AGI – Gli orti urbani possono rivelarsi non solo un salutare spazio per l’aggregazione sociale in città, ma anche un vero e proprio presidio contro il cambiamento climatico. Questo secondo quanto emerge da uno studio guidato dall’Università SWPS, dal Politecnico di Varsavia e dall’Università di Scienze della Vita di Varsavia, pubblicato su Miscellanea Geographica.
Gli autori si sono concentrati in particolare su Varsavia, che offre ai residenti grandi opportunità per attività di giardinaggio. I ricercatori hanno individuato aree potenzialmente idonee per nuovi orti ricreativi, sociali ed educativi. In totale, tali spazi — tra cui prati, frutteti, parchi, aree verdi residenziali, terreni incolti e post-industriali — coprono 1.864 ettari, situati per lo più entro 600 metri dalle aree abitate.
Secondo 200 interviste condotte, l’orticoltura urbana è molto diffusa in città. Il fenomeno coinvolge gruppi informali di residenti, associazioni, fondazioni e istituzioni pubbliche come scuole e centri culturali. Gli orti vengono percepiti come luoghi accoglienti, capaci di promuovere il benessere, il contatto con la natura, il senso di responsabilità ambientale e la costruzione di legami sociali.
Chi coltiva gli orti urbani
In media, ogni giardino urbano coinvolge 10-15 persone attive, più altri partecipanti occasionali e visitatori. I più coinvolti risultano essere anziani (donne con istruzione superiore) e famiglie della classe media. I leader dei gruppi di giardinaggio sono spesso dipendenti istituzionali, attivisti sociali (anche legati a ONG) e volontari particolarmente motivati.
Secondo i leader, l’obiettivo principale non è tanto la produzione alimentare, quanto lo sviluppo di attività ecologiche (tutela della biodiversità e gestione dei rifiuti organici), l’educazione ambientale e la costruzione di una società cooperativa.
Benefici ambientali e sociali degli orti urbani
Gli orti urbani contribuiscono a un migliore assorbimento della CO₂, alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e alla mitigazione dell’effetto isola di calore urbano. Permettono di utilizzare i rifiuti organici, riducendo le emissioni di gas serra e il consumo energetico.
Tra gli altri benefici si segnalano migliore efficienza idrica, riduzione del rischio di alluvioni e miglior infiltrazione e ritenzione dell’acqua piovana. Vengono inoltre riconosciute funzioni terapeutiche, legate alla cura delle piante e alla permanenza in un ambiente naturale.
Gli scienziati invitano a riflettere su limiti, rischi e sfide dell’orticoltura urbana come strumento di adattamento climatico. Raccomandano l’introduzione di un sostegno sistemico da parte delle autorità amministrative e la promozione degli orti come strumenti strategici di gestione urbana e come pratiche ambientali da valorizzare tra i cittadini.