AGI – “In occasione del 69esimo anniversario della tragedia di Marcinelle, l’Anmil (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) ricorda con profondo rispetto e commozione il Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo”. Lo afferma il presidente nazionale Anmil Antonio Di Bella nel giorno della ricorrenza.
Le parole del presidente
“Oggi ricordiamo i 262 minatori, di cui 136 italiani, che persero la vita l’8 agosto 1956 nella miniera di carbone del Bois du Cazier, in Belgio”, dichiara Di Bella. “Dal 2001, su Direttiva della Presidenza del Consiglio dei ministri, questa data è stata ufficialmente riconosciuta come Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. Un ricordo necessario, oggi più che mai”. “L’attuale contesto economico e, soprattutto, geopolitico segnato da profonde incertezze e dal sempre più concreto rischio di rimpiombare tragicamente nell’oscurità del ‘secolo breve’, conferisce a questo 69esimo anniversario una valenza centrale”, continua il presidente di Anmil. “Impossibile non riflettere oggi sulla specularità tra la migrazione dei nostri connazionali del dopoguerra nella cornice del dramma economico e sociale ereditato e i migranti economici contemporanei che, nella maggior parte dei casi, non hanno neanche la ‘fortuna’ di giungere salvi verso le loro destinazioni”.
Una tragedia ancora attuale
“La strage di Marcinelle ci deve inoltre rammentare, sempre nell’ottica dello specchio con la nostra contemporaneità, quanto i grandi disastri sul lavoro – i tristemente ancora troppo ricorrenti incidenti plurimi – smentiscano categoricamente la troppo spesso utilizzata attribuzione delle cause alla superficialità del lavoratore dimostrando con una forza senza pari quanto negli anni ’50, come oggi, la mancanza di formazione e il mancato rispetto nei confronti della vita umana siano imputabili all’organizzazione del lavoro e non alla forza umana che la porta avanti”, sottolinea il Presidente Anmil Massa Carrara Paolo Bruschi.
I dati dei morti sul lavoro
I numeri ci confermano l’urgenza del tema: secondo gli ultimi Open data pubblicati dall’Inail relativi ai primi 6 mesi del 2025, in Italia si sono verificati 299.130 incidenti e 502 morti sul lavoro (con un aumento del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Le malattie professionali denunciate ammontano a 50.986, con un incremento del 12%.
Le affermazioni di Bruschi
“Le stragi sul lavoro non sono mai da attribuire alla fatalità. Le indagini per le responsabilità del disastro di Marcinelle furono caratterizzate da una scia di omissioni e da una fase processuale che portò, dopo 8 anni, alla condanna di un solo responsabile a sei mesi di reclusione” ricorda il Presidente Bruschi “262 morti, 6 mesi di reclusione e una multa”. “Viene spontaneo chiedersi quanto la società riesca realmente a trarre insegnamento dalle tragedie del passato. Ripercorriamo oggi nelle nostre coscienze la sequela di stragi sul lavoro che hanno colpito il nostro Paese solo in questi ultimi anni e domandiamoci cosa è cambiato realmente da quell’agosto di 69 anni fa”, conclude Bruschi. “Penso sia quello che ci viene domandato in questo Giorno di Memoria per non smettere di combattere, denunciare, essere in prima linea per trarre dalla nostra Storia, passata e recente, gli strumenti per cambiare”.