domenica, Giugno 22, 2025
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La caduta di Fordow: gli Usa abbattono il bunker simbolo del nucleare iraniano

AGI – Gli Stati Uniti hanno sganciato un “carico completo di bombe” sul sito strategico di Fordow e su altri due siti nucleari iraniani: Natanz e Isfahan. Con l’annuncio dell’operazione lampo dato in piena notte dal presidente Usa, Donald Trump, sul suo profilo social Truth, gli Stati Uniti, nel nono giorno della guerra tra Israele e Iran, entrano ufficialmente in guerra contro Teheran e a fianco di Tel Aviv colpendo “con grande successo” – sottolinea l’inquilino della Casa Bianca – un sito-bunker considerato fino a questa notte inespugnabile. O quasi.

Fordow, il ‘gioiello nascosto’ del programma nucleare iraniano, già da giorni era sotto i riflettori proprio per il fatto di essere uno dei principali siti di arricchimento dell’uranio della Repubblica islamica, sicuramente quello più impenetrabile. L’obiettivo strategico più ambito di Israele che, nonostante i ripetuti bombardamenti, finora non era riuscito ad annientare. Si tratta infatti di un complesso sotterraneo la cui origine risale al 2006-2007 quando l’Iran inizio’ segretamente i lavori presso una ex base delle guardie rivoluzionarie del regime degli ayatollah.

L’impianto, secondo gli esperti, svolgeva una funzione specifica cruciale nel ciclo nucleare: ospitava le centrifughe che arricchiscono l’uranio con un particolare processo di separazione dell’isotopo uranio-235, utilizzabile per le armi nucleari, dall’uranio-238 comune che si trova in natura e che ovviamente è impiegato anche per scopi civili.

Nell’occhio dell’AIEA

Solo dopo che le intelligence occidentali, nel 2009, confermarono l’esistenza del sito a scopo bellico, Teheran ne rivelo’ l’esistenza all’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Da allora il sito di Fordow non ha mai smesso di essere al centro dell’attenzione dell’Aiea e delle potenze occidentali. A questo sito, del resto, si riferiva recentemente lo stesso Donald Trump parlando di una “real end”, ovvero di una soluzione definitiva alla questione dello sviluppo del programma nucleare iraniano: Teheran – ha ribadito più volte la Casa Bianca – deve rinunciare allo sviluppo del nucleare per scopi militari, con le buone o con le cattive, ovvero “in modo volontario, con un negoziato” oppure con i bombardamenti contro i siti incriminati.

 A differenza dei siti di Natanz e Isfahan nell’Iran centrale, Fordow – 20 chilometri a nord-est di Qom, la città santa sciita e “capitale spirituale” dell’Iran – è sepolto a una profondità stimata tra gli 80 e 90 metri sotto una montagna – fuori dalla portata delle bombe israeliane.

Si ritiene che solo gli Stati Uniti siano in possesso di una bomba sufficientemente potente – la GBU 57/B Massive Ordnance Penetrator – da poter potenzialmente distruggere Fordow. L’unico aereo certificato per trasportare l’arma da 6 metri è il B-2, non a caso i bombardieri che gli Usa ieri hanno deciso di dislocare verso la base navale di Guam.

Entrato in funzione alla fine del 2011, Fordow è tecnicamente un sito per l’arricchimento dell’uranio ad alti livelli, capace di ospitare circa 3.000 centrifughe. Nel 2015, nell’ambito dell’accordo sul nucleare (Jcpoa), l’Iran accetto’ di interrompere l’arricchimento dell’uranio a Fordow e di convertire l’impianto in un centro di ricerca.

 

 

Quando nel 2018, nel suo primo mandato presidenziale, Donald Trump ha ritirato unilateralmente gli Usa dal Jcpoa, l’Iran ha ripreso le attività di arricchimento a Fordow. Nel 2019, Teheran ha annunciato che avrebbe arricchito l’uranio al 5% e poi al 20%. Nel 2023, l’Aiea ha rilevato la presenza di uranio arricchito all’83,7%, un livello vicino a quello necessario per costruire armi nucleari (90%). Allora, le autorità iraniane hanno parlato di “fluttuazioni involontarie” dei livelli di arricchimento.

Gli impianti di arricchimento dell’uranio di Natanz e Fordow sono simboli di due fasi del programma nucleare iraniano. Se Natanz è volto all’arricchimento di massa a basso livello dell’uranio, Fordow garantisce la sopravvivenza sotto pressione e la possibilità di una “svolta” verso le armi nucleari. Fordow non è solo un impianto, ma una dichiarazione politica e strategica di Teheran, ha scritto di recente il Financial Times.

Media, nessun pericolo per i residenti

Le autorità iraniane hanno escluso pericoli per i residenti della città di Qom, a sud di Teheran, dove si trova il sito strategico di Fordow per l’arricchimento dell’uranio colpito dagli Stati Uniti. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Irna che ha rilanciato la dichiarazione del dipartimento di gestione delle crisi della provincia, “non c’è alcun pericolo per la popolazione di Qom e dell’area intorno”.

 

 

 

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