AGI – A un anno esatto dal giorno in cui si è tentato di assassinare Donald Trump, un rapporto del Congresso ha denunciato gli errori “imperdonabili” dei servizi segreti, che hanno il compito di proteggere le figure politiche americane di alto livello. Il 13 luglio 2024, un uomo sparò a Trump durante un comizio elettorale a Butler, in Pennsylvania. L’allora candidato fu messo in salvo con una lieve ferita all’orecchio, ma uno spettatore fu ucciso e due rimasero feriti, prima che l’uomo armato venisse ucciso a colpi d’arma da fuoco.
Il rapporto del Senato: errori evitabili e mancanza di reazione
“Non si è trattato di un semplice errore, ma del risultato di una cascata di errori evitabili che sono quasi costati la vita al presidente Trump”, tuona il documento della Commissione per la sicurezza nazionale del Senato degli Stati Uniti. “Quello che è successo è imperdonabile“.
Il rapporto non torna sul movente dell’attentatore, ancora vago, ma accusa la polizia di ripetute mancanze per non aver individuato in tempo Thomas Crooks, 20 anni, che è riuscito a salire su un tetto e a mirare al candidato. “I servizi segreti non hanno reagito sulla base di informazioni affidabili” e “non si sono coordinati con la polizia locale“, ha scritto Rand Paul, presidente repubblicano della commissione.
Fallimenti sistemici e richieste di riforma
“È stato un fallimento della sicurezza a tutti i livelli, reso possibile dall’indifferenza burocratica, dalla mancanza di protocolli chiaramente stabiliti e dallo scioccante rifiuto di agire di fronte alle minacce dirette”, ha aggiunto. “Nonostante questi fallimenti, nessuno è stato licenziato“, ha detto il senatore, chiedendo che alcuni siano ritenuti responsabili e che vengano messe in atto riforme.
Dieci giorni dopo l’attentato, il direttore dei servizi segreti Kimberly Cheatle si dimise e a sei agenti fu notificata un’azione disciplinare. A ottobre, una commissione d’inchiesta indipendente ha chiesto una riforma profonda dei servizi segreti, citando problemi sistemici.
Trump: “Dio mi stava proteggendo”
Donald Trump ha riutilizzato le immagini scattate quel giorno, del suo pugno alzato e del volto insanguinato, per mobilitare le sue truppe prima delle elezioni di novembre. In un secondo presunto tentativo di omicidio a settembre, un uomo armato di fucile è stato avvistato vicino a Trump mentre giocava a golf in Florida. L’uomo è stato arrestato e incriminato.
Tornando al suo tentativo di omicidio, Trump ha detto questa settimana che “sono stati commessi errori“, ma che era soddisfatto dell’indagine. Nell’anniversario dell’attacco, ha detto ai giornalisti che “Dio lo stava proteggendo“, aggiungendo che non gli piaceva pensare “troppo” al tentativo di assassinio. “È un lavoro un po’ pericoloso essere presidente, ma non mi piace davvero pensarci troppo”, ha detto.