mercoledì, Settembre 10, 2025
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Vivere Marte…. a Houston, al via una simulazione Nasa di 378 giorni

AGI – Houston, abbiamo un test di pazienza. Se pensavate che stare chiusi in casa durante il lockdown fosse difficile, aspettate di sentire cosa stanno per affrontare quattro volontari selezionati dalla NASA: a partire dal 19 ottobre 2025, saranno rinchiusi per ben 378 giorni in una casa marziana stampata in 3D nel cuore del Johnson Space Center di Houston. L’uscita è prevista solo per Halloween 2026. È il secondo capitolo del progetto CHAPEA (Crew Health and Performance Exploration Analog), una serie di simulazioni estreme pensate per preparare l’umanità al primo grande salto: vivere su Marte. L’habitat, chiamato Mars Dune Alpha, non è grande quanto un condominio di Houston: parliamo di 158 metri quadrati (poco più di un appartamento con terrazzo), interamente stampati in 3D per simulare le future strutture marziane. Al suo interno, l’equipaggio dovrà comportarsi come se si trovasse davvero a 225 milioni di chilometri dalla Terra. Questo significa: niente uscite, niente telefonate istantanee, e molte, molte simulazioni di emergenza.

 

 

Vita su Marte (ma a Houston)

I protagonisti sono un team altamente qualificato che includerà un pilota collaudatore dell’Aeronautica e una colonnella della Forza Spaziale. Ma non basta avere esperienza militare. Nel corso dell’anno vestiranno i panni di astronautiingegnerimediciscienziati e comandanti. Dovranno collaborare per sopravvivere e risolvere problemi tecnici simulati, eseguire passeggiate spaziali finte (ma faticose), coltivare cibo (sperando che non finisca come con le patate di The Martian) e gestire malfunzionamenti orchestrati ad arte dai ricercatori NASA. Inoltre, tutto ciò avverrà con una costante pressione psicologica: assenza di contatti fisici con il mondo esterno, risorse limitate, e comunicazioni ritardate da 5 a 20 minuti per simulare le distanze spaziali reali. Addio messaggi istantanei: anche un semplice “come stai?” richiederà la pazienza di un monaco tibetano.

Una palestra per Marte

Il progetto CHAPEA non è solo un esperimento psicologico. È una prova generale per Marte. Come spiega Sara Whiting, scienziata della NASA: “Stiamo cercando di capire quali capacità saranno davvero necessarie per far funzionare una missione su Marte. Ogni dettaglio di questa simulazione ci aiuta a prepararci meglio per l’ignoto”. E non è solo questione di equipaggiamento. La ricerca si concentra anche sul monitorare le prestazioni fisiche e cognitive dei partecipanti, per capire come il corpo umano e la mente reagiscono a una vita in ambienti chiusi, isolati e ostili. Non a caso, verranno testate nuove tecnologie, come strumenti diagnostici medici di nuova generazione e dispenser intelligenti di acqua potabile. Tutto, insomma, dovrà funzionare senza poter contare sull’aiuto immediato della Terra.

Precedenti spaziali

Non è la prima volta che si tenta un’impresa simile. Programmi come Mars-500 o SIRIUS hanno già messo alla prova la resistenza psicologica e operativa di equipaggi terrestri. Una delle principali scoperte? Più i ritardi nelle comunicazioni aumentano, più gli astronauti imparano ad agire autonomamente. Ottimo per l’efficienza, meno per il morale e per il rapporto con il controllo missione. Dmitry Shved, dell’Accademia Russa delle Scienze, ha sottolineato che questo “rischia di far perdere al centro di controllo la capacità di comprendere davvero ciò che sta succedendo a bordo”. In altre parole: Marte non è solo lontano nello spazio, ma rischia di diventarlo anche nella comunicazione. La prima missione CHAPEA, conclusasi nel luglio 2024, ha dimostrato che la cosa è fattibile: l’equipaggio è sopravvissuto con dignità a un anno di isolamentoritardiproblemi tecnici e agricoltura indoor. Il comandante Kelly Haston ha parlato di una grande prova di fiducia reciproca: “Abbiamo dovuto fare affidamento l’uno sull’altro e sulla nostra formazione per superare le sfide”. E come ha aggiunto il medico della missione, Nathan Jones: “Anche capire quando comunicare era fondamentale. Nulla in CHAPEA è casuale. Ogni dettaglio conta.” Il 19 ottobre, dunque, il portellone si chiuderà e per 378 giorni nessuno entrerà né uscirà da Mars Dune Alpha. Non ci saranno razzi, né stelle visibili dal finestrino. Solo un gruppo di pionieri terrestri pronti a esplorare l’ignoto… da una piccola “casetta” stampata in 3D nel cuore del Texas.

 

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