sabato, Giugno 28, 2025
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Gaza, l’UNRWA accusa: “Campi di sterminio per gli aiuti”

AGI – “Campi di sterminio” con soldati “autorizzati a sparare indiscriminatamente sui civili in coda per il cibo”. È un atto d’accusa durissimo quello presentato dall’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i palestinesi, contro il sistema di distribuzione degli aiuti a Gaza sostenuto da Stati Uniti e Israele. L’agenzia ha esortato Israele a consentire la ripresa degli aiuti umanitari Onu.

L’esercito israeliano ha negato di aver preso di mira i civili in coda nei centri della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) che, da parte sua, ha negato che eventuali incidenti siano collegati ai suoi siti. “Il nuovo sistema di distribuzione degli aiuti è diventato un campo di sterminio”, con persone “che vengono colpite mentre cercano di procurarsi cibo per sé e per le proprie famiglie”, ha dichiarato Philippe Lazzarini, capo dell’Unrwa. “Questo abominio deve finire con il ritorno alle forniture umanitarie da parte delle Nazioni Unite”.

Civili uccisi mentre cercano aiuto

Il Ministero della Salute nel territorio controllato da Hamas afferma che dalla fine di maggio, più di 500 persone sono state uccise vicino ai centri di soccorso mentre cercavano di procurarsi viveri. Anche la protezione civile di Gaza ha ripetutamente segnalato uccisioni di civili mentre cercavano aiuto. “Le persone vengono uccise mentre cercano di sfamare se stesse e le loro famiglie”, ha dichiarato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. “La ricerca di cibo non deve mai essere una condanna a morte”.

Medici Senza Frontiere (MSF) ha definito l’operazione di Ghf “un massacro mascherato da aiuti umanitari” mentre Benjamin Netanyahu ha smentito un reportage di Haaretz secondo cui i comandi militari hanno ordinato ai propri soldati di aprire il fuoco sui palestinesi in cerca di cibo.

Testimonianze e indagini su possibili crimini di guerra

Il quotidiano ha citato la testimonianza di soldati che affermano di aver ricevuto ordine di sparare sulla folla vicino ai centri di distribuzione degli aiuti per disperderla, anche quando non rappresentava una minaccia. Secondo Haaretz l’avvocatura generale militare, la massima autorità legale dell’esercito, ha ordinato di indagare su “sospetti crimini di guerra” presso i siti di distribuzione degli aiuti, una notizia che l’Idf ha rifiutato di commentare e che il primo ministro israeliano e il ministro della Difesa Israel Katz hanno definito “spregevoli e sanguinose calunnie”.

L’esercito ha affermato in una dichiarazione separata di “non aver ordinato alle forze di sparare deliberatamente contro i civili”, compresi coloro che si avvicinavano ai centri di distribuzione, e ha aggiunto che le direttive militari israeliane “proibiscono gli attacchi deliberati contro i civili”.

Blocco degli aiuti e nuove vittime

Israele ha bloccato le consegne di cibo e altri rifornimenti essenziali a Gaza da marzo e solo dopo due mesi ha iniziato a consentire l’arrivo di rifornimenti attraverso i centri Ghf protetti da contractors statunitensi armati e truppe israeliane. Guterres ha affermato che, secondo le Nazioni Unite, solo una “manciata” di medicinali è entrata a Gaza questa settimana e solo oggi, secondo fonti locali, 65 palestinesi sarebbero stati uccisi dal fuoco israeliano, tra cui 10 persone in attesa di ricevere aiuti.

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