venerdì, Luglio 18, 2025
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Regionali, nel risiko del centrodestra irrompe Milano

AGI – Un nuovo tassello da aggiungere al puzzle. Come se non fosse già abbastanza intricata, la trattativa sulle candidature del centrodestra alle prossime regionali si ‘arricchisce’ di una casella, la poltrona di sindaco di Milano. Con l’inchiesta sull’urbanistica in cui è indagato il primo cittadino Giuseppe Sala, si sono aperti i giochi anche sul voto milanese che potrebbe non andare a scadenza naturale, nel 2027, ma essere anticipato sempre nell’ipotesi di dimissioni del sindaco dem.

Divisioni nel centrodestra sulle dimissioni di Sala

Dimissioni che, però, dividono la coalizione all’opposizione a Palazzo Marino, con Fratelli d’Italia e Lega che chiedono un passo indietro di Sala (anche se, a livello personale, Matteo Salvini tiene a precisare di non reclamarle) mentre Forza Italia e Noi moderati sono più prudenti e chiedono cautela, trincerandosi sotto l’ombrello del garantismo.

Ipotesi Lupi e tensioni tra Lega e Forza Italia

Il dibattito sulla piazza milanese si era aperto per la verità qualche tempo fa, quando, durante una cena per gli auguri di Pasqua, un big FdI come Ignazio La Russa aveva rilanciato l’idea di una corsa di Maurizio Lupi. Ipotesi che non sarebbe gradita ai leghisti, che preferirebbero, come ha più volte sottolineato Salvini, un “civico con forte connotazione politica“.

Così come per un civico di area ‘azzurra’ si è prenotata da tempo FI, che non vuole perdere l’occasione di provare a tornare alla guida del Comune, dopo gli anni di Gabriele Albertini e Letizia Moratti. “La Lega è pronta a prendersi le proprie responsabilità per tornare a garantire fiducia, serenità, sviluppo e buona amministrazione alla città”, scandisce una nota del partito, che ha schierato la vicesegretaria Silvia Sardone al presidio organizzato insieme a FdI in Piazza Scala.

Verso un progetto condiviso per Milano

Alla manifestazione non ha partecipato FI, che, però, con il segretario lombardo, Alessandro Sorte, assicura che “il centrodestra sta preparando un progetto ambizioso per Milano“. “Vogliamo costruire rapidamente una candidatura forte, con un sindaco e una squadra credibili, capaci di guidare un vero cambiamento – aggiunge Sorte – Servono idee, competenze e coraggio per dare finalmente a Milano l’amministrazione che merita”.

Quindi, Palazzo Marino potrebbe aggiungersi come nuovo tassello della delicata trattativa in corso per la scelta delle candidature alle prossime regionali. Dopo il breve vertice di ieri, appuntamento a inizio della settimana prossima – lunedì, o più probabilmente, martedì – per la seconda puntata del ‘tormentone’, che, secondo fonti qualificate di FdI, è intenzione dei leader chiudere “prima dell’inizio della pausa estiva“.

 

 

Zaia, Piantedosi e il risiko dei ministeri

Da Giorgia Meloni sono attesi i due vicepremier Salvini e Antonio Tajani, e il presidente di Noi moderati Maurizio Lupi. Due i nodi più spinosi: la scelta dei candidati in Veneto e in Campania. Mentre attendono solo il sigillo dell’ufficialità le ricandidature del meloniano Francesco Acquaroli nelle Marche, e le corse dell’azzurro Mauro d’Attis in Puglia, e del sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, in Toscana.

Il futuro di Zaia e la trattativa sul terzo mandato

A complicare la trattativa è la richiesta di un ministero, avanzata dalla segreteria leghista, per il Governatore veneto uscente Luca Zaia. Dopo il fallimento della trattativa sulla modifica al blocco del terzo mandato, anche il futuro di Zaia è entrato a far parte del negoziato. La Lega vorrebbe Salvini al Viminale, magari con la candidatura di Matteo Piantedosi in Campania, ma la sua contrarietà è nota.

Meloni non ha intenzione di procedere a un rimpasto di governo. L’offerta a Zaia potrebbe riguardare solo una casella attualmente occupata dalla Lega, escludendo Infrastrutture e Tesoro. Restano Istruzione, Disabilità e Autonomia. Per Zaia si valuta anche un incarico in una partecipata, in attesa delle politiche del 2027. Intanto, la Lega rivendica il buon governo in Veneto e chiede che “non si cambi la squadra che vince”.

Sfida in Veneto: Stefani, Speranzon e la lista Zaia

Il nome in pole è quello del 32enne Alberto Stefani. Ma FdI potrebbe rivendicare la candidatura, con nomi come Raffaele Speranzon e Luca De Carlo. La proposta di Flavio Tosi è vista come un atto di guerra. C’è anche il tema della lista Zaia, che il governatore usa come ‘tesoretto’ da 44% per condizionare la trattativa. A Palazzo Balbi si spera ancora in un rinvio delle elezioni al 2026.

 

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