AGI – Nella Spagna di 5.600 anni fa si praticava il cannibalismo, con tecniche di modificazione post-mortem e lavorazione della carne. Questo macabro risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati del Catalan Institute of Human Paleoecology and Social Evolution (IPHES).
Il team, guidato da Gerard Campeny, Palmira Saladie’, Francesc Marginedas e Antonio Rodríguez-Hidalgo, ha analizzato i resti di circa 11 individui rinvenuti nella grotta di El Mirador nella Sierra de Atapuerca, risalenti a circa 5.600 anni fa.
Analisi dei resti nella grotta di El Mirador
I ricercatori hanno scoperto che diverse decine di ossa presentavano segni di cremazione, tracce di denti umani o macellazione, suggerendo che fossero state sottoposte a lavorazione post-mortem. La Penisola Iberica, spiegano gli esperti, conserva testimonianze di una vasta gamma di pratiche funerarie, tra cui sepolture collettive e la ridistribuzione delle spoglie dopo la morte. Sebbene episodi di cannibalismo nella penisola siano stati documentati fino a un milione di anni fa, le prove dirette della lavorazione del corpo umano sono rare e difficili da interpretare a causa delle ambiguità relative alle pratiche culturali dell’epoca e alle incerte condizioni di sepoltura.
Dettagli dell’indagine sui resti umani
Nell’ambito dell’indagine, il gruppo di ricerca ha analizzato 650 frammenti individuali di resti umani che mostravano segni di modificazioni postume, rinvenuti in due diverse aree della grotta di El Mirador e datati tra 5.709 e 5.573 anni fa. L’analisi isotopica ha rivelato la presenza di bambini, adolescenti e adulti provenienti da popolazioni locali. 239 resti, riportano gli scienziati, erano mescolati a materiale proveniente da una sepoltura collettiva più recente. 222 reperti sono stati associati alla cremazione, mentre 69 mostravano segni di macellazione.
Evidenze di macellazione e manipolazione dei corpi
Su 132 fossili sono stati identificati segni di taglio, tra cui affettatura, raschiatura e triturazione, che potrebbero essere associati alla scuoiatura e alla rimozione della carne. Alcuni resti presentavano tracce di denti umani. Tutte le evidenze di lavorazione sembravano riconducibili a un periodo successivo alla morte. Il modello di modificazioni sembra più coerente con la macellazione piuttosto che altri traumi.
Conclusioni sullo studio del cannibalismo
Questi risultati, concludono gli autori, potrebbero riflettere un singolo episodio di cannibalismo, indice di tensioni sociali più profonde e dinamiche conflittuali caratteristiche delle comunità neolitiche.