mercoledì, Luglio 2, 2025
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Alligator Alcatraz, la prigione di Trump nella sinistra palude

AGI – Costruito a tempo di record nel mezzo delle famose paludi delle Everglades, è stato subito soprannominato ‘Alligator Alcatraz‘: si tratta del centro di detenzione temporaneo per migranti fortemente voluto dal presidente Usa, Donald Trump, che si appresta a inaugurarlo.

Una struttura isolata tra alligatori e pitoni

Il sito è stato costruito su un aeroporto abbandonato nel cuore di una vasta rete di foreste di mangrovie e imponenti paludi, abitate da una popolazione stimata di circa 200.000 alligatori, bestie che da adulte possono arrivare a raggiungere i 4,5 metri di lunghezza. A questi si aggiungono zanzare e pitoni, creando un ambiente che nei piani dei suoi ideatori scoraggia la fuga.

 

“C’è una sola strada che vi arriva, e l’unica via d’uscita è un volo di sola andata. È isolato e circondato da una fauna selvatica pericolosa e da un territorio implacabile“, ha sottolineato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. “Se le persone escono, non c’è molto ad aspettarle, a parte alligatori e pitoni”, ha notato il procuratore generale della Florida James Uthmeier, descrivendo il sito come “un’opportunità a basso costo per costruire un centro di detenzione temporaneo, perché non è necessario investire così tanto nel perimetro”.

Capacità e costi del centro

La struttura potrà ospitare alla fine fino a 5.000 posti letto, ma per il momento l’obiettivo delle autorità della Florida è rinchiudervi un migliaio di “criminali stranieri“. La costruzione del centro è stata annunciata la settimana scorsa dal governatore repubblicano Ron DeSantis per un costo stimato di 450 milioni di dollari. Le spese saranno sostenute dalla Florida e rimborsate dalla Federal Emergency Management Agency.

 

Le autorità locali hanno requisito il terreno in base a poteri di emergenza di cui beneficiano grazie a un ordine esecutivo emesso anni fa da DeSantis durante l’amministrazione Biden per rispondere alla crisi causata dall’immigrazione illegale. In questo modo hanno potuto accelerare il progetto, aggirando leggi e regolamenti, in quello che gli oppositori hanno definito un abuso di potere.

Proteste ambientali e dei nativi

 

 

Oltre ad attivisti per i diritti civili, l’iniziativa ha provocato l’ira degli ambientalisti: il Center for Biological Diversity e l’associazione Friends of the Everglades hanno presentato la settimana scorsa una petizione per bloccare i progetti del centro di detenzione, lamentando potenziali “danni significativi all’ecosistema delle Everglades“. A questo si aggiunge la presenza di nativi americani: nella Riserva Nazionale di Big Cypress, dove si trova la pista di atterraggio, ci sono 15 villaggi tradizionali Miccosukee e Seminole, oltre a cimiteri e luoghi cerimoniali.

 

 

 

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