AGI – Tra i principali responsabili dell’inquinamento da plastica negli oceani e lungo le coste ci sono i sacchetti di plastica sottili, che hanno bassi tassi di riciclo e spesso si trasformano in rifiuti quando vengono portati via dal vento. Una volta li’, possono intrappolare gli animali e scomporre le microplastiche dannose. Con la crescente consapevolezza di questo problema, oltre 100 paesi hanno istituito divieti o tasse sui sacchetti di plastica. L’effetto che queste politiche stanno avendo sulla quantita’ di rifiuti di plastica nell’ambiente marino non era stato valutato sistematicamente fino ad ora. Un nuovo studio dell’Universita’ del Delaware e della Columbia University ha analizzato attentamente i divieti e le tasse sui sacchetti di plastica nelle giurisdizioni degli Stati Uniti per valutarne l’efficacia.
I ricercatori hanno scoperto che le politiche sui sacchetti di plastica hanno portato a una riduzione dal 25% al 47% della loro percentuale sul totale degli oggetti raccolti durante le pulizie costiere rispetto alle aree senza politiche. Questa diminuzione aumenta di entita’ nel tempo, senza alcuna evidenza di un ritorno alla normalita’. Lo studio, pubblicato giovedi’ 19 giugno sulla rivista Science, e’ stato redatto da Kimberly Oremus, professore associato presso la School of Marine Science and Policy dell’UD, e da Anna Papp, economista ambientale che ha conseguito il dottorato di ricerca in sviluppo sostenibile presso la School of International and Public Affairs della Columbia University nel 2025. L’idea per lo studio e’ nata a Oremus quando ha scoperto che i volontari impegnati nelle pulizie delle spiagge costiere del Delaware utilizzavano un’app chiamata Clean Swell per tracciare i rifiuti raccolti. I dati vengono inseriti nel database TIDES (Trash Information and Data for Education and Solutions) dell’Ocean Conservancy, che ogni anno raccoglie dati raccolti tramite crowdsourcing da migliaia di pulizie in tutto il mondo.
“Quando abbiamo trovato il database con informazioni sulle diverse bonifiche costiere, ci siamo resi conto che potevamo analizzare la composizione dei rifiuti prima e dopo una politica per valutarne l’effetto – ha detto Oremus – e poi potevamo confrontarla con quella di luoghi che non hanno mai adottato una politica sui sacchetti di plastica”. Papp, autore principale dello studio, ha affermato che la plastica raccolta durante le operazioni di pulizia delle coste puo’ fungere da indicatore della quantita’ totale di rifiuti di plastica presenti nell’ambiente marino o acquatico locale.
“Gran parte della precedente letteratura economica sulle politiche relative ai sacchetti di plastica ha utilizzato i dati relativi alle casse a livello di punto vendita – ha affermato Papp – quindi eravamo entusiasti di aggiungere a questi dati una misurazione diretta dei rifiuti di plastica su queste coste”.
“Ricordiamo sempre ai volontari e alle nostre organizzazioni partner che i dati che raccolgono vengono utilizzati per apportare un cambiamento reale e queste scoperte ne sono un ottimo esempio”, ha affermato Allison Schutes, direttore senior delle operazioni di pulizia per la conservazione presso Ocean Conservancy. Per condurre il loro studio, i ricercatori hanno analizzato decine di migliaia di interventi di pulizia delle coste e centinaia di politiche locali per determinarne l’efficacia in termini di riduzione dei rifiuti di plastica nell’ambiente. Si sono concentrati sugli Stati Uniti, in quanto non esiste una politica federale sui sacchetti di plastica, il che ha permesso loro di confrontare gli effetti di diversi tipi di politiche a livello comunale, di contea e statale all’interno di un singolo Paese.
Anche se potrebbe non sorprendere che vietare o tassare i sacchetti di plastica possa ridurre i rifiuti, Oremus ha affermato che i risultati sono stati piu’ solidi di quanto si aspettasse. “Ci sono cosi’ tanti percorsi che una borsa puo’ seguire dalla cassa del supermercato. E’ fantastico vedere una politica che funziona in modo cosi’ chiaramente misurabile”. Papp ha aggiunto che, esaminando le politiche sui sacchetti di plastica, e’ rimasta sorpresa nello scoprire che circa un terzo degli americani vive in una zona in cui e’ in vigore una qualche forma di politica sui sacchetti di plastica.
“E’ stato interessante quantificare la portata delle politiche – ha affermato – abbiamo raccolto oltre 600 politiche per il periodo 2007-2023, con notevoli variazioni nella portata e nella scala geografica”. Lo studio ha inoltre rilevato che alcuni tipi di politiche sembravano essere piu’ efficaci di altri nel ridurre i rifiuti di plastica. Ad esempio, hanno riscontrato impatti piu’ significativi da parte delle politiche statali rispetto a quelle comunali, con le tariffe che sembrano ridurre i rifiuti ancora di piu’ dei divieti, sebbene siano necessari ulteriori studi per comprenderne il motivo. Un’altra scoperta e’ stata che i divieti e le tariffe sui sacchetti sono stati piu’ efficaci nelle aree in cui il problema dei rifiuti di plastica era gia’ piu’ grave. Un aspetto importante della ricerca e’ che, nonostante queste politiche contribuiscano a ridurre la percentuale di sacchetti di plastica sulle coste, la percentuale complessiva di sacchetti di plastica e’ in aumento sia nei luoghi in cui sono state adottate queste politiche, sia in quelli in cui non sono state adottate. Aumenta solo di meno nei luoghi in cui sono state adottate queste politiche rispetto a quelli in cui non sono state adottate. Questo perche’ l’inquinamento da plastica e’ in generale in aumento e le politiche relative ai sacchetti possono mitigarne solo in parte l’impatto.
“Continuiamo a vedere sempre piu’ sacchetti di plastica sulle coste, in percentuale sul totale degli articoli da pulire – ha detto Oremus – non stiamo eliminando il problema, lo stiamo solo rallentando”. Ora che il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente ha annunciato che il prossimo ciclo di negoziati per un trattato internazionale sulla plastica avra’ luogo nell’agosto 2025, Oremus e Papp hanno affermato che il loro studio evidenzia l’opportunita’ di un approccio piu’ completo al problema.
“Nel complesso, i nostri risultati dimostrano che le politiche sui sacchetti di plastica sono ampiamente efficaci nel limitare i rifiuti lungo le coste – ha affermato Papp – il nostro e’ il primo studio su larga scala a utilizzare centinaia di politiche e decine di migliaia di operazioni di pulizia per valutarne gli effetti, ma e’ importante tenere presente che si tratta di una diminuzione relativa delle aree colpite rispetto alle aree senza politiche”.