AGI – Vasco Rossi chiama e Roma risponde da par suo. Il rocker di Zocca sceglie la capitale come tappa finale del tour estivo (stasera l’ultima esibizione del 2025) e la città gli regala uno stadio Olimpico gremito in ogni ordine di posto. Il leit-motiv della scaletta di quest’anno è la celebrazione della vita, “vissuta, ostinata, complicata, fiera e meravigliata” in un periodo storico in cui basta un niente per perderla definitivamente. Non a caso il primo brano con cui Vasco Rossi apre il suo concerto è “Vita Spericolata“, per decenni inclusa tra i bis assieme ai grandi classici “Siamo Solo Noi” e “Albachiara”.
Ma quest’anno, oltre alla vita, il re del rock intende cantare anche la pace. Poco prima di attaccare con le note al pianoforte di “Albachiara”, il ‘Blasco’ sventola la bandiera della pace regalatagli da don Ciotti in occasione della data torinese del tour e senza mezzi termini grida al microfono: “Basta con la guerra a Gaza, basta con la strage di civili innocenti, di donne, bambini e anziani. Nessuna guerra è giusta, tutte le guerre sono contro l’umanità. Chi è d’accordo con le guerre? Solo i farabutti che le scatenano, che governano il mondo e poi si nascondono nei loro bunker perché sono dei vigliacchi. Noi siamo per la pace. Pace, amore e musica”.
E ai “farabutti che governano il mondo”, Vasco Rossi dedica idealmente due canzoni, scritte più di 30 anni fa, ma dal contenuto purtroppo sempre attuale: “Mi Si Escludeva” (un brano bellissimo che contiene riferimenti all’Olocausto, al razzismo, al bullismo, all’odio, alla discriminazione e persino allo sfruttamento di colui che viene etichettato come ‘diverso’) e “Gli Spari sopra“, un testo di denuncia contro l’ipocrisia dei potenti, contro le manipolazioni e le ingiustizie presenti nella nostra società.
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