cancella le misure che avevamo messo in campo contro la precarietà e contro il lavoro povero“.

In attesa del confronto governo-sindacati, la Festa dei lavoratori – dedicata proprio alla prevenzione delle morti bianche – è segnata dalla ‘guerra dei numeri’. “Il governo investe sulla sicurezza mentre diminuiscono disoccupati e inattivi. Al lavoro anche per un salario ricco frutto di una politica a favore della crescita in Italia e in Europa grazie a una nuova politica industriale”, rileva il leader di Forza Italia Antonio Tajani. L’altro vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini rivolge un “grazie a chi lavora ogni giorno per far crescere l’Italia“. E il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, raffredda gli appelli delle opposizioni sul salario minimo, “non si risolverebbe alcun problema” serve “il salario giusto“, sottolinea.

Reazioni politiche

Così mentre Fratelli d’Italia esalta le cifre sul lavoro snocciolate dalla premier – “tante promesse mantenute” per il capogruppo FdI alla Camera, Bignami; “parlano i numeri, i risultati”, gli fa eco il presidente dei senatori FdI Malan – il centrosinistra lamenta la “propaganda” dell’esecutivo. “In Italia ci sono milioni di persone che lavorano tutto il giorno e non riescono a mantenersi, cioè sono povere pur lavorando. L’unica risposta possibile è il salario minimo“, dice Carlo Calenda.

Secondo Nicola Fratoianni, deputato di Avs, “le parole di Meloni sugli stipendi sono un insulto a chi lavora”. I salari in Italia “sono tra i più bassi di Europa. Di questo vogliamo occuparci, anche per contrastare le bugie della propaganda seriale di questo governo“, rimarca Angelo Bonelli. Per Matteo Renzi, “i posti di lavoro sono realmente aumentati, anche grazie al Jobs Act contro il quale Giorgia Meloni si è schierata insieme a Salvini“.

 

 

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