AGI – Che William e Kate si trasferiranno nella tenuta di Windsor a fine anno non è più una novità. I futuri regnanti hanno deciso di voltare pagina dopo gli ultimi anni segnati dalla malattia della principessa, ma anche da quella di Re Carlo. La famiglia si stabilirà a Forest Lodge, una villa con otto camere da letto risalente alla fine del XVIII secolo, più grande della loro attuale abitazione con quattro camere nella stessa tenuta, a ovest di Londra. La novità è che, secondo fonti vicine alla coppia, questa nuova residenza è considerata “definitiva”. Ovvero anche quando William verrà inconorato la famiglia rimarrà a Windsor e non si trasferirà, secondo la prassi, al palazzo reale a Londra.
Una scelta controcorrente che infrange il protocollo reale, e per quanto si tratti ancora di una ipotesi (speriamo lontana “Lunga vita al Re” in questo caso Carlo III), basta a gettare ombre sul futuro di Buckingham Palace simbolo per eccellenza della Royal Family e residenza dal 1837. Situato nel cuore di Londra, vicino al Parlamento e a Downing Street, ospita numerosi eventi reali, dai garden party estivi ai banchetti di Stato. Durante l’estate, alcune delle sue 755 stanze sono aperte al pubblico. E il rischio concreto è che un palazzo reale senza monarchi diventi un museo permanente, luogo di selfie e turisti selvaggi, svuotato della sua essenza e del suo lato misterioso.
“Sarebbe un disastro se Buckingham Palace venisse messo da parte”, ha dichiarato all’AFP il commentatore reale Richard Fitzwilliams che ha aggiunto “È un edificio iconico, paragonabile solo alla Casa Bianca e conosciuto in tutto il mondo”, ha aggiunto.
In ristrutturazione fino al 2027
Attualmente Buckingham Palace è interessato da pesanti lavori di ristrutturazione, avviati dalla regina Elisabetta che a sua volta fu costretta a trasferirsi al castello di Windsor. Neanche Re Carlo vi risiede, a causa dei lavori, anche se ha sempre affermato che una volta conclusi sarebbe pronto a prendervi la residenza insieme a Camilla. Per ora la fine dei lavori è prevista nel 2027.
Quella della residenza non è solo una questione di etichetta, ma di visibilità. Una monarchia meno attenta al cerimoniale rischia di apparire annacquata, meno necessaria, in un mondo in cui una parte dell’opinione pubblica si dichiara pronta a farne a meno. Un sondaggio YouGov dell’anno scorso ha rilevato che solo un terzo (35%) dei giovani tra i 18 e i 24 anni desidera mantenere la monarchia, rispetto a un sostegno “abbastanza ampio” nella popolazione generale.
Insomma, i Windsor per continuare a godere dei privilegi non possono abdicare a simboli, rituali, orpelli che la Corona comporta. Dall’affaccio dalla loggia, al cambio della guardia, alla riunione del mercoledì con il primo ministro britannico tutto concorre al rinnovamento del mito della monarchia, di una delle più antiche e famose al mondo. È un duro lavoro, ma qualcuno dovrà farlo. Verrebbe da dire.