lunedì, Agosto 11, 2025
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A Nagasaki torna a suonare la campana distrutta dalla bomba atomica

AGI –  Il silenzio che ha accolto la breve tregua concessa dalla pioggia su Nagasaki è stato infranto, dopo 80 anni, dal suono delle campane distrutte dall’esplosione nucleare che rase al suolo la città. Era il momento più atteso della cerimonia di commemorazione per le 74mila vittime di ‘Fat Boy’, il secondo ordigno atomico sganciato sul Giappone dopo quello che, pochi giorni prima, aveva ucciso quasi il doppio delle persone a Hiroshima.

Il sindaco di Nagasaki, Shiro Suzuki, ha esortato il mondo a “porre fine immediatamente ai conflitti armati”. “Sono passati ottant’anni e chi avrebbe mai immaginato che il mondo sarebbe diventato cosi’? Una crisi che potrebbe minacciare la sopravvivenza dell’umanità, come una guerra nucleare, incombe su ognuno di noi” ha detto.
Gli storici hanno dibattuto a lungo se i bombardamenti abbiano effettivamente salvato delle vite, ponendo fine al conflitto ed evitando un’invasione di terra. Ma quei calcoli significavano poco per i sopravvissuti, molti dei quali hanno combattuto per decenni traumi fisici e psicologici, cosi’ come lo stigma che spesso accompagnava l’essere un hibakusha.

Il novantenne sopravvissuto Hiroshi Nishioka, che si trovava a soli tre chilometri dal luogo in cui la bomba esplose, ha raccontato ai partecipanti alla cerimonia di Nagasaki l’orrore cui assistette ancora bambino.
“Anche i più fortunati, che non erano rimasti gravemente feriti, iniziarono gradualmente a sanguinare dalle gengive e a perdere i capelli, e uno dopo l’altro morirono”, ricorda “Anche se la guerra era finita, la bomba atomica portò un terrore invisibile”.

L’imponente cattedrale in mattoni rossi, con i suoi campanili gemelli in cima a una collina, fu ricostruita nel 1959 dopo essere stata quasi completamente distrutta dall’esplosione avvenuta a poche centinaia di metri di distanza. Solo una delle due campane fu recuperata dalle macerie, lasciando la torre settentrionale silenziosa. Con i fondi dei fedeli statunitensi, la seconda campana è stata ripristinata ed è tornata a suonare nel momento esatto in cui la bomba fu sganciata. 

Per il cappellano della cattedrale, Kenichi Yamamura, “non si tratta di dimenticare le ferite del passato, ma di riconoscerle e di agire per riparare e ricostruire, e nel farlo, lavorare insieme per la pace”.

 

La commemorazione

Quasi 100 paesi avrebbero dovuto partecipare alle commemorazioni di quest’anno, inclusa la Russia, che però non è stata invitata per via dell’invasione dell’Ucraina. Israele, il cui ambasciatore non è stato invitato l’anno scorso a causa della guerra a Gaza, era invece presente. Un professore universitario americano, il cui nonno partecipò al Progetto Manhattan che sviluppò le prime armi nucleari, ha guidato il progetto di restauro della seconda campana. A ispirarlo fu la testimonianza di un cristiano giapponese che, durante le sue ricerche a Nagasaki, gli disse che gli sarebbe piaciuto sentire le due campane della cattedrale suonare insieme ancora una volta. Ispirato dall’idea, James Nolan, docente di sociologia al Williams College nel Massachusetts, intraprese un ciclo di conferenze sulla bomba atomica che per un anno lo portò in giro in tutti gli Stati Uniti, principalmente nelle chiese.

La raccolta fondi in Usa

È riuscito a raccogliere 125.000 dollari dai cattolici americani per finanziare la nuova campana, inaugurata a Nagasaki in primavera. Molti ignorano la dolorosa storia dei cristiani di Nagasaki, che, convertiti nel XVI secolo dai primi missionari europei e poi perseguitati dagli shogun giapponesi, mantennero viva la loro fede clandestinamente per oltre 250 anni. La loro storia è stata raccontata nel romanzo “Silence” di Shusaku Endo, e adattata in un film da Martin Scorsese nel 2016. L’esplosione di Nagasaki uccise 8.500 dei 12.000 fedeli della comunità cattolica della città.

 

 

 

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