AGI – “L’Europa è in lotta. Una lotta per un continente unito e in pace. Per un’Europa libera e indipendente. Una lotta per i nostri valori e le nostre democrazie. Una lotta per la nostra libertà e la nostra capacità di determinare autonomamente il nostro destino. Non ci siano dubbi: questa è una lotta per il nostro futuro”. Queste le parole della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione in plenaria al Parlamento europeo.
“Ho riflettuto a lungo se iniziare questo discorso sullo stato dell’Unione con una valutazione così dura. Dopotutto, noi europei non siamo abituati – ne’ ci sentiamo a nostro agio – a parlare in questi termini. Perché la nostra Unione è fondamentalmente un progetto di pace. Ma la verità è che il mondo di oggi è spietato“, ha aggiunto. Per questo motivo “non possiamo nascondere le difficoltà che gli europei incontrano ogni giorno. Sentono il terreno scivolare sotto i loro piedi. Sentono che le cose si fanno più difficili proprio mentre lavorano di più. Sentono l’impatto della crisi globale. Del costo della vita più elevato. Sentono la velocità del cambiamento che influenza le loro vite e le loro carriere. E si preoccupano dell’infinita spirale di eventi che vedono al telegiornale, dalle scene devastanti di Gaza all’incessante bombardamento russo sull’Ucraina”, ha aggiunto.
Per poi evidenziare: “Non vediamo l’ora che questa tempesta passi. Quest’estate ci ha dimostrato che non c’è spazio né tempo per la nostalgia. In questo momento si stanno tracciando le linee di battaglia per un nuovo ordine mondiale basato sul potere. Quindi, sì, l’Europa deve lottare. Per il suo posto in un mondo in cui molte grandi potenze sono ambivalenti o apertamente ostili all’Europa”.
Una nuova Europa indipendente
Le parole della presidente della Commissione sono state spesso interrotte dagli applausi della platea presente. “L’Europa deve lottare. Per il suo posto in un mondo in cui molte grandi potenze sono ambivalenti o apertamente ostili all’Europa. Un mondo di ambizioni e guerre imperiali. Un mondo in cui le dipendenze vengono spietatamente trasformate in armi. Ed è per tutte queste ragioni che deve emergere una nuova Europa“.
“Questo deve essere” secondo von der Leyen “il momento dell’indipendenza dell’Europa. Credo che questa sia la missione della nostra Unione. Essere in grado di occuparci della nostra difesa e sicurezza. Assumere il controllo delle tecnologie e delle energie che alimenteranno le nostre economie. Decidere in che tipo di società e di democrazia vogliamo vivere. Essere aperti al mondo e scegliere le partnership con gli alleati – vecchi e nuovi”.
In definitiva, “si tratta di avere la libertà e il potere di determinare il nostro destino. E sappiamo di poterlo fare. Perché insieme abbiamo dimostrato cosa è possibile quando condividiamo la stessa ambizione, unita’ e urgenza. Ho perso il conto delle volte in cui mi è stato detto che l’Europa non poteva fare questo o quello. Durante la pandemia. Sul piano di ripresa. Sulla difesa. Sul sostegno all’Ucraina. Sulla sicurezza energetica. L’elenco potrebbe continuare. Ogni volta – l’Europa è rimasta unita e ce l’ha fatta. E dobbiamo fare lo stesso anche ora”.
L’importanza di restare uniti
“Il mio discorso di oggi è un discorso per l’unità”, ha spiegato la presidente nel suo discorso. “Unità tra gli Stati membri. Unità tra le istituzioni dell’Ue. Unità tra le forze democratiche filoeuropee in quest’Aula. Sono qui – e l’intero Collegio è qui – pronta a fare in modo che questo accada insieme a voi. Pronta a rafforzare la maggioranza democratica filoeuropea. Perché è l’unica che può dare risultati per gli europei”.
La guerra in Ucraina
Von der Leyen è tornata poi a parlare della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina precisando alcuni punti:
- Incontro in Alaska. “Le immagini in Alaska non sono state facili da digerire. Ma solo pochi giorni dopo, i leader europei si sono recati a Washington per sostenere il presidente Zelensky e garantire impegni. Da allora sono stati compiuti progressi concreti. Solo la scorsa settimana, 26 paesi della Coalizione dei Volenterosi si sono detti pronti a far parte di una forza di rassicurazione in Ucraina o a partecipare finanziariamente, nel contesto di un cessate il fuoco”.
