lunedì, Luglio 14, 2025
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“Straccia Olimpia”, il gelato per Milano-Cortina che racconta il mondo

AGI – Si chiama Straccia Olimpia il nuovo gusto ideato da Gianluca Colaiocco, gelatiere e fondatore delle Milanesi Gelaterie, per celebrare l’arrivo delle Olimpiadi invernali a Milano e Cortina.  Sarà disponibile a partire da martedì 15 luglio e resterà in vetrina fino alla fine dei Giochi, previsti per febbraio 2026, nei due punti vendita della catena: in via Cadore 45 (zona Porta Romana) e in viale Legioni Romane 59 (zona Primaticcio).

L’idea è quella di un gusto simbolico, pensato per rappresentare l’incontro tra culture e popoli attraverso qualcosa di semplice ma universale come il gelato. “Quando ho saputo che le Olimpiadi invernali sarebbero arrivate qui – racconta Colaiocco – mi si è accesa una scintilla. Non sarò sugli sci né in uno stadio, ma volevo esserci anche io, a modo mio. Con un gusto che parlasse di accoglienza, di mescolanza culturale, di diversità che si incontrano. Perché questa è l’Italia che amo: quella che apre le porte, che mette il piatto in tavola e ti dice “siediti, assaggia, sei il benvenuto”.

Come è fatto il gelato

La base della Straccia Olimpia è una crema gianduia, che “unisce il sapore della nocciola piemontese con il cacao. È un richiamo alla tradizione italiana, ma il viaggio inizia subito dopo”. Il primo passo porta nell’America del Sud, con il dulce de leche, “una crema ottenuta dalla lenta cottura, circa due ore, di latte e zucchero fino a raggiungere un colore dorato”. A legare questi sapori, vero filo conduttore dei sapori “c’è la stracciatella, sottile e croccante”.

Viene poi aggiunto il riso soffiato tostato, secco e leggero. Il motivo è spiegato direttamente dai gelatieri: “Il riso è un alimento comune a tutti i popoli, dal Giappone al Senegal, dal Perù alla Pianura Padana, e diventa nella Straccia Olimpia simbolo di un ponte invisibile e solido tra culture”. Infine, a completare il tutto, c’è la stracciatella di cioccolato fondente del Madagascar: “versata a filo, appena amara, con una punta di acidità che resta in bocca e in grado di dare profondità a un gusto dolce”. 

A completare il gusto, una stracciatella di cioccolato fondente del Madagascar, versata a filo: un cioccolato appena amaro, con una punta di acidità che resta in bocca. “È la vita vera – dice Colaiocco – che non è sempre zuccherata. Un promemoria che anche tra differenze forti si può convivere. Un cioccolato che viene da piantagioni lontane, spesso dimenticate, e che qui diventa la linea sottile che cuce il mondo”. Infine, una polvere d’oro edibile chiude la ricetta, come simbolo corale: “Un tocco finale che vuole rappresentare l’unione delle diversità in un gusto unico”.

 

 

Non un semplice gelato

Per il maestro gelatiere “questa non è una semplice coppa di gelato ma l’idea che il mondo possa sedersi allo stesso tavolo, parlare lingue diverse e capirsi condividendo qualcosa. In ogni cucchiaio, anche solo per un istante, tutte le culture si sentono viste, accolte, riconosciute”. 

 

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