domenica, Luglio 27, 2025
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L’inquinamento aumenta il rischio di demenza

AGI – L’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico è associata a un incremento del rischio di sviluppare demenza. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista The Lancet Planetary Health, condotto dagli scienziati dell’Università di Cambridge. Il team, guidato da Haneen Khreis, ha valutato le informazioni relative a quasi 30 milioni di persone per considerare la correlazione tra salute mentale ed esposizione all’inquinamento atmosferico, comprese le emissioni di scarico delle automobili.

Secondo le stime attuali, i casi di malattie neurodegenerative superano i 57,4 milioni di persone in tutto il mondo e potrebbero raggiungere i 152,8 milioni entro i prossimi 25 anni. L’inquinamento atmosferico è stato recentemente considerato un fattore di rischio per la demenza, ma la connessione non era stata confermata finora.

Metodo dello studio e dati analizzati

I ricercatori hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi della letteratura scientifica esistente per approfondire questo aspetto e capire le dinamiche alla base della manifestazione della demenza. Nei 51 lavori considerati, è emersa un’associazione positiva e statisticamente significativa tra la malattia e il particolato con diametro pari o inferiore a 2,5 micron (PM 2,5), un inquinante composto da particelle minuscole, sufficientemente piccole da poter essere inalate in profondità nei polmoni.

Allo stesso tempo, riportano gli studiosi, l’esposizione ad alte concentrazioni di biossido di azoto (NO2) può irritare l’apparato respiratorio, favorendo patologie come l’asma e riducendo la funzionalità polmonare. La fuliggine, invece, può penetrare in profondità nei polmoni, aggravando le malattie respiratorie e aumentando il rischio di problemi cardiaci.

Secondo le analisi, per ogni 10 microgrammi per metro cubo (μg/m³) di PM 2,5, il rischio relativo di demenza di un individuo aumenterebbe del 17 per cento. Per ogni 10 μg/m³ di NO2 e fuliggine, il rischio relativo aumentava del 3 e del 13 per cento, rispettivamente.

Importanza delle evidenze epidemiologiche

“Le prove epidemiologiche – afferma Khreis – svolgono un ruolo cruciale nel permetterci di determinare se e in che misura l’inquinamento atmosferico aumenti o meno il rischio di demenza. Il nostro lavoro fornisce ulteriori prove a supporto dell’ipotesi che l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico esterno sia un fattore di rischio per l’insorgenza di demenza in adulti precedentemente sani”.

Contrastare l’inquinamento atmosferico può quindi portare a benefici sanitari, sociali, climatici ed economici a lungo termine, sottolineano gli scienziati. Ulteriori analisi hanno rivelato che, sebbene l’esposizione a questi inquinanti aumentasse il rischio di Alzheimer, l’effetto sembrava più marcato per la demenza vascolare, associata a una riduzione del flusso sanguigno al cervello.

Ruolo delle politiche pubbliche e prevenzione

“Gli sforzi per ridurre l’esposizione agli inquinanti chiave – precisa Clare Rogowski, collega e coautrice di Khreis – contribuiranno ad alleviare il peso della demenza sulla società. Saranno probabilmente necessari limiti più severi per diversi inquinanti, mirati ai principali responsabili, come i settori dei trasporti e dell’industria. Data l’entità dell’inquinamento atmosferico, vi è un urgente bisogno di interventi politici regionali, nazionali e internazionali per combattere l’inquinamento atmosferico in modo equo”.

“I risultati – conclude Christiaan Bredell dell’Università di Cambridge, altra firma dell’articolo – sottolineano la necessità di un approccio interdisciplinare alla prevenzione della demenza. Prevenire la demenza non è solo responsabilità dell’assistenza sanitaria: questo studio rafforza la tesi che la pianificazione urbana, le politiche dei trasporti e la

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