AGI – Il presidente ucraino Volodymr Zelensky ha incontrato gli investitori statunitensi in Ucraina per chiedere loro di usare la loro influenza nel loro paese per garantire il flusso continuo di aiuti militari a Kiev, dopo che Washington ha annunciato una pausa in questo flusso per valutare se gli Stati Uniti abbiano sufficienti riserve di armi per continuare a offrire questo tipo di assistenza.
“È importante per tutti noi in Ucraina che ognuno usi ora la propria influenza personale per raggiungere un risultato collettivo. Il continuo sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina, alla nostra difesa, al nostro popolo, è nel nostro interesse comune”, ha dichiarato Zelensky nel suo discorso alla nazione.
Zelensky ha sottolineato l’importanza della fornitura continua di equipaggiamento per la difesa aerea all’Ucraina, affermando che ciò garantisce “protezione a tutte le aziende che operano nel nostro Stato“. Tra i tipi di armi che gli Stati Uniti hanno temporaneamente smesso di inviare in Ucraina vi sono i missili per i sistemi antiaerei Patriot, che l’Ucraina utilizza per abbattere i missili balistici e ipersonici russi.
Nel suo discorso di ieri sera, Zelensky ha affermato che la sua amministrazione sta lavorando con quella statunitense per “chiarire tutti i dettagli del sostegno alla difesa”. Le spedizioni sospese fanno parte di pacchetti di armi approvati durante l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden. L’attuale residente della Casa Bianca, Donald Trump, si è mostrato finora riluttante a stanziare nuovi aiuti all’Ucraina.
La versione di Washington
La riduzione degli aiuti militari potrebbe rappresentare anche un cambio nelle priorità del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha fatto pressioni su Russia e Ucraina affinché accelerassero i colloqui di pace in stallo. Il repubblicano ha ora assunto un ruolo più importante nell’orchestrare un possibile cessate il fuoco a Gaza e nell’attenuare le tensioni tra Iran e Israele dopo il conflitto durato 12 giorni.
L’indagine del Pentagono ha stabilito che le scorte di alcune munizioni precedentemente promesse erano diventate troppo basse e che alcune spedizioni in sospeso non sarebbero state inviate, ha affermato un funzionario statunitense che ha parlato in condizione di anonimato, secondo Politico, che per primo ha riportato la sospensione degli aiuti militari.
L’importanze degli aiuti
Le armi, le munizioni e le attrezzature fornite dagli Stati Uniti – oltre al supporto di intelligence – hanno permesso alle forze ucraine di contenere l’esercito russo, che però occupa ancora circa il 20% del territorio ucraino. L’Ucraina resta “fortemente dipendente” dalle forniture militari americane, ha detto all’AFP un alto ufficiale dell’esercito ucraino, parlando in anonimato. “L’Europa fa del suo meglio, ma sarà difficile per noi senza le munizioni americane”, ha aggiunto.
L’entità concreta di questa decisione americana, tuttavia, resta poco chiara. Zelensky ha anche affermato che Washington e Kiev stanno lavorando per “chiarire tutti i dettagli” riguardo all’assistenza militare ancora fornita dagli Stati Uniti, “inclusi i componenti per la difesa antiaerea”. “Il sostegno continuo degli Stati Uniti all’Ucraina, alla nostra difesa e al nostro popolo è nel nostro interesse comune”, ha assicurato.
Il Patriot, “un’arma essenziale”
Secondo Politico e altri media americani, gli Stati Uniti intendono porre fine in particolare alla fornitura dei sistemi di difesa antiaerea Patriot, di pezzi di artiglieria di precisione e di missili Hellfire. Proprio nelle ultime settimane, Volodymyr Zelensky aveva chiesto a Donald Trump di vendergli altri sistemi Patriot (oltre a quelli già consegnati) per contrastare con maggiore efficacia gli attacchi quotidiani russi con missili e droni.
Il Patriot è “un’arma essenziale” che l’Ucraina al momento non può sostituire e, se dovesse mancare, “i missili russi distruggeranno le città ucraine”, ha avvertito Mykhailo Samus, direttore del New Geopolitics Research Network, un think tank con sede a Kiev. In serata, il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiga, ha ribadito che il suo Paese è pronto ad “acquistare o affittare” sistemi di difesa antiaerea per far fronte “all’enorme quantità di droni, bombe e missili” russi che lo colpiscono.
Tra la popolazione ucraina, l’annuncio americano è stato accolto con una certa apprensione. “Sarà ancora più spaventoso, ancora più doloroso e soffriranno ancora più civili”, ha commentato all’AFP Yevguenia Pryssiajna, residente a Kiev, denunciando l’aumento delle incursioni notturne russe. “L’Ucraina è stata consegnata a Putin”, ha dichiarato Andri Novitski, operaio di 53 anni.
La soddisfazione di Mosca
Il Cremlino, prevedibilmente, ha accolto con favore la situazione, sostenendo che avvicina Russia e Ucraina alla fine del conflitto. “Meno armi vengono consegnate all’Ucraina, più vicina è la fine dell’operazione militare speciale”, ha dichiarato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, utilizzando la dicitura ufficiale con cui il Cremlino definisce l’invasione del territorio ucraino.
Per Shashank Joshi, esperto dell’Istituto RUSI di Londra, la decisione americana rende invece “sempre meno probabile che la Russia si prenda la briga di negoziare seriamente”. Russi e ucraini hanno tenuto due cicli di colloqui in Turchia – il 16 maggio e il 2 giugno – che non hanno portato a svolte significative, data la distanza tra le posizioni. Un terzo incontro non è stato ancora annunciato.
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