giovedì, Luglio 3, 2025
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Casa Pertini – Voltolina apre ai visitatori: storia privata e memoria pubblica nel cuore di Roma

AGI – È la casa romana con la più bella vista sulla Fontana di Trevi ma anche sul Quirinale: perché la first lady Carla Voltolina, fermamente contraria a vivere nelle stanze presidenziali, ci teneva però a vedere l’ufficio di suo marito, Sandro Pertini, presidente della Repubblica dal 1978 al 1985, il partigiano, l’esiliato a Ventotene, protagonista di pagine italiche storiche di gioia, come i Mondiali di calcio del 1982 e di dolore, come la tragedia di Alfredino Rampi un anno prima, senza dubbio uno dei Presidenti più amati.

In quell’appartamento del Comune di Roma (allora era sindaco Giulio Carlo Argan) al quinto e ultimo piano di palazzo Castellani, in piazza Trevi 86, Pertini visse dall’inizio del suo mandato fino al ’90, l’anno della sua morte, sua moglie per altri quindici anni. E da domani mattina, con l’inaugurazione ufficiale in programma alle 11:00, quella casa intrisa di storia privata e di cultura diventa un patrimonio collettivo, a disposizione del pubblico che potrà vedere da vicino le cento pipe del presidente, la sua libreria, ma anche il tavolo sul quale giocava a scopone con Enzo Bearzot, Pietro Mennea e Giovanni Spadolini.

La prima residenza privata di un presidente della Repubblica a essere aperta al pubblico si chiamerà ‘Casa Pertini Voltolina’: “In sole due ore si sono già prenotate 500 persone” racconta all’AGI, Ivan Drogo Inglese, presidente degli Stati Generali del Patrimonio italiano, l’ente che ha preso in concessione dal Comune di Roma l’appartamento disabitato da venti anni ristrutturandolo con un investimento di 100 mila euro.

“Non potranno entrare più di settanta visitatori al giorno (il biglietto per l’ingresso con visita guidata di 45 minuti costa 15 euro ndr), perché vogliamo farli sentire come veri ospiti di una coppia storica che non amava ricevere troppe persone insieme. Frequentavano pochi amici tra i quali spiccava Francesco Cossiga”.

Perché Pertini e Voltolina erano notoriamente sobri e riservati anche se, precisa Drogo Inglese “non è vero, come è stato spesso scritto che la loro casa era una soffitta di 37 metri quadri, si tratta di una fake news che rafforzava la narrazione di una coppia amante dell’understatement”.

La casa è si’ mansardata, ma si tratta di 150 metri quadri arricchiti da altri venti della cosiddetta “terrazza del tricolore”, cosi’ chiamata perché quando Pertini rientrava a casa dal Quirinale l’attendente issava la bandiera italiana. In omaggio alle volontà di Voltolina che prima di morire (come suo marito, proprio in quella casa, con l’orologio della cucina fatalmente fermo all’ora della sua scomparsa, le 17) si raccomandò che quell’appartamento non diventasse lo spioncino sulla vita familiare dei Pertini, l’aspetto voyeuristico è ridotto al minimo: insieme alle pipe, elemento identitario del Presidente, ci sono si’ le sue cento cravatte griffate comprate in Francia (la coppia aveva una casa a Nizza) ma della Voltolina sono esposti solo i monili, quasi tutti rossi, il suo colore preferito.

I visitatori potranno sedersi nelle due poltroncine della terrazza, ma anche alla scrivania di Pertini collocata nella biblioteca studio dove il Presidente, che soffriva d’insonnia, aveva voluto anche un lettino singolo per non disturbare sua moglie. Si potrà ammirare la sala da pranzo nonché sala da scopone arricchita da un caminetto, la stanza da letto con guardaroba, la cucina e la sala della vigilanza dedicata agli otto addetti alla sicurezza della coppia presidenziale disposti dal cortile al tetto. Denso di storia pubblica e privata anche il patrimonio artistico a cominciare da un quadro di Aligi Sassu e da uno di Novella Parigini, dono di Federico Fellini, grande amico della coppia come Giorgio Forattini che a Pertini regalò la sua statua-caricatura.

Manca, ma Drogo Inglese conta di riuscire ad averlo presto dal museo civico di Savona ‘La colazione del pastore’ il quadro di Sirio Midollini, pittore molto amato da Pertini che campeggiava sul suo letto. E presto arriveranno (sono in fase di catalogazione) anche i cento volumi di Pertini, che saranno a disposizione di ricercatori e studenti.

“Quando sono entrato in quella casa disabitata da vent’anni pensando che li’ dentro c’era ancora il Dna di Pertini e Voltolini ho provato una grande emozione, sono sicuro che sarà cosi’ per tutti” chiarisce Drogo Inglese, grato al Comune di Roma che ha saputo resistere alle lusinghe di chi voleva fare business su quella casa: “Hanno detto no ad assegni milionari”. 

 

 

 

 

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