venerdì, Agosto 22, 2025
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Le guerre non risolte di Trump per cui aspira al Nobel

AGI – Il presidente Usa, Donald Trump, ha ribadito che un cessate il fuoco in Ucraina “non è necessario” per arrivare a un accordo di pace duraturo, un obiettivo che a suo dire si può raggiungere “anche mentre si combatte ancora”. La storia, però, non ha esempi significativi di conflitti in fase attiva conclusi con un accordo di pace, non preceduto da una tregua. Il cessate il fuoco è normalmente un passaggio preliminare essenziale e concordato tra le parti per congelare le ostilità e creare le condizioni per negoziare un accordo definitivo, di solito un documento complesso e giuridicamente vincolante.

Il precedente 

I casi in cui questo non è avvenuto sono pochi nella storia recente e non esattamente corrispondenti alla tesi di Trump. Un esempio è la Guerra dei sei giorni (1967): terminò rapidamente con un accordo che mise fine alle ostilità senza un cessate il fuoco preliminare, ma in questo caso non c’era più bisogno di combattere: Israele aveva ottenuto rapidamente i suoi obiettivi.

Le “guerre” di Trump

Anche le “sei guerre in sei mesi” che il presidente Usa vanta di aver risolto, aspirando così al Nobel per la Pace, non sono realmente esemplificative. Intanto, come fa notare Axios, Trump ha supervisionato almeno accordi temporanei o parziali in sei conflitti, ma se si include il suo primo mandato. Il capo della Casa Bianca ha mediato un accordo storico tra Armenia e Azerbaigian, ospitando l’8 agosto i leader dei due Paesi alla Casa Bianca per porre fine alla guerra trentennale per la regione contesa del Nagorno-Karabak, ma Erevan e Baku non erano già più in conflitto aperto. La Cambogia e la Thailandia hanno concordato un cessate il fuoco incondizionato per risolvere un conflitto transfrontaliero durato cinque giorni, che ha causato decine di morti e migliaia di sfollati. L’accordo è stato firmato in Malesia dopo che le due nazioni hanno subito pressioni da parte di Trump, il quale ha avvertito che gli Stati Uniti potrebbero non concludere accordi commerciali con nessuno dei due Paesi. Tuttavia, l’accordo di tregua è stato subito messo alla prova dopo che i due paesi si sono accusati a vicenda di aver compiuto attacchi. Secondo Reuters, di recente la Cina ha esortato entrambi i Paesi a raggiungere una pace duratura.

E ancora 

A giugno, Trump ha mediato un cessate il fuoco temporaneo tra Israele e Iran, dichiarandolo “in vigore” e sollecitando entrambe le parti a rispettarlo dopo 12 giorni di ostilità; Washington ha sostenuto gli attacchi israeliani contro i siti nucleari della Repubblica islamica e ha imposto a Teheran un ultimatum: raggiungere un accordo o affrontare attacchi più brutali. Le ostilità si sono chiuse, quindi, con il cessate il fuoco, ma non è mai stato firmato un accordo di pace. La Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda sono da anni coinvolti in un conflitto transfrontaliero, che ha causato lo sfollamento di milioni di persone e una grave crisi umanitaria. Il 27 giugno, i due Paesi hanno firmato alla Casa Bianca un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti e salutato dal presidente come un “glorioso trionfo”. Tuttavia, si tratta solo dell’ultimo di una lunga serie di accordi di pace falliti nella regione e la sua fragilità si sta già mostrando sul campo.

India e Pakistan

 A maggio, Trump e altri leader mondiali hanno chiesto la de-escalation tra India e Pakistan, dopo che l’esercito di New Dehli ha attaccato obiettivi pakistani, in seguito a un attentato nel Kashmir amministrato dall’India. Si è trattato della prima volta che l’India attaccava il Pakistan dal 2019. A maggio Trump ha annunciato un “cessate il fuoco completo e immediato”. L’India, che si oppone a qualsiasi intervento esterno nella disputa sul Kashmir, ha ripetutamente respinto l’idea che la Casa Bianca avesse negoziato la tregua, cosa che potrebbe aver contribuito al recente deterioramento delle relazioni bilaterali.
Da anni Egitto ed Etiopia sono in una situazione di stallo diplomatico in merito alla diga etiope Grand Ethiopian Renaissance Dam (Gerd) sul fiume Nilo, che l’Egitto teme possa minacciare il suo approvvigionamento idrico. La Casa Bianca ha dichiarato ad Axios che questa dovrebbe essere annoverata tra le guerre risolte da Trump, sebbene non ci sia stata né una guerra né un accordo di pace. Il presidente americano sostiene che ci sarebbe stata una guerra se non fosse intervenuto. Gli Stati Uniti hanno cercato di mediare un accordo durante il primo mandato di Trump, ma l’Etiopia si è ritirata dai colloqui. I due Paesi stanno ancora negoziando e a luglio, l’Egitto ha accusato l’Etiopia di non avere la volontà politica di raggiungere un accordo.

I Balcani

Il Kosovo ha dichiarato la propria indipendenza dalla Serbia nel 2008, un decennio dopo la guerra; Belgrado non la riconosce e il conflitto sull’identità nazionale e le dispute territoriali continuano a bruciare sotto le ceneri. L’amministrazione Trump ha mediato un accordo di pace limitato tra le due nazioni nel 2020. L’accordo di Washington era un documento di normalizzazione economica a breve termine tra le due nazioni. Tuttavia, le tensioni tra Serbia e Kosovo restano tutt’oggi irrisolte.

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