AGI – Flash mob, sit in, ma soprattutto la costituzione in mano e una frase di Pietro Calamandrei per protestare contro una riforma che le toghe non approvano. L’anno giudiziario si apre con manifestazioni in tutti i distretti di Corte d’Appello. Da Milano a Palermo, da Torino a Napoli, passando per Roma, Bologna, Firenze e Reggio Calabria.
A Milano la scalinata principale del palazzo di Giustizia viene occupata da un centinaio di toghe per contestare i progetti di riforme costituzionali sulla giustizia, in primis la separazione delle carriere dei magistrati.
Con in mano una copia della Costituzione e due striscioni che richiamano il pensiero di Piero Calamandrei. Uno dei quali recita: “In questa Costituzione (…) c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa (…) non è una carta morta (…) è un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità lì è nata la nostra Costituzione”. Nel flash mob anche gli ex magistrati Armando Spataro e Gherardo Colombo.
Scenario simile anche a Roma, dove le toghe hanno preparato dei cartelloni con la stessa citazione di Calamandrei e stringono una copia della Costituzione.
A Napoli i magistrati in servizio iscritti all’Anm e anche alcuni in pensione hanno alzato la copia della Costituzione all’inizio della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario, cui partecipa il ministro della Giustizia Carlo Nordio, mentre risuonava l’inno.
Tutti sono in toga e con la coccarda tricolore. Spuntano cartelli con la citazione di Calamandrei. E il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha scelto di non partecipare alla cerimonia nello storico Castel Capuano. In diverse occasioni Gratteri si è espresso in maniera critica nei confronti della riforma costituzionale della giustizia.
Un centinaio di magistrati del Tribunale di Bologna ha inscenato una protesta davanti al Palazzo Manara, sede della Legione Carabinieri Emilia Romagna, prima dell’inizio della cerimonia dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario. Anche loro agitano una copia della Costituzione e un cartello che recitava “Uniti non separati”, per dissentire contro il progetto di riforma sulla giustizia e in particolare contro la separazione delle carriere dei magistrati.
Coccarde tricolori sulla toga e la costituzione tra le mani anche a Firenze e Reggio Calabria.
Presidio di protesta di una cinquantina di giudici e pubblici ministeri davanti al Tribunale di Torino, prima della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. I magistrati hanno adornato l’ingresso del Palazzo di Giustizia con citazioni di Piero Calamandrei.