AGI – Dalla slitta alla tavola da surf, ma senza mai andare in vacanza. Anche a Ferragosto, ‘Babbo Natale Barese‘ non conosce ferie, abbandona le renne per il caldo di agosto e si tuffa nel mare della solidarietà, approdando il 15 agosto al reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Bari. Con lui ci saranno i fidati elfi volontari, pronti a portare regali personalizzati, libri, giochi e sorrisi ai piccoli pazienti e alle loro famiglie.
Nicola Figliuolo: l’uomo dietro la barba
Dietro la barba – vera, fatta crescere per mesi – c’è Nicola Figliuolo, 56 anni, presidente dell’associazione Babbo Natale Barese Odv che da anni sostiene il reparto, finanziando progetti, fornendo attrezzature e garantendo un filo costante con le famiglie.
Esperienze, orgoglio e… barba!
“Vivo quest’esperienza con soddisfazione e orgoglio – racconta all’AGI – anche perché non ci sono molti ‘folli’ come me che si dedicano a fare queste cose”. La barba, simbolo del personaggio, è una scelta che si rinnova ogni anno “a scapito della pace coniugale”. “Mia moglie mi odia con la barba – sorride – quindi alterniamo sei mesi di amore e sei di odio. Di solito il 26 dicembre la tolgo, ma quest’anno l’ho tenuta un po’ più a lungo perché abbiamo avuto eventi anche a febbraio e maggio”.
Ferragosto in ospedale: un gesto di solidarietà
La decisione di visitare l’ospedale proprio a Ferragosto non è casuale: “Serve a dire che in quei giorni ci sono persone che pensano a chi soffre. Non è un’autocelebrazione: abbiamo una sensibilità diversa, e soprattutto la volontà di farlo. In ospedale il calendario non segna rosso o nero: i giorni sono tutti uguali. Anzi, in certe ricorrenze la solitudine si sente ancora di più, perché si tende a dimettere chi può. Quest’anno purtroppo il reparto è pieno: 12 bambini su 15 stanze, molti piccolissimi, anche un bimbo di sei mesi”.
Un ponte tra chi aiuta e chi ha bisogno
L’associazione non si limita alle visite in costume. Negli anni ha donato apparecchiature costose – come una centrifuga da 6mila euro o un ecografo per l’Istituto Tumori – e beni più semplici ma preziosi, come televisori per le stanze. “A volte suppliamo alle carenze, altre volte integriamo. Noi decidiamo e agiamo: in un quarto d’ora, in chat su WhatsApp con i soci, prendiamo la decisione. E’ il nostro modo di fare da ponte tra chi vuole aiutare e chi ha bisogno, garantendo che ogni centesimo arrivi a destinazione”, dice. Il cuore del progetto si basa anche sull’idea dei regali personalizzati. “Il 6 dicembre entro in ludoteca con la psicologa e raccolgo le letterine: tre desideri per ciascun bambino, cercando di essere realistici – racconta – a Natale consegno pacchi con il loro nome: se un bambino mi ha chiesto l’orologio della Juventus e lo trova davvero, l’effetto è enorme. Ho costruito anche una slitta di un metro e mezzo: li faccio salire e corro con loro nei corridoi. Sono momenti che non si dimenticano”.
Molti ricordi restano scolpiti nella memoria: come la sera del 24 dicembre, quando Nicola e la moglie corsero in ospedale per consegnare un dono speciale a una bambina in isolamento dopo un trapianto: “Sono gesti che i bambini non dimenticano, e nemmeno noi”. Accanto alle iniziative per i più piccoli, l’associazione ha contribuito anche a progetti più ampi, come l’acquisto dell’ecografo per ridurre le liste d’attesa dell’Istituto Tumori.
“Due associazioni raccoglievano fondi da un anno e mezzo: noi siamo intervenuti per completare la cifra. Così oggi, con un macchinario in più, si possono fare 15 visite in più al giorno”. Il sostegno arriva anche da aziende private e donatori abituali. “Ogni anno contiamo su qualche sponsor che ci segue da tempo: non parlo di cifre simboliche, ma di 500-600 euro, che per noi sono ossigeno. Ringraziamo sempre pubblicamente: se facciamo certe cose è grazie a loro”.
Il vero significato del Natale
Per Nicola, il Natale non è una data ma “un sentimento”. E a Ferragosto, sotto il sole di Bari, quell’abbraccio arriva ancora più forte: “Portare un sorriso a un bambino malato a Ferragosto ha lo stesso valore – forse anche maggiore – che farlo a dicembre. Il dolore non va in vacanza. E la vera magia del Natale brilla proprio quando nessuno se l’aspetta”.