AGI – Il 38% degli adulti italiani ha commesso nel 2024 almeno un atto di pirateria, fruendo illecitamente di film (29%), serie/fiction (23%), programmi (22%) e sport live (15%), dati sostanzialmente rimasti stabili rispetto al 2023. In totale, si stimano nel 2024 circa 295 milioni di atti di pirateria compiuti, l’8% in meno rispetto all’anno precedente e ben il 56% in meno rispetto al 2016, primo anno della rilevazione.
La pirateria sportiva, oggi praticata dal 15% della popolazione adulta, vede nel calcio il contenuto più rappresentativo, seguito da F1, tennis e Moto GP. È quanto emerge dall’indagine Fapav/Ipsos 2024, presentata oggi nell’ambito degli Stati Generali della lotta alla pirateria.
Impatto economico e normativa
La pirateria audiovisiva negli ultimi due anni ha fatto registrare un leggero calo sia di utenti sia del numero di atti illeciti, anche se il danno economico potenziale per le industrie dei contenuti e per il Sistema Paese rimane gravissimo. Anche nel 2024 la pirateria digitale si conferma tra gli adulti la principale modalità di fruizione di contenuti audiovisivi e sportivi.
Piracy Shield e nuova legge antipirateria
Gli ultimi due anni hanno visto l’entrata in vigore della nuova legge antipirateria, un impianto normativo all’avanguardia e di esempio anche per altri Paesi europei, e l’attivazione, a febbraio 2024, di Piracy Shield, la piattaforma attiva oggi solo per bloccare, entro 30 minuti, la messa online illegale di contenuti sportivi live.
Danni economici stimati
Considerando tutti e tre i contenuti (film, serie/fiction e sport live), si stimano ripercussioni per l’economia italiana pari a circa 2,2 miliardi di euro di perdita in termini di fatturato delle aziende, che comportano una perdita di PIL pari a circa 904 milioni di euro, un mancato introito per lo Stato pari a 407 milioni e una perdita occupazionale complessiva pari a oltre 12mila posti di lavoro, tutti valori in aumento rispetto al 2023.
Comportamenti e profili dei pirati digitali
Gli attuali pirati, considerando come base sempre la popolazione adulta, hanno un comportamento molto dinamico: sfruttano quante più modalità possibili per fruire in modo illecito dei contenuti, spaziando tra le IPTV illegali (22%), lo streaming (18%), il download/peer-to-peer (15%), i social network (13%) e le app di messaggistica istantanea (10%).
Chi nel 2024 ha utilizzato almeno una volta servizi IPTV illeciti (circa 15 milioni), ossia servizi non ufficiali a pagamento che permettono l’accesso illecito a contenuti disponibili solo su servizi pay, è consapevole del fatto che questa condotta può generare un danno a economia e società (70%), ma il 45% tende a non considerarlo come un reato.
Profilo demografico dei pirati
In linea con quanto rilevato negli anni passati, i pirati di contenuti audiovisivi sono più concentrati tra gli under 35 (39%), sono prevalentemente occupati (60%) e possiedono un livello di istruzione più alto rispetto alla popolazione italiana (21% di laureati). Sono geograficamente più concentrati nel Sud del Paese e nelle Isole (40%).
Pirateria tra gli adolescenti
Nel 2024 gli adolescenti che hanno compiuto almeno un atto di pirateria sono stati circa il 40%, con un calo del 14% del numero di atti illeciti commessi rispetto al 2023, facendo registrare un totale di 17,7 milioni di atti complessivamente compiuti.
Comunicazione e prevenzione
“Nel caso della pirateria continuiamo a registrare una diffusa auto-indulgenza, soprattutto se si ignorano gli impatti complessivi sul sistema economico, sul gettito fiscale e sull’occupazione, e la convinzione dell’impunità. La nuova legge e Piracy Shield produrranno effetti nel tempo. È importante una comunicazione che includa anche i rischi conseguenti all’applicazione della legge: la frequenza e gli importi delle sanzioni comminate e i risultati delle azioni di enforcement devono arrivare a tutti gli italiani, perché si abbiano effetti preventivi prima ancora che punitivi“, ha dichiarato Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia.