AGI – Nel Paese del Sol Levante, dove la montagna è da sempre simbolo di purificazione e rinnovamento, l’impresa di un uomo giapponese di 102 anni ha assunto un valore quasi spirituale. Kokichi Akuzawa, questo il suo nome, ha scritto un nuovo capitolo nella storia dell’alpinismo.
È l’uomo più anziano ad aver scalato la vetta più alta del Giappone, il Monte Fuji. Accompagnato dalla figlia settantenne Motoe, dalla nipote, dal marito di quest’ultima e da alcuni amici, Akuzawa ha sfidato il tempo, la fatica e i limiti fisici per dimostrare che la passione e la determinazione non conoscono età. Con i suoi 3.776 metri, il Fuji non è solo la montagna più alta del Giappone, ma anche un simbolo culturale e spirituale che, dal 2013, è patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Le emozioni dopo la scalata
“Ero davvero tentato di mollare a metà strada. Raggiungere la vetta è stato difficile, ma i miei amici mi hanno incoraggiato e alla fine è andato tutto bene. Sono riuscito a farcela perché tante persone mi hanno sostenuto”, ha raccontato il centenario giapponese all’Associated Press che ha raccolto le sue prime emozioni dopo la scalata.
Preparazione e sfide
Ma il successo di Akuzawa non è stato frutto del caso. Già abituato alle sfide della montagna, aveva conquistato il Fuji una prima volta all’età di 96 anni. Ma questa volta, con l’età avanzata, insieme a una serie di ostacoli fisici — problemi cardiaci, herpes zoster e un recente infortunio — rendevano questa nuova scalata un’impresa ancora più ardua. Così, consapevole della difficoltà, ha iniziato ad allenarsi tre mesi prima dell’ascesa, svegliandosi all’alba per lunghe passeggiate e scalando una montagna a settimana; un piano di preparazione rigoroso, degno di un atleta olimpico.
Condizioni e difficoltà dell’ascensione
I sentieri ufficiali del Fuji sono accessibili solo da luglio a inizio settembre, ma non esistono restrizioni severe fuori stagione. La scalata di Akuzawa è avvenuta nel pieno del periodo aperto, ma non per questo è stata priva di rischi e difficoltà. “Il Monte Fuji non è una montagna difficile, ma questa volta è stato più duro rispetto a sei anni fa. Più duro di qualsiasi altra montagna prima”, ha raccontato.
Una lezione di vita
Oltre all’impresa fisica, quella del giapponese centenario è una lezione di vita. In un mondo che troppo spesso associa l’età avanzata alla rinuncia, lui ha scelto la sfida. Ed è forse questo il segreto di una vita lunga e piena: continuare a salire, finché cuore e mente lo permettono.