mercoledì, Agosto 13, 2025
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La morte di un cane si può prevedere da come respira

AGI – Un gruppo di ricerca guidato dal Professore Associato Toshiyuki Tanaka e dal Dott. Muryo Miki della Graduate School of Veterinary Medicine dell’Universita’ Metropolitana di Osaka ha esplorato i fattori associati alla prognosi dei disturbi respiratori nei cani.

Il team ha esaminato le cartelle cliniche, inclusi gli esami fisici generali e i risultati degli esami del sangue, di 133 cani visitati in un ospedale veterinario d’urgenza per disturbi respiratori. Un’analisi statistica di 105 sopravvissuti e 28 non sopravvissuti ha rivelato differenze significative nella frequenza cardiaca, nella temperatura corporea, nella conta leucocitaria (WBC), nella glicemia, nell’azoto ureico nel sangue (BUN), nel lattato e, soprattutto, nel fosfato.

Il fosfato come indicatore prognostico

Analogamente alle prognosi umane, i risultati dei test sui non sopravvissuti che mostravano livelli elevati di fosfato indicavano esiti sfavorevoli. Lo studio è stato pubblicato su PLOS One . I disturbi respiratori nei cani possono rapidamente diventare critici e sono considerati la seconda causa di arresto cardiaco nei cani. Pertanto, è necessario adottare misure appropriate in base alle condizioni di ciascun paziente. Ciò, tuttavia, richiede valutazioni rapide e accurate della gravità della malattia.

Valutazione della gravità della malattia

In medicina umana, esistono sistemi di punteggio che integrano esami fisici e risultati degli esami del sangue con valutazioni della funzionalità respiratoria e consentono valutazioni della gravità più accurate. Al contrario, in medicina veterinaria sono pochi i report sulle valutazioni della gravità che utilizzano test diversi dalle valutazioni della funzionalità respiratoria. Inoltre, l’utilizzabilità di queste valutazioni rimane poco chiara.

Implicazioni dello studio

“Per quanto ne sappiamo, questo studio è il primo a segnalare che il fosfato può essere un indicatore prognostico nei disturbi respiratori canini. Inoltre, gli indicatori suggeriti da questo studio sono generalmente facili da misurare e quindi ampiamente applicabili in diverse strutture”, ha affermato il Dott. Miki. Il professor Tanaka ha aggiunto: “Poiché questa indagine copre un’ampia gamma di patologie classificate come disturbi respiratori, riteniamo che sia necessario condurre indagini mirate alle singole patologie. Continueremo anche a indagare le cause dell’aumento dei fosfati“.

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