venerdì, Agosto 22, 2025
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Ancona, la città dove il sole sorge e tramonta sul mare

AGI – “Ancona è la città dove si può ammirare sia l’alba sia il tramonto sul mare, in un ciclo che sa di miracolo quotidiano e anche di infinito”. Annalisa Trasatti mette in copertina la bellissima immagine dell’alta e solitaria cattedrale romanica di San Ciriaco sopra il mare Adriatico per il suo libro ‘Ancona’ (Claudio Ciabochi editore). “Ancona – scrive Trasatti – è città dal gusto orientale, una polis greca, una vera e propria Acropoli, che ti ricorda perché gli antichi scegliessero i punti più alti panoramici per costruire i propri templi e celebrarne la bellezza”.

Nata e residente nel rione storico di Capodimonte, attuale Coordinatrice dei servizi del Museo Tattile Statale Omero (eccellenza italiana e nel mondo dove “è vietato non toccare”), Trasatti dichiara l’amore per la sua città citando Casper, il padre di Johann Wolfgang Goethe: “Ascesi fino alla Cittadella che domina la città, vedemmo la più bella veduta del mondo e così fu pagata la mia fatica”. L’opera, su carta patinata, ha foto bellissime delle ricchezze di Ancona: “Più che ogni altra città d’Italia – scrisse il britannico Edward Hutton – assomiglia alla Spagna col suo aspetto così virile, e imperioso, che conserva sempre qualcosa di mistico, e può darvi perfino l’impressione di una città d’Oriente, nei suoi momenti di gaiezza o nelle ore di abbandono sonnolento, e di amara stanchezza”.

Per Trasatti Ancona è semplicemente “Porta d’Oriente, trampolino verso mondi lontani, esotici. Da qui, l’imperatore Traiano e San Francesco salparono verso Oriente e Greci, Armeni, Ebrei e Slavi hanno convissuto per secoli”. “Ancona – prosegue Trasatti – è città anarchica, tanto che sembra essersene accorta anche la Natura che qui cresce rigogliosa e tenace, fino a voler coprire, a tratti, la Storia e i suoi monumenti come fossero ferite”.

 

 

Se ne accorse anche Pier Paolo Pasolini che appunto’: “Città senza lungomari, gremita, con perfezione, su una punta sulla cui vetta c’è la Cattedrale, e che fa sì che Ancona dia su due mari. Ma il passeggio, la domenica, avviene sulla grande via che unisce i due mari, da cui i due mari non si vedono: c’è un passeggio di terraferma… Ma la spiaggia di Ancona che io ricorderò, sarà quella che ho visto nel cuore della notte, alle due, alle tre, con una luna abbandonata nel cielo e nel mare, lassù. Al campo degli ebrei, cioè al cimitero degli ebrei, abbandonato anch’esso, coi cippi strappati, divelti, disseminati nel grande prato concavo, e subito li’ accanto, un burrone, sul mare, dove ferme, lontane, nemiche, tremano le luci del porto e della città, finalmente, come forse vorrebbe, senza vita”. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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