sabato, Settembre 6, 2025
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El Niño minaccia gli artropodi tropicali

AGI – L’intensificarsi degli eventi El Niño, causato dai cambiamenti climatici, sta sconvolgendo le popolazioni di artropodi ai tropici. Lo rileva un nuovo studio pubblicato su Nature, condotto da ecologi della School of Biological Sciences (SBS) dell’Università di Hong Kong (HKU). Questo collasso nascosto minaccia la stabilità di interi ecosistemi e i servizi essenziali che forniscono sia alla natura che alle persone. 

Gli artropodi, creature minuscole ma vitali, tra cui insetti e ragni, costituiscono la stragrande maggioranza delle specie animali sulla Terra. Sono contributori insostituibili, svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento della salute degli ecosistemi e costituiscono una fonte di cibo essenziale per uccelli e altri animali di grandi dimensioni. Mentre il declino degli artropodi nelle regioni temperate dell’emisfero settentrionale ha attirato l’attenzione negli ultimi anni, la loro rapida scomparsa dalle foreste pluviali tropicali, anche in aree incontaminate e non toccate dall’attività umana, è passata in gran parte inosservata.

Il ruolo cruciale degli artropodi

Queste foreste pluviali, gli ecosistemi più ricchi di biodiversità sulla Terra, rimangono poco studiate e le conseguenze della perdita di biodiversità sono ancora poco comprese. Una crisi nascosta della biodiversità si sta sviluppando nelle foreste pluviali tropicali. Un team internazionale di scienziati si è proposto di scoprire queste prove mancanti. Lo studio è stato guidato da ricercatori del Biodiversity and Environmental Change Lab e del gruppo Global Change and Tropical Conservation dell’HKU, che hanno condotto un’analisi su larga scala degli artropodi della foresta pluviale tropicale e dei ruoli ecologici essenziali che svolgono.

Perdita di biodiversità e impatto climatico

Combinando le informazioni provenienti da oltre 80 studi precedenti in siti di foresta pluviale tropicale che non sono mai stati alterati commercialmente dall’uomo, il team ha riscontrato una significativa perdita di biodiversità in diversi tipi di artropodi. “Trovare cali così ampi in così tanti studi diversi è davvero una cattiva notizia”, afferma il Dr. Adam SHARP, borsista post-dottorato dell’HKU SBS, autore principale e analista di dati. “I nostri risultati suggeriscono fortemente che l’immensa biodiversità degli artropodi della foresta pluviale tropicale è sotto minaccia immediata. Poiché tutti i dati che abbiamo utilizzato provengono da foreste pluviali considerate ‘intatte’, significa che anche le foreste pluviali tropicali più profonde e buie rischiano di essere gravemente colpite”. I cali non sono stati casuali. Lo studio ha identificato un fattore chiave: i cambiamenti nell’El Niño-Oscillazione Meridionale (ENSO), che regola il clima tropicale di anno in anno. “Riteniamo che la crescente frequenza di El Niño sia la causa di questo diffuso declino degli artropodi“, afferma l’autore corrispondente, il Dott. Michael BOYLE, ricercatore presso la HKU SBS. “In queste foreste pluviali tropicali, che non sono state altrimenti modificate fisicamente dall’uomo, possiamo escludere la perdita di habitat, i pesticidi, l’inquinamento e varie altre minacce. In questi luoghi, El Niño sembra essere il principale sospettato”.

Conseguenze funzionali e azioni necessarie

Questi declini causati dal clima non sono solo biologici, ma funzionali. Lo studio ha rilevato che due processi ecosistemici critici, la decomposizione e l’erbivoria, si stanno già indebolendo. “Gli artropodi sono componenti essenziali degli ecosistemi funzionanti, svolgendo processi vitali”, afferma la professoressa associata Louise ASHTON, a capo del team. “Abbiamo scoperto che i declini in alcuni gruppi di artropodi erano collegati a tassi più bassi di due processi ecologici essenziali: la decomposizione e l’erbivoria, a indicare che la perdita di biodiversità sta rimodellando il funzionamento di interi ecosistemi. Alla luce di questi risultati, è essenziale agire ora per limitare la gravità del cambiamento climatico globale e prevenire un’ulteriore perdita di biodiversità“.

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