AGI – “Io non credo di avere un coraggio speciale, sento soltanto che la mia coscienza e la mia voce interiore mi impone di farlo. Non l’ho urlato, l’ho detto con calma perché non c’è bisogno di urlare, c’è bisogno di dire le cose esattamente come stanno“. Anna Foglietta, ospite del San Lorenzo Festival a Piazzale del Verano a Roma, racconta all’Agi perché ha deciso di affiancare la comunità palestinese in una serata dedicata all’infanzia colpita dai bombardamenti a Gaza. Con la sua associazione Every Child is My Child, da anni impegnata nei territori di guerra, Foglietta ha raccontato che “Dal 2017, ci prendiamo sempre cura soprattutto dell’infanzia in questi luoghi. Ora ci troviamo in Cisgiordania, a Bejala, e stiamo sostenendo l’ultimo ospedale pubblico oncologico per i bambini palestinesi”.
Proprio in Cisgiordania, dove ogni bambino nasce sotto assedio e cresce in famiglie segnate da tre generazioni di violenza, bombardamenti, incursioni notturne, demolizioni di case, arresti arbitrari, lutti mai elaborati, si è aperto un nuovo presidio di assistenza psicologica grazie all’impegno dell’associazione: “È stato inaugurato invece questo centro per i traumi infantili insieme all’associazione Soleterre”, ha detto Foglietta. Si tratta del Soleterre Children Center, il primo centro permanente per la cura del trauma psicologico infantile da guerra nella regione, realizzato a 300 metri dall’Ospedale pubblico di Beit Jala, unico a offrire cure oncologiche pediatriche.
“I traumi legati alla psiche dei bambini palestinesi sono traumi purtroppo profondissimi, radicati, frutto di sopraffazione, di violenza, di abusi, di privazioni, di lutti insanabili, di lutti non risolti, per cui c’è bisogno di qualcuno che se ne faccia carico”, ha spiegato Foglietta. “Io con la mia associazione, con tutte le persone che ogni giorno devolvono, donano, ci prendiamo cura dell’infanzia a 360 gradi perché c’è bisogno, secondo me, di un mondo di adulti che si prenda cura del futuro dei bambini”.
“Solo la punta di un iceberg”
Parlando dell’ultimo bombardamento a Gaza, dove sono stati colpiti bambini in fila per ricevere del cibo, Foglietta ha dichiarato: “Io non penso più niente, ho la mia idea precisa su quello che sta succedendo, su quello che succede da troppi anni, la nostra incapacità di lettura della storia che ci ha impedito di puntare lo sguardo su un popolo che da troppi anni è sopraffatto e da troppi anni è violato”.
“Quello che sta succedendo oggi è la punta di un iceberg che ha radici profonde – ha proseguito –. Il popolo palestinese è considerato come un popolo di serie B e pensano di poter fare di loro ciò che vogliono. Le parole purtroppo non servono, servono azioni concrete, serve metterci la faccia davvero per chiedere immediatamente il cessate il fuoco e il rispetto del popolo palestinese che ha una sua dignità e una sua autonomia politica”.
Lo Stato palestinese
Foglietta ha sottolineato: “Bisogna chiedere fermamente proprio questo, non è un popolo di serie B che va aiutato e sostenuto, è un popolo che si sostiene benissimo da solo, la loro resistenza ce lo sta dimostrando in tutti i modi. Dobbiamo cominciare a rispettarlo per quello che è: un popolo indipendente che merita la sua indipendenza”, ribadendo come la soluzione sia uno Stato Palestinese. Commentando l’allargamento del conflitto da parte di Israele, che ha colpito anche la Siria nelle ultime ore, l’attrice ha detto: “Io non sono una geopolitica per cui non posso portare delle soluzioni, quello che posso dire è che da un punto di vista mentale tutta questa impunità sta creando dei danni seri anche a noi che siamo al di qua del mare e che non sappiamo davvero che risposte dare”.
“L’unica risposta è la presenza – ha aggiunto –, l’unica risposta è la collettività che si unisce, che protesta e che fa sentire la propria voce, fa capire che questa impunità non può esistere, perché l’allargamento dello scenario di guerra che sta facendo Israele, a danni dei popoli limitrofi e dei territori limitrofi, è qualcosa che sta lasciando tutti quanti noi senza parole nello sconcerto più totale”.Infine, l’appello: “Qualcuno poi dovrà farsi carico in maniera responsabile di queste azioni ed è quello che possiamo fare noi tutti insieme qui in piazza: riunirci e cooperare e dire in maniera unica, con un’unica voce, che questo non può più andare avanti, non può succedere”, ha chiosato. La serata, a ingresso gratuito, si è conclusa con la proiezione del documentario premiato alla Berlinale No Other Land. Insieme ad Anna Foglietta erano presenti anche Yousef Salman, Luisa Morgantini e Igor Camilli.