AGI – Chi oserà sedersi sulla sedia accanto al “trono” della donna più potente della moda? Chi avrà il coraggio e la tenacia necessari a superare l’esame finale, sapendo che il premio più grande è la possibilità di sopravvivere? Nel frenetico e spesso spietato mondo della moda, la notizia si è diffusa con la velocità di un sussurro tra i corridoi di Condé Nast: Anna Wintour cerca un Executive Assistant con uno stipendio che può arrivare fino a 125mila dollari l’anno (oltre 100mila euro). Sede del lavoro, la sede di Vogue di New York. E no, non è la trama del “Diavolo veste Prada”. È realtà.
E certo, fa un po’ effetto sapere che la realtà ha superato la trama di un film proprio nei giorni in cui i fan sono in delirio tra le strade di New York pronti ad immortalare l’ultimo look di Miranda Priestly (personaggio a lei ispirato) o di Andy Sachs, mentre si gira l’attesissimo sequel. L’annuncio è apparso su Careers del sito ufficiale di Condé Nast. E se per chiunque altro si tratterebbe di un annuncio di lavoro come un altro, in questo caso l’evento assume i contorni di una vera e propria prova di forza, un “rito di passaggio” per chiunque aspiri a diventare un pezzo grosso del fashion system. La sedia accanto alla leggendaria direttrice globale di Vogue è un posto ambito e, allo stesso tempo, temuto. Non è un ruolo per i deboli di cuore, diciamolo.
L’assistente di Anna Wintour non deve solo gestire un’agenda fitta di impegni impossibili, coordinare spostamenti tra un continente e l’altro, e anticipare ogni esigenza della sua boss prima ancora che lei stessa la manifesti. Deve diventare un’ombra, un secondo cervello, un’estensione della sua volontà. Si racconta che la scelta di Wintour spesso ricada su giovani ambiziosi, vestiti in modo impeccabile, con un’energia instancabile e un’attitudine a risolvere i problemi prima che si presentino. L’obiettivo non è semplicemente trovare un impiegato, ma un potenziale erede, o perlomeno un futuro leader del settore, che sia disposto a imparare il mestiere direttamente dalla fonte più autorevole.
“Strategia social e altre iniziative rivolte al pubblico – si legge nell’annuncio tra le tante cose – che utilizza insight basati sui dati per informare e guidare la strategia attraverso i principali canali di distribuzione di Vogue. Le responsabilità includono tutto, dallo sviluppo e l’ottimizzazione delle strategie social e di ricerca alla gestione delle partnership, alla supervisione delle campagne e-mail, alla rendicontazione delle prestazioni e alla promozione della crescita commerciale e degli abbonamenti. Il candidato ideale dovrebbe essere a proprio agio nell’applicare framework di test, analizzare approfondimenti interni ed esterni e utilizzare ricerche competitive per informare la strategia, il tutto mantenendo la voce, il tono e gli standard editoriali di Vogue”.
E ancora: “È essenziale una profonda passione e comprensione degli argomenti principali di Vogue, così come la capacità di operare all’intersezione tra editoria, sviluppo del pubblico, gestione di progetti e prodotti e marketing rivolto ai consumatori. Il candidato prescelto dovrà essere sia analitico che creativo”. Insomma, tutto in stile “Diavolo veste Prada”.
A 75 anni, Anna Wintour resta una figura centrale, capace di influenzare non solo cosa indossiamo, ma come pensiamo la moda. Implacabile, enigmatica e ancora ineguagliata, il suo regno sembra lontano dal tramonto. La Wintour ha annunciato a fine giugno 2025 la sua decisione di lasciare la direzione di Vogue America, ruolo che ha ricoperto per ben 37 anni dal 1988. Nonostante la sua uscita dal ruolo di direttrice, non abbandona il mondo editoriale: manterrà infatti i ruoli di Chief Content Officer globale di Condé Nast e direttrice editoriale globale di Vogue, sovrintendendo alle edizioni internazionali del brand e continuando a influenzare fortemente l’universo della moda e dell’editoria.
Quando si pensa all’élite della moda, il suo nome è uno dei primi a emergere. Direttrice artistica di Condé Nast e storica caporedattrice di Vogue, Wintour è più di una semplice giornalista: è un’istituzione. Con il suo caschetto impeccabile e gli inseparabili occhiali da sole, è diventata l’icona di un’epoca e la regista silenziosa di molte carriere, tendenze e rivoluzioni stilistiche. C’è qualcuno che avrà il coraggio di rispondere al telefono con: “Salve, è l’ufficio di Anna Wintour” E nel frattempo di conoscere il prescelto o la prescelta, come direbbe Miranda Priestly: “That’s all”.