sabato, Luglio 12, 2025
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L’odissea di Wilga in Australia, persa nel nulla per 12 giorni

AGI – Li chiamano backpacker, letteralmente ‘zaino in spalla’, e sono una delle forme di turismo scelto dai giovani europei per viaggiare in Australia, dove magari arrivano con un ‘working holiday visa’, il visto che per un anno permette di restare nel Paese girandolo da un capo all’altro e facendo lavoretti per mantenersi. Carolina Wilga, 26enne tedesca, era una di loro e un paio di settimane fa se ne erano perse le tracce mentre attraversava l’Australia Occidentale alla guida di un furgone. In una zona boschiva, però, il veicolo si è impantanato e la ragazza si era trovata letteralmente persa nel nulla, a centinaia di chilometri da qualunque forma di civiltà. Per dodici giorni le autorità hanno setacciato l’area e proprio quando le speranze si erano ridotte al lumicino, una donna alla guida di un’auto si è imbattuta in Wilga. Era sopravvissuta bevendo dalle pozzanghere e cercando riparo nelle grotte quando, di notte, la temperatura crollava fino a rischiare l’assideramento. È stata trovata lungo un sentiero forestale in una riserva naturale e portata in un ospedale di Perth per accertamenti.

“È stata devastata dalle zanzare. Ha ovviamente vissuto un’esperienza incredibile, un trauma, e questa sarà senza dubbio una testimonianza del suo coraggio in circostanze straordinarie”, ha detto Martin Glynn, della polizia dell’Australia Occidentale. “Non sembra aver riportato ferite gravi. Ovviamente, ha molte ferite lievi e significative”, ha osservato Glynn, sottolineando che la giovane tedesca è sopravvissuta in un “ambiente molto ostile” non solo per le condizioni meteo, ma anche per la minaccia rappresentata dalla fauna selvatica.

#Breaking : Police have confirmed that German backpacker Carolina Wilga has been found alive, 12 days after she went missing in Western Australia’s wheat belt.

Wilga was last seen on June 29, and yesterday her car was found abandoned on the edge of a nature reserve. pic.twitter.com/GS30JgzhE5

— 10 News (@10NewsAU) July 11, 2025

Il racconto di Wilga

La 26enne era stata vista l’ultima volta il 29 giugno in una tenda nella piccola comunità di Beacon, 313 chilometri a nord-est di Perth e giovedì era stato individuato il suo furgone, abbandonato. La ragazza ha raccontato alla polizia che dopo 11 notti nel bush australiano aveva perso la speranza di essere salvata, ed è riuscita a salvarsi solo per “pura fortuna”. Ha camminato “confusa e disorientata” per 24 chilometri lontano dal suo furgone, rimasto bloccato in una remota zona boschiva dell’Australia Occidentale. Camminava seguendo il movimento del sole e cercava di dirigersi a ovest, pensando che quella fosse la migliore possibilità di imbattersi in qualcuno o in una strada. Era rimasta nel furgone per un giorno prima di abbandonarlo in preda al panico.

È stata trovata “esausta, disidratata e affamata”, con tagli e contusioni. La famiglia ha ringraziato la comunità dell’Australia Occidentale che si è unita per “impiegare ogni risorsa per trovare la figlia”. Wilga ha trascorso due anni viaggiando con lo zaino in spalla in tutto il Paese e ha lavorato in miniere dell’Australia Occidentale, soggiornando principalmente in ostelli. Tania Henley, la donna che l’ha soccorsa, ha detto all’emittente pubblica ABC di aver visto Wilga agitare le mani sul ciglio della strada: “Non riesco proprio a credere che sia sopravvissuta. Non aveva scarpe e si era fasciata il piede”.

Come sopravvivere, una guida

L’esperto di sopravvivenza Gordon Dedman, fondatore di Bush Survival Australia e consulente di sopravvivenza per Alone Australia, ha detto alla Bbc che rimanere nel proprio veicolo è la “regola d’oro” nell’outback. Non solo aiuta i soccorritori, ma offre anche un riparo e gli specchietti possono essere usati per attirare l’attenzione. Creare una X gigante sul terreno è un altro modo per attirare l’attenzione. Chi viaggia in zone remote dovrebbe portare con se’ segnalatori luminosi e oggetti come fili di alluminio, che brilleranno al sole.

Per quanto riguarda il cibo, Dedman indica la “regola del tre” per stabilire le priorità: “Tre minuti senza aria, tre ore senza riparo, tre giorni senza acqua e tre settimane senza cibo”. Alcune persone possono resistere a lungo senza cibo usando il loro “muscolo di sopravvivenza”: il grasso.

Dedman usa l’acronimo STOP – (stop, think, organize and plan, ossia: fermati, pensa, organizza e pianifica) e un altro, PLAN, (protect, localize, aquire and navigate, ossia: protezione, localizzazione, acquisizione e navigazione) come regole auree per la sopravvivenza. Protezione significa predisporre il primo soccorso, vestiario, riparo e fuoco. Localizzazione significa attrarre, mantenere e dirigere l’attenzione. Acquisizione significa procurarsi acqua e poi cibo, e navigazione significa orientamento e direzione del viaggio. Il fuoco ha molteplici usi, ha detto Dedman, dal calore per bollire l’acqua, cucinare il cibo e fare un segnale di fumo alla luce per sentirsi meno sperduti nelle tenebre.

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