AGI – Si registra un nuovo ricovero all’ospedale Annunziata di Cosenza per intossicazione da botulino. Nel pomeriggio di oggi è arrivato in Pronto Soccorso un ventenne di Diamante (Cs). Il giovane presenta una sintomatologia simile a quella da intossicazione da botulino ed è figlio di una paziente attualmente ricoverata all’Annunziata per intossicazione botulinica
. Il ragazzo è stato trasferito immediatamente in Terapia Intensiva e sottoposto a monitoraggio continuo. La mamma del giovane fa parte dei pazienti ricoverati dopo aver mangiato un panino con “friarialli” acquistato da uno street food sul lungomare di Diamante. Migliorano le condizioni delle persone ricoverate a Cosenza. Infatti, sempre nella giornata di oggi è stata trasferita dalla Terapia intensiva al reparto di Medicina una paziente sottoposta, nei giorni scorsi, a infusione di antitossina botulinica. Attualmente all’ospedale di Cosenza sono ricoverate 15 persone. Nello specifico 5 sono in Terapia intensive, 3 in Pediatria e 7 nei reparti di Area Medica.
10 ingati
C’è un nuovo medico indagato nell’inchiesta della Procura di Paola sull’intossicazione da botulino. Si tratta di un medico che è andato a casa di Tamara D’Acunto, una delle due vittime. Quindi, sale a sei il numero dei medici indagati. La Procura di Paola aveva già iscritto sul registro degli indagati tre medici in servizio in una clinica privata a Belvedere Marittimo che hanno avuto in cura Luigi Di Sarno, il 52enne campano che è deceduto a Lagonegro. Mentre gli altri due medici indagati sono i sanitari in servizio nell’ospedale di Cetraro che hanno avuto in cura Tamara D’Acunto, 45 anni residente a Diamante.
I due deceduti e altre 17 persone (ricoverate in ospedale) hanno tutti in comune l’aver mangiato lo stesso panino con “friarilli” comprato dallo stesso venditore ambulante sul lungomare di Diamante domenica 3 agosto. La Procura di Paola (guidata dal procuratore capo Domenico Fiordalisi) ha disposto per domani l’autopsia sui corpi delle due vittime. Per D’Acunto è stata disposta pure la riesumazione del cadavere, che avverrà martedì mattina, perché per la donna sono stati già svolti i funerali. Infatti, la donna si era sentita male dopo aver mangiato il panino e si era recata all’ospedale di Cetraro, ma poi è deceduta. Erano stati già celebrati i funerali quando il fratello della donna, dopo aver letto la notizia di persone ricoverate per intossicazione da botulino, ha ricordato che anche la sorella aveva mangiato il panino comprato dallo stesso food truck sul lungomare di Diamante. Per tale motivo, si è deciso di presentare un esposto in Procura. Nel caso dei due decessi saranno, quindi, accertate eventuali responsabilità mediche perchè i due si erano recati in strutture sanitarie della costa appena hanno avvertito i sintomi. Di Sarno si era poi messo in viaggio per ritornare nella sua regione, in Campania. Il 52enne di Cercola era venuto con la sua famiglia in vacanza sull’Alto Tirreno cosentino.
L’iscrizione sul registro degli indagati dei medici è un atto dovuto per consentire agli indagati di partecipare all’autopsia. Intanto, la Procura di Paola, nei giorni scorsi, aveva già iscritto sul registro degli indagati il venditore ambulante di Diamante e altre tre persone tra i legali rappresentati della ditta che confeziona e distribuisce il prodotto. Gli indagati (che, quindi, adesso in totale sono 10) sono accusati, a vario titolo, di omicidio colposo, commercio di sostanze alimentari nocive e lesioni. Le indagini sono coordinate dal procuratore capo Domenico Fiordalisi e affidate al sostituto procuratore Maria Porcelli che stanno seguendo il caso lavorando senza sosta. Ieri l’Istituto Superiore di Sanità ha confermato, attraverso le analisi di laboratorio, la diagnosi di botulismo nei primi tre campioni prelevati ai pazienti giunti all’ospedale Annunziata di Cosenza.
La visita del vescovo ai ricoverati
Il vescovo di Cosenza, monsignor Giovanni Checchinato, si è recato a far visita ai pazienti ricoverati nel reparto di Terapia Intensiva per l’intossicazione da botulino. Ad accoglierlo il direttore dell’Unita’ di Terapia intensiva, Andrea Bruni e il coordinatore infermieristico Domenico Cardamone. All’indomani degli episodi di intossicazione botulinica che hanno colpito la comunità – è scritto in un comunicato il vescovo ha ritenuto importante portare ai malati e agli operatori un segno tangibile di vicinanza per esprimere, a nome dell’intera comunità diocesana, un sentito ringraziamento agli operatori sanitari per l’impegno, la professionalità e la dedizione dimostrati quotidianamente nella cura delle persone. Monsignor Checchinato ha fatto visita a tutti i pazienti e si è intrattenuto con i familiari ai quali ha indirizzato parole di conforto e vicinanza. Rivolgendosi all’equipe medico-sanitaria, il vescovo ha sottolineato l’importanza del loro lavoro e dell’impegno quotidiano nei percorsi di assistenza soprattutto nei reparti ad alta intensità di cura. “Il vostro – ha dichiarato – è un esercizio di resistenza molto importante ed è segno concreto di speranza per chi affronta la sofferenza e la malattia”.