- Risposta a Putin. “Continueremo a sostenere tutti gli sforzi diplomatici per porre fine a questa guerra. Ma abbiamo tutti visto cosa intende la Russia per ‘diplomazia’. Putin si rifiuta di incontrare il presidente Zelensky. La scorsa settimana, la Russia ha lanciato il maggior numero di droni e missili balistici in un singolo attacco. Ieri, c’è stato un attacco missilistico contro un villaggio a Donetsk, prendendo di mira le persone in attesa di ritirare le loro pensioni. Più di 20 persone sono state uccise. Il messaggio è chiaro. E anche la nostra risposta deve essere chiara”.
- Mosca deve pagare. “Questa è la guerra della Russia. Ed è la Russia che dovrebbe pagare. Per questo motivo dobbiamo lavorare urgentemente a una nuova soluzione per finanziare lo sforzo bellico dell’Ucraina sulla base dei beni russi immobilizzati”. E ancora: “Con i saldi di cassa associati a questi beni russi, possiamo fornire all’Ucraina un prestito di riparazioni. I beni stessi non saranno toccati. E il rischio dovrà essere sostenuto collettivamente. L’Ucraina rimborserà il prestito solo quando la Russia avrà pagato le riparazioni. Il denaro aiuterà l’Ucraina già oggi. Ma sarà anche cruciale a medio e lungo termine per la sicurezza dell’Ucraina. Ad esempio, il finanziamento di forze armate ucraine forti come prima linea di garanzie di sicurezza”. Infine: “Proporremo un nuovo programma. Lo chiamiamo Qualitative Military Edge. Sosterrà gli investimenti nelle capacita’ delle forze armate ucraine”.
- Un muro di droni. “La scorsa settimana ho visitato gli Stati membri in prima linea. Sono loro a conoscere meglio di chiunque altro la minaccia che la Russia rappresenta. E non c’è dubbio: il fianco orientale dell’Europa protegge l’intera Europa. Dal Mar Baltico al Mar Nero. Ecco perché dobbiamo investire nel sostenerlo attraverso un Osservatorio sul fianco orientale. Ciò significa dare all’Europa capacita’ strategiche indipendenti. Dobbiamo investire nella sorveglianza spaziale in tempo reale, cosi’ che nessun movimento di forze passi inosservato. Dobbiamo ascoltare l’appello dei nostri amici baltici e costruire un muro di droni”.
- Alleanza con Kiev. “Possiamo usare la nostra forza industriale per supportare l’Ucraina nel contrastare questa guerra dei droni. Possiamo contribuire a trasformare l’ingegno ucraino in un vantaggio sul campo di battaglia e in un’industrializzazione congiunta. Per questo posso anche annunciare che l’Europa anticiperà 6 miliardi di euro dal prestito Era e stipulerà un’Alleanza per i droni con l’Ucraina”. “L’Ucraina ha l’ingegno. Ciò di cui ha bisogno ora è la scala. E insieme possiamo fornirla: affinché l’Ucraina mantenga il suo vantaggio e l’Europa rafforzi il suo”.
Today I want to share the story of Sasha, a Ukrainian child abducted by Russia.
Sadly, his story is far from unique.
With Ukraine & other partners, I will host a Summit of the International Coalition for the Return of Ukrainian Children.
Every abducted child must be returned! pic.twitter.com/uqRP8cnR67
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) September 10, 2025
L’attacco a Israele
Nel discorso c’è ovviamente anche spazio per affrontare la questione relativa a Gaza e le azioni di Israele nella Striscia. Anche qui, i punti salienti.
- Carestia come arma. “Ciò che sta accadendo a Gaza ha scosso la coscienza del mondo. Persone uccise mentre mendicavano cibo. Madri che tengono in braccio bambini senza vita. Queste immagini sono semplicemente catastrofiche. Quindi voglio iniziare con un messaggio molto chiaro: la carestia provocata dall’uomo non potrà mai essere un’arma di guerra. Per il bene dei bambini, per il bene dell’umanità, questo deve finire”.
- Fondi sospesi. “La Commissione farà tutto il possibile da sola. Sospenderemo il nostro sostegno bilaterale a Israele. Bloccheremo tutti i pagamenti in questi settori, senza compromettere il nostro lavoro con la società civile israeliana o con Yad Vashem”.
- Ricostruzione di Gaza. “Il mese prossimo istituiremo un Gruppo di Donatori per la Palestina, che includerà uno strumento dedicato alla ricostruzione di Gaza. Si tratterà di uno sforzo internazionale con partner regionali. E si baserà sullo slancio della Conferenza di New York organizzata da Francia e Arabia Saudita”.
- Nuove sanzioni. “Proporremo sanzioni contro i ministri estremisti e contro i coloni violenti. E proporremo anche una sospensione parziale dell’accordo di associazione sulle questioni commerciali. Sono consapevole che sarà difficile trovare la maggioranza. E so che qualsiasi azione sarà eccessiva per alcuni. Troppo poca per altri. Ma dobbiamo tutti assumerci le nostre responsabilità: Parlamento, Consiglio e Commissione”.
- Nessun posto per Hamas. “Sono un’amica di lunga data del popolo israeliano. So quanto gli atroci attacchi del 7 ottobre da parte dei terroristi di Hamas abbiano scosso la nazione fino alle sue radici. Gli ostaggi sono tenuti prigionieri dai terroristi di Hamas da oltre 700 giorni, dal 7 ottobre. Sono 700 giorni di dolore e sofferenza. Non ci sarà mai posto per Hamas, né ora né in futuro. Perché sono terroristi che vogliono distruggere Israele. E stanno anche infliggendo terrore al loro stesso popolo. Tenendo in ostaggio il loro futuro”.
What is happening in Gaza has shaken the conscience of the world.
Man-made famine can never be a weapon of war. This must stop.
EU aid to Gaza far outweighs that of any other partner.
But of course, Europe needs to do more.
Here are measures for a way forward ↓ pic.twitter.com/xnq8PkMduG
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) September 10, 2025
I dazi e il Mercato unico
Un altro grande tema sul tavolo di von der Leyen è quello realtivo ai dazi e alle aggressive politiche economiche degli Stati Uniti. “Il nostro più grande patrimonio è il Mercato unico – ma resta incompiuto. Il Fmi stima che le barriere interne all’interno del mercato unico equivalgano a un dazio del 45% sui beni. E a un dazio del 110% sui servizi”. La presidente si è soffermata su questo particolare punto. “Pensate solo a ciò a cui stiamo rinunciando. E, come sottolineato dal rapporto Letta, il mercato unico rimane incompleto, soprattutto in tre ambiti: finanza, energia e telecomunicazioni“.
Qui viene tracciata una linea da seguire: “Abbiamo bisogno di scadenze politiche chiare. Per questo presenteremo una Tabella di marcia per il Mercato Unico fino al 2028. Su capitali, servizi, energia, telecomunicazioni, il 28esimo regime e la quinta libertà per conoscenza e innovazione. Solo ciò che viene misurato, viene realizzato”.
Doing business urgently needs to become easier in .
This is why we will present a Single Market Roadmap to 2028.
We will apply ‘made in Europe’ criteria to public procurement.
And keep investing in our Clean Industrial Deal with a €1.8B Battery Booster. pic.twitter.com/qQpIyKaaPK
— European Commission (@EU_Commission) September 10, 2025
Non poteva mancare un approfondimento sul rapporto tra Bruxelles e Washington. “Il nostro rapporto commerciale con gli Stati Uniti è il più importante. Esportiamo merci per un valore di oltre 500 miliardi di euro ogni anno negli Stati Uniti. Milioni di posti di lavoro dipendono da questo. Come presidente della Commissione, non metterò mai a repentaglio il lavoro o il sostentamento delle persone. Per questo motivo abbiamo raggiunto un accordo per mantenere l’accesso al mercato per le nostre industrie. E abbiamo garantito all’Europa il miglior accordo possibile. Abbiamo messo le nostre aziende in una posizione di relativo vantaggio. Perché alcuni dei nostri concorrenti diretti devono affrontare tariffe statunitensi molto più elevate. Sì, la loro base di partenza potrebbe essere inferiore. Ma se si considerano le eccezioni che abbiamo ottenuto e le tariffe aggiuntive che altri hanno in aggiunta, abbiamo il miglior accordo. Senza alcun dubbio”.
Acciaio e metalli
L’analisi della leader della Ue si sviluppa poi attraverso degli esempi chiari. “Prendiamo l’acciaio e altri metalli. L’eccesso di capacità produttiva globale sta riducendo i margini e lasciando scarsi incentivi a pagare un premio pulito. Questo rende più difficile per l’industria siderurgica europea investire nella decarbonizzazione. Per questo motivo la Commissione proporrà un nuovo strumento commerciale a lungo termine per sostituire le garanzie sull’acciaio in scadenza”. Per von der Leyen: “L’Europa rimarrà sempre aperta. Amiamo la concorrenza. Ma proteggeremo sempre la nostra industria dalla concorrenza sleale”.
Stop ai combustibili russi
C’è spazio anche per un nuovo messaggio da lanciare verso Mosca, con diverse finalità. “Le bollette energetiche sono ancora una vera fonte di ansia per milioni di europei. E i costi sono ancora strutturalmente elevati per l’industria. Sappiamo cosa ha fatto salire i prezzi: la dipendenza dai combustibili fossili russi. Quindi è ora di sbarazzarsi dei combustibili fossili russi inquinanti”. “E sappiamo cosa fa scendere i prezzi: l’energia pulita prodotta localmente. Dobbiamo generare più energie rinnovabili locali, con il nucleare come fonte di base. Ma dobbiamo anche modernizzare e investire urgentemente nelle nostre infrastrutture e nei nostri interconnettori. Per questo motivo proporremo un nuovo Pacchetto Reti per rafforzare la nostra infrastruttura di rete e accelerare il rilascio delle autorizzazioni. E per accompagnare questo, presento oggi una nuova iniziativa chiamata Autostrade Energetiche”.
Produrre più batterie
Nella strategia impostata da Bruxelles rientrano anche le ‘batterie’. “Dal punto di vista dell’offerta, lanceremo un pacchetto per l’accelerazione per la produzione di batterie. Questo metterà a disposizione 1,8 miliardi di euro di capitale proprio per aumentare la produzione in Europa”. Il motivo è chiaro: “Le batterie sono un fattore chiave per altre tecnologie pulite, in particolare i veicoli elettrici. Questo e’ quindi un elemento fondamentale per la nostra indipendenza”.
Il tema della casa
Alloggi, residenze, agevolazioni. Von der Leyen ha toccato anche uno dei temi più attesi dalle nuove generazioni. “Dobbiamo rivedere le nostre norme in materia di aiuti di Stato per consentire misure di sostegno all’edilizia abitativa e dobbiamo rendere molto più facile la costruzione di nuove case e residenze per studenti”. La promessa è di lavorare per cambiare pagina. “Sarà uno sforzo europeo, ancorato alle realtà locali. Abbiamo bisogno di una revisione radicale del modo in cui affrontiamo la questione”, ha aggiunto. “Proporremo inoltre un’iniziativa legislativa sugli affitti a breve termine per affrontare le questioni ancora aperte. Abbiamo bisogno che tutta la società, tutti i legislatori e tutte le parti interessate si uniscano. In questo spirito, convocheremo il primo summit Ue sull’edilizia abitativa per garantire che sia in cima alla nostra agenda”.
Poi l’annuncio di un altro piano, di un’altra battaglia importante. “Abbiamo urgente bisogno di un’ambiziosa Strategia Europea contro la Povertà. Presenteremo il nostro piano per contribuire a sradicare la povertà entro il 2050. Supportato da una solida Garanzia per l’Infanzia per proteggere i nostri figli dalla povertà”.
Il centro per la resilienza democratica
Non sono mancate le proteste e le urla, durante l’intervento di von dere Leyen. Tanton che più volte è intervenuta anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, per riportare il silenzio nell’aula di Strasburgo. “Abbiamo bisogno di maggiori capacità per monitorare e rilevare la manipolazione dell’informazione e la disinformazione. Perciò istituiremo un nuovo Centro europeo per la resilienza democratica. Questo riunirà tutte le competenze e le capacità presenti negli Stati membri e nei paesi vicini”.
Peopeio questo annuncio è stato accolto da diversi fischi da alcuni deputati presenti in aula. “Avete chiaramente paura di questo centro”, ha risposto prontamente von der Leyen ai contestatori. “La nostra democrazia è sotto attacco. L’aumento della manipolazione dell’informazione e della disinformazione sta dividendo le nostre società. Non sta solo erodendo la fiducia nella verità, ma anche nella democrazia stessa. Per questo abbiamo urgente bisogno dello scudo europeo per la democrazia”.