domenica, Luglio 20, 2025
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La fuga dei super ricchi da Londra

AGI – Dallo scorso aprile il Regno Unito ha abolito lo status di “non domiciliato”, che consentiva agli stranieri residenti di pagare le tasse solo su quanto guadagnato nel Paese. I profitti realizzati all’estero venivano ignorati, a meno che non venissero trasferiti nel Regno Unito.

Obiettivo: aumentare le entrate fiscali

La scelta – dettata dalle difficoltà delle casse pubbliche – mirava a incassare di più dai super ricchi che avevano da sempre approfittato dell’agevolazione fiscale, risalente al 1799. Londra punta a raccogliere circa 45 miliardi di dollari entro il 2030. Ma, come racconta il Wall Street Journal, l’inizio non è stato dei migliori.

I ricchi fanno le valigie

Invece di pagare, molti ricchi espatriati stanno lasciando il Paese, sollevando dubbi sull’effettiva efficacia della misura. “Me ne vado“, ha dichiarato Bassim Haidar, uomo d’affari libanese di origine nigeriana, residente a Londra dal 2010. Haidar, che ricava la maggior parte del suo denaro da attività estere, stima che la riforma aumenterà il suo carico fiscale di cinque o sette volte.

Timori per l’imposta di successione

Padre di cinque figli, Haidar è anche preoccupato per l’imposta di successione del 40% del Regno Unito, che ora si applicherebbe ai suoi beni globali. Sta vendendo le sue proprietà nel Regno Unito e prevede di trasferirsi tra Dubai e la Grecia.

Altri casi illustri

Il Wall Street Journal cita anche Nassef Sawiris, miliardario egiziano e comproprietario dell’Aston Villa, che si è trasferito in Italia. Il miliardario tedesco delle criptovalute Christian Angermayer si è spostato in Svizzera già l’anno scorso. Anche la canadese Ann Kaplan Mulholland, che aveva investito 15 milioni di sterline in un castello del XIII secolo per avviare un’attività di matrimoni e ristorazione, ha deciso di lasciare il Regno Unito con il marito, un chirurgo plastico.

Un rischio fiscale per il Regno Unito

Il governo era consapevole che una parte dei residenti benestanti avrebbe lasciato il Paese. L’Office for Budget Responsibility aveva stimato che circa il 12% dei non-dom si sarebbe trasferito. Tuttavia, ha recentemente avvertito che le partenze potrebbero essere più elevate, sottolineando che la dipendenza fiscale da un gruppo ristretto e mobile rappresenta un rischio per la stabilità economica del Paese.

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