giovedì, Giugno 26, 2025
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Consiglio europeo, a Bruxelles i 27 leader in cerca dell’unità

AGI – In un contesto internazionale a dir poco teso e in un clima politico tutt’altro che facile i ventisette capi di Stato o di Governo dell’Ue tornano a riunirsi a Bruxelles. La volontà è affermare il ruolo di un’Unione europea unita e affidabile in un mondo attraversato da instabilità e frammentazione. Ma non sarà semplice.

 

L’agenda si preannuncia densa e il testo delle conclusioni – ancora da limare – è inusualmente lungo: i dossier vanno dalla guerra in Ucraina alle tensioni in Medio Oriente, dalla difesa europea alla competitività, passando per il commercio transatlantico e la gestione dei flussi migratori.

 

Ma l’elefante nella stanza è ancora una volta il rapporto con gli Stati Uniti, specie dopo le tensioni al summit della Nato che si è chiuso all’Aia (sono 23 gli Stati Ue membri anche dell’Alleanza) con le minacce del Presidente americano di raddoppiare i dazi contro la Spagna per essersi rifiutato di condividere l’obiettivo del 5% del Pil in difesa.

 

I Ventisette – che dovranno fare i conti con la spesa di riarmo con nuovi strumenti, dato che gli attuali erano stati pensati per target attorno al 2% – affronteranno i rapporti con il presidente americano, Donald Trump, a cena.

 

Sul fronte commerciale l’Ue si prepara a misure di ritorsione in caso di escalation ma con la volontà di evitare un conflitto commerciale. I Ventisette non escludono l’ipotesi di accettare dazi al 10% in cambio della rimozione di tariffe più elevate su acciaio e alluminio. Si valuta inoltre la possibilità di creare mercati comuni su settori strategici, come le materie prime critiche e i semiconduttori.

 

Per la Commissione la sovranità delle norme è intoccabile ma diversi Stati non disdegnano di spazzare via qualche regolamento che rappresenta una barriera non tariffaria non solo per le aziende americane ma anche per quelle europee. Di Usa – e anche di Cina – si parla a cena “perché è il momento della discussione aperta, dove ci può essere un confronto franco, senza dover concordare sulle dichiarazioni da inserire nelle conclusioni”, spiega un diplomatico europeo. Ma le conclusioni non saranno a Ventisette nemmeno sull’Ucraina.

 

Ancora una volta il premier ungherese, Viktor Orban – che oggi alla Nato si è presentato annunciando che il suo impegno personale è tenere lontana Kiev dall’Alleanza – si impunterà contro ogni riferimento all’apertura dei capitoli negoziali per l’adesione dell’Ucraina. E dall’altra parte – spiega una fonte diplomatica europea – molti Stati provano frustrazione per la mancanza di un segnale di fiducia e sostegno a un Paese che sta combattendo anche per l’Europa da oltre tre anni.

 

Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, interverrà solo in video-collegamento e non in presenza a causa dell’intensificarsi dei bombardamenti russi sul Paese. Cosi’ come non sarà facile arrivare a conclusioni unanimi sui rapporti con Israele.

 

La discussione sarà polarizzata tra chi – come Paesi Bassi e Irlanda – spinge per una revisione dell’accordo di associazione Ue-Israele, e chi – tra cui Italia e Germania – teme che l’iniziativa possa irrigidire ulteriormente i rapporti. L’obiettivo condiviso resta la cessazione delle ostilità e l’accesso umanitario a Gaza, ma manca un consenso sullo strumento da utilizzare per fare la giusta pressione sul governo di Benjamin Netanyahu.

 

“Il Consiglio europeo prende atto del riesame in corso del rispetto da parte di Israele dell’articolo 2 dell’accordo di associazione Ue-Israele e invita il Consiglio a proseguire le discussioni sul seguito da dare, se opportuno, nel luglio 2025, tenendo conto dell’evoluzione della situazione sul terreno”, è il testo della bozza delle conclusioni di cui l’AGI ha preso visione. Per le migrazioni si torna a parlare di Libia, anche su spinta dell’Italia, considerata una minaccia diretta alla sicurezza e causa di impennata dei flussi migratori verso l’Europa. 

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