domenica, Settembre 14, 2025
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I 70 anni di Leone XIV, una vita dedicata ai poveri e al Vangelo

AGI – Papa Leone XIV compie settant’anni. Un traguardo che non passa inosservato, non tanto perché come per tutti si tratta del traguardo di una piena maturità, ma soprattutto perché giunge a pochi mesi dalla sua elezione al soglio pontificio, evento che ha acceso attese grandi e fiduciose nella Chiesa e nel mondo

Robert Francis Prevost, questo il suo nome di battesimo, è nato il 14 settembre 1955 a Chicago, negli Stati Uniti, in una famiglia cattolica che gli ha trasmesso i valori della fede e del servizio.

Origini e Vocazione di Robert Francis Prevost

La sua vocazione agostiniana lo ha portato a un cammino internazionale: formatosi negli Stati Uniti e in Europa, ha vissuto a lungo in Perù, dove ha guidato comunità segnate da povertà e conflitti sociali, maturando quella sensibilità pastorale e umana che ancora oggi lo contraddistingue. A Roma, chiamato da Papa Francesco come prefetto del Dicastero per i vescovi, Prevost ha saputo mettere al centro la logica del discernimento e del servizio. Quando, l’8 maggio scorso, il Conclave lo ha scelto come nuovo Pontefice, assumendo il nome di Leone XIV, il suo profilo si è subito imposto come quello di un pastore attento ai diritti dei più deboli come il predecessore Pecci. Chi lo conosce lo descrive come un uomo sobrio, mite, dotato di ascolto autentico e di un sorriso che rompe le distanze, ma anche deciso nel difendere la dignità della persona contro ogni forma di sopraffazione.

Priorità del ministero pontificio

Fin dal primo saluto alla folla all’inizio del pontificato, Leone XIV ha voluto tracciare con chiarezza le priorità del suo ministero: la pace e il disarmo, la giustizia sociale, l’inclusione nella Chiesa e nella società, il dialogo tra religioni e culture. Nei suoi discorsi ha insistito più volte sulla necessità di ricostruire fiducia tra i popoli, rilanciando il multilateralismo e criticando le logiche di potere che alimentano i conflitti. In Piazza San Pietro, davanti a migliaia di giovani, ha parlato di “un mondo senza armi nucleari come unica via possibile” e ha invitato i governi a investire non in sistemi di difesa ma in educazione e sanità. Al tempo stesso non ha esitato ad affrontare i temi interni alla Chiesa. Ha ricordato che l’inclusione non è uno slogan, ma un criterio pastorale: aprire spazi reali di partecipazione alle donne, valorizzare i giovani e non lasciare indietro chi si sente ai margini della comunità cristiana. In un recente intervento all’Accademia di Teologia, ha legato la custodia del creato alle grandi sfide dell’intelligenza artificiale, richiamando l’urgenza di una visione antropologica che fondi ogni etica sull’inviolabile dignità umana.

Uno stile di pontificato innovativo

La biografia di Leone XIV racconta la storia di un ragazzo di origine ispanica cresciuto nelle periferie statunitensi e poi maturato come pastore nella missione in America Latina, che Paolo VI ha definito il Continente della Speranza. Il suo pontificato è ancora agli inizi, e le attese che lo circondano sono cariche di speranza. In pochi mesi, Leone XIV ha già impresso uno stile che intreccia la fermezza dei principi con la capacità di dialogo, la chiarezza teologica con la sensibilità umana. Molti sottolineano la sua attenzione a un linguaggio accessibile e diretto, che non banalizza ma rende vicine le parole della Chiesa a credenti e non credenti. Tra i gesti che più hanno colpito vi è stata la scelta di dedicare le prime omelie alla pace e al disarmo, in un mondo segnato da conflitti che rischiano di allargarsi. Ha ricordato che “la pace non è un’utopia, ma un dovere da costruire giorno dopo giorno”, invitando i governi a rinunciare alla logica delle armi. Un altro fronte cruciale è quello dell’inclusione: Leone XIV insiste sul valore della fraternità e sulla necessità di abbattere barriere che escludono i poveri, i migranti, le donne e le persone ferite nella loro dignità. La sua insistenza su una Chiesa “non autoreferenziale, ma compagna di viaggio dell’umanità” ha ridato slancio al dibattito ecclesiale interno. Il Papa ha inoltre dato grande rilievo alla sinodalità, chiedendo di proseguire il cammino avviato dai suoi predecessori ma con maggiore concretezza: la partecipazione dei laici, in particolare delle donne, non deve restare solo enunciata ma tradursi in forme reali di corresponsabilità. In questo senso, la sua elezione ha alimentato la speranza di un rinnovