AGI – Finalmente la storia del tennis si è instradata sui binari giusti, quelli più ovvi e necessari: la finale di Roland Garros, secondo torneo del grande slam sulla terra rossa di Parigi, vedrà di fronte il 22enne Carlos Alcaraz, n.2 del mondo e detentore del titolo, e il di lui un anno più grande Jannik Sinner, da 12 mesi esatti n.1 del mondo.
La sfida tra l’italiano e lo spagnolo è la più attesa e si ripropone a tre settimane dalla finale degli Internazionali d’Italia (vinta dallo spagnolo in due set); inoltre è destinata a diventare un classico che segnerà la storia di questo sport come lo sono state quelle tra Djokovic e Nadal o Djokovic e Federer o Federer e Nadal o, prima ancora, quelle tra Agassi e Sampras o tra Borg e McEnroe.
Chi vincerà?
Per quanto riguarda Jannik Sinner, per la prima volta nel torneo il pronostico non appare scontato. È il favorito (anche se gli esperti su questo sono divisi e in molti gli preferiscono Alcaraz) perché ha un gioco solidissimo, ormai perfetto, ha alle spalle tre mesi di riposo in più dell’avversario e una fame immensa.
Ma Alcaraz è l’unico tennista al mondo che può batterlo. Se è in forma. E sembra effettivamente in uno stato di forma eccezionale, dimostrato in semifinale contro un Musetti stratosferico costretto a chiedere un superlavoro al suo corpo che poi ha pagato con l’infortunio che lo ha costretto al ritiro.
I due più forti in assoluto
Di sicuro i due campioni, che lo scorso anno si sono divisi equamente i tornei del Grande Slam (Australian Open e Us Open Sinner, Roland Garros e Wimbledon Alcaraz) appartengono a una categoria superiore e, in questo momento, a parte Djokovic (che paga però il peso dell’età) nessuno è al loro livello. Si può sperare che tra un anno ci sia Lorenzo Musetti nell’Olimpo con loro (le potenzialità ci sono e la crescita effettuata nel 2025 è impressionante; inoltre ha 23 anni), ma nel frattempo nessuno sembra impensierirli.
O meglio: nessuno impensierisce Sinner. L’altoatesino è infatti una macchina perfetta e non concede nulla agli avversari (esclusi forse i pochissimi ai vertici della top-10). Diverso discorso per Alcaraz. Come anche il suo coach Ferrero ha detto più volte, per il murciano il tennis è ancora un gioco e spesso si diverte a tentare colpi difficili o a fare show a beneficio del pubblico. E questo talvolta lo paga con sconfitte improbabili da parte di giocatori molto meno quotati di lui.
Discorso diverso, invece, quando gioca con i più forti: con Sinner, Djokovic o Zverev lo spagnolo non concede nulla e diventa solidissimo. Ragion per cui domenica Sinner dovrà tirar fuori tutto il suo repertorio (dal servizio, un po’ fiacco con Djokovic, al rovescio a uscire, allo schiaffo al volo fino alle palle corte, sempre utili sulla terra anche se Alcaraz è velocissimo).
Classica invariata
Un’ultima considerazione: comunque vada a finire domani, Jannik Sinner resterà n.1 del mondo e Carlos Alcaraz n.2. Però -l’esito dell’incontro avrà impatto, se non altro, sulla statistica: i due campioni, infatti, finora hanno vinto tutte le finale di uno slam a cui hanno partecipato – quattro Alcaraz e tre Sinner – ma stavolta uno dei due dovrà rinunciare al suo primato.