sabato, Giugno 28, 2025
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“Così ho fatto condannare i miei usurai”. Il racconto del producer musicale

AGI – Tra i primi suoi clienti c’era Achille Lauro ancora in rampa in lancio ma anche Vittorio Sgarbi per registrare la sue spiegazioni delle opere d’arte. Giovanni aveva realizzato a 32 anni il sogno di una vita: aprire a Milano uno studio di registrazione dove esercitare le abilità di tecnico del suono e vivere della sua passione. Era il 2017, le cose filavano bene. Poi è arrivato il Covid, l’attività è stata travolta dalle chiusure, e si è rivolto a persone che a un certo punto lo hanno costretto a vendere casa. Ieri il tribunale di Milano ha condannato per il reato di usura Manlio Parmeggiani (4 anni di carcere), Jari Incollà (3 anni e mezzo) e Domenico Incollà (3 anni e mezzo) e a risarcire una provvisionale di 30mila euro a lui e 5mila all’associazione ‘SOS Italia Libera’ che lo ha strappato dagli abissi in cui era precipitato.

La storia

“Avevo preso lo studio in affitto a 1800 euro al mese e speso un sacco di soldi per i macchinari, circa 150mila euro – inizia così il suo racconto all’AGI -. Stavo rientrando dall’investimento e avevo appena iniziato a guadagnare quando è arrivata la pandemia. Non incassando nulla, presto non sono stato più in grado di versare l’affitto ma non volevo rinunciare al mio sogno. Pensavo che le conseguenze del Covid sarebbero finite presto e invece…”.

Invece Giovanni inizia ad annaspare finché un vicino di casa lo mette in contatto con Parmeggiani: “Manlio mi ha detto che non avrei dovuto preoccuparmi, che mi avrebbero prestato dei soldi e poi mi avrebbe portato in banca per avere un finanziamento da un broker che lui conosceva e che poi non ho mai visto. Mi ha fatto firmare un pre-contratto in cui sottoscrivevo che, se non gli avessi restituito i soldi, mi avrebbero portato via la casa”.

Arriva la paura. “Jari e Domenico mi avevano dato materialmente i 30 mila euro che mi sarebbero dovuti servire per respirare. Manlio mi chiamava tutti i giorni e tutti i giorni, quando il suo nome appariva sul telefono, mi veniva la tachicardia”.

Nessuna minaccia di fargli del male, dice, toni anche pacati ma l’orizzonte era chiaro: se non avesse pagato quanto dovuto, la casa dove viveva con la moglie sarebbe stata risucchiata dall’usura. Si legge nel capo d’imputazione che Parmeggiani ‘induce’ Giovanni a vendere la casa, un loft di 85 metri, a una signora a 65mila euro “a fronte di un valore effettivo di 130mila euro approfittando delle precarie condizioni economiche e della sua particolare vulnerabilità psicologica al fine di scongiurare lo sfratto dall’immobile in cui era in affitto”.

Il vantaggio di natura usuraia viene calcolato nel 121 per cento. “Mi avevano assicurato che il contratto preliminare di compravendita a una donna che loro mi avevano indicato sarebbe servito come garanzia e poi sarebbe stato stracciato perché l’immobile aveva un valore superiore”. Il punto di svolta è quando il Tribunale notifica a Giovanni la comunicazione che “essendosi reso inadempiente all’obbligo di concludere il contratto definitivo previsto dal preliminare”, la casa diventava di proprietà della signora.

“Ho scoperto su internet l’esistenza dell’associazione ‘SOS Italia Libera’ di Paolo Bocedi ed è stato lui, assieme all’avvocato Massimiliano Lanci che mi ha assistito nelle indagini, a salvarmi la vita invitandomi a denunciare alla Guardia di Finanza. Poi sottolineo che i magistrati sono stati veramente bravi. Paolo mi ha dato il coraggio e la sicurezza di andare avanti. Il mio appello a chi si trova nelle condizioni in cui ero è di denunciare”.

Giovanni nel frattempo ha trovato un altro modo per far fiorire la sua passione. “Lo studio di registrazione l’ho fatto a casa mia. Produco solo musica mia, elettronica, e non faccio il produttore di altri. Le cose vanno bene”. “Fate come lui – esorta Bocedi rivolgendosi a chi è in acque scure -. Denunciate, non abbiate paura. È importante sottolineare che Giovanni riavrà i soldi, il Tribunale ha confiscato 30mila euro di beni agli imputati. Insomma, ora tocca agli usurai pagare”.  

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