venerdì, Settembre 12, 2025
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Bolsonaro condannato a 27 anni e 3 mesi per il tentato golpe del 2022

AGI – La Prima Sezione della Corte Suprema del Brasile ha condannato l’ex presidente Jair Bolsonaro a 27 anni e tre mesi di carcere per aver guidato un complotto golpista volto a “perpetuarsi al potere”, dopo aver perso le elezioni del 2022 contro l’attuale capo di Stato, Luiz Inácio Lula da Silva.

Si tratta di una sentenza inedita, poiché è la prima volta che un ex presidente brasiliano viene condannato per tentato colpo di Stato. Quattro dei cinque giudici della sezione hanno riconosciuto colpevole il leader di destra e sette dei suoi alleati, tra cui ex ministri del suo governo (2019-2022) e alti ufficiali militari, per un totale di cinque reati contro l’ordine democratico.

“L’obiettivo centrale dell’organizzazione criminale era garantire la permanenza al potere di Jair Messias Bolsonaro”, ha dichiarato Cristiano Zanin, presidente della Prima Sezione. Bolsonaro, 70 anni, ha ricevuto la condanna più pesante. Solo uno dei magistrati ha votato per l’assoluzione dell’ex capo di Stato.

Dopo la sentenza, Donald Trump si è detto “sorpreso” e il suo segretario di Stato, Marco Rubio, ha avvertito che il suo Paese risponderà al verdetto contro il leader di estrema destra.

Gli altri condannati

Sei degli otto condannati appartengono alle Forze Armate. Tra gli altri condannati c’è l’ex comandante della Marina Almir Garnier. Nella lista figurano anche tre generali della riserva: Augusto Heleno, Paulo Sérgio Nogueira e Walter Braga Netto, tutti condannati a pene comprese tra i 19 e i 26 anni di prigione. La sentenza non è ancora definitiva ed è possibile presentare ricorso.

Il complotto e l’8 gennaio

La maggioranza della corte ha accolto le tesi della Procura, ritenendo Bolsonaro responsabile di aver sfruttato le strutture dello Stato per mettere in atto un piano finalizzato a smantellare i poteri costituzionali, deporre con la forza il governo di Lula e instaurare una “vera dittatura”. Il giudice relatore, Alexandre de Moraes, ha elencato tredici atti della trama, che prese forma a metà del 2021, poco dopo che Lula aveva riottenuto i suoi diritti politici. Il complotto, “ampiamente provato”, iniziò con una feroce campagna di disinformazione contro le istituzioni e le elezioni, prese forma con gravi minacce alle autorità e, infine, tentò di realizzare “un progetto autoritario di potere” attraverso atti violenti protrattisi fino all’8 gennaio 2023, quando migliaia di bolsonaristi invasero e vandalizzarono le sedi della Presidenza, del Congresso e della Corte Suprema a Brasilia.

La speranza dell’amnistia

Bolsonaro, che ha sempre negato di aver voluto organizzare un colpo di Stato, ha ascoltato la sentenza da casa, a Brasilia, per motivi di salute. Le sue speranze ora sono riposte in un’eventuale amnistia promossa dal suo partito in Parlamento e in nuove pressioni internazionali. Nel 2023 era già stato dichiarato ineleggibile per otto anni ed è tuttora indagato per aver ostacolato il processo per golpismo, per la diffusione di notizie false e per essersi appropriato di gioielli destinati al patrimonio statale. Intanto, per le strade, si sono registrati timidi festeggiamenti della sinistra e scarse proteste da parte dei sostenitori del leader di destra.

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