AGI – Il presidente della prima sezione penale del tribunale di Brescia Roberto Spanò ha firmato il decreto di latitanza di Giacomo Bozzoli, irreperibile dal momento della condanna definitiva, due giorni fa, per l’omicidio dello zio.
Il prossimo passaggio, se la situazione non dovesse sbloccarsi, sarebbe un mandato di arresto europeo per agevolare le ricerche dell’uomo che sarebbe fuggito a bordo della sua Maserati con la moglie e il figlio di nove anni alcuni giorni prima del verdetto della Cassazione.
La fuga
Alle 20 di lunedì sera i carabinieri bresciani hanno bussato alla porta della sua casa sul lago di Garda, dov’è residente, per eseguire la condanna della Cassazione all’ergastolo per l’omicidio e la distruzione del cadavere dello zio Mario nel 2015. Ma Bozzoli, che ha trascorso questi nove anni da uomo libero in attesa della sentenza definitiva di un processo indiziario, non c’era. Così come non c’erano la moglie e il figlio di 9 anni. In ogni caso l’ordine di esecuzione della sua condanna “è inserito in tutte le banche dati italiane ed europee”.
Daniele Colossi, padre di Antonella, ha riferito agli inquirenti che la figlia e il marito Giacomo Bozzoli si troverebbero in Francia assieme al figlio di nove anni. Daniele e Antonella lavorano nella nota galleria d’arte contemporanea di famiglia che si trova in corso Gambero a Brescia. E in Francia potrebbero esserci arrivati da diversi giorni a bordo della Maserati di Giacomo, come dimostrano le telecamere che registrano il passaggio dell’auto alle 5:51 del 23 giugno a Manerba e due minuti dopo a Desenzano.