AGI – Skibidi boppy su Instagram, skibidi boppy su TikTok. E in moltissime chat su WhatsApp. È l’ultima parola diventata virale grazie ai social, soprattutto nella sua forma contratta: “skibidi”. Ma cosa significa davvero? E da dove viene? Spoiler immediato (e un po’ cattivo): non significa niente. Ma è proprio questo il punto: funziona benissimo proprio perché non vuol dire nulla. È un lessema senza senso, ma ricco di suono, ritmo, energia. Una sorta di scioglilingua strano, difficile da pronunciare ma incredibilmente accattivante. Ti resta in testa anche se non l’hai cercato.
Eppure, se si va un po’ più a fondo, si scopre che skibidi boppy è tutt’altro che vuoto. È una parola che attraversa culture, generazioni e media, passando dallo scat jazz degli anni ’20 allo slang digitale dei reel, dalle hit russe ai meme di YouTube. Inseguire Skibidi boppy all’indietro nel tempo è un’esperienza affascinante, soprattutto se ci si addentra nei meandri di Reddit e di quelle piattaforme che oggi raccolgono l’eredità dei vecchi forum. Quegli spazi digitali dove i millennial hanno imparato a confrontarsi e informarsi.
Dal jazz allo scat
L’atmosfera dello skibidi boppy affonda nelle radici della musica afroamericana. Non è del tutto un’invenzione recente, quindi, perché può essere accomunata, seppur alla lontana e con un po’ di forzatura, a una sillaba tipica dello scat singing, una tecnica vocale jazz nata negli Stati Uniti negli anni ’20. Nello scat, il cantante non usa parole ma fonemi senza senso per imitare strumenti musicali o improvvisare linee melodiche. Lo facevano Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Cab Calloway: “ba-doo-bap”, “shoo-be-doo”, “skibidi-bop”. E via dicendo. Un metodo utilissimo per accompagnare la propria voce e dare ritmo. Come spiega un utente sul forum Reddit Etymology, “skibidi started as a nonsensical word in scat singing, where improvisation takes priority over meaning”. In pratica, era una parola già virale un secolo fa, quando ancora non esistevano né Internet né TikTok. O almeno una sua stretta parente.
Il primo riutilizzo virale
Il primo grande salto globale nella cultura pop arriva nel 2018 con i Little Big, collettivo elettro-pop russo noto per il suo stile parodico e iper-coreografico. Il brano “Skibidi”, pubblicato su YouTube, diventa una hit mondiale: base martellante, coreografia assurda e un ritornello che suona come una formula magica priva di logica. Oggi ha collezionato più di 700 milioni di views dando vita alla #skibidiChallenge, replicata ovunque, dai social alla TV. È il trionfo dell’estetica post-ironica: un brano costruito sul nonsense che prende in giro le hit pop ma diventando a sua volta una hit pop.
Skibidi Toilet
Nel 2023, la parola rinasce sotto una forma ancora più surreale: Skibidi Toilet, una serie animata su YouTube in cui orribili teste umane escono letteralmente dai wc in un mondo post-apocalittico. Ogni episodio è un flusso audiovisivo disconnesso, costruito su remix molto “glitchati” e caos visivo. La serie, diventata velocemente un vero fenomeno tra preadolescenti e adolescenti, ha milioni di visualizzazioni, decine di cloni, parodie e reinterpretazioni. E secondo Know Your Meme, è diventata una delle serie animate più riconoscibili del web e più imitate nel 2023.
E oggi?
“Sskibidi” è diventata quindi una sorta di parola-totem, un marcatore di caos, trash e ironia generazionale. Secondo il dizionario Merriam-Webster, che ha dedicato una voce al termine, parliamo di “un termine gergale nonsense, usato spesso in modo ironico per descrivere qualcosa di illogico o ridicolo”. Funziona all’interno del linguaggio dell’assurdo, uno strumento per dire senza dire, per comunicare alleggerendo una discussione o, addirittura, per troncarla. È il contrario del politically correct, del ragionato. In un mondo digitale dove i contenuti virali durano pochi secondi questa parola si adatta perfettamente perché facilmente replicabile e utilizzabile in molteplici contesti. È poi è profondamente generazionale, soprattutto per la geberazione Alpha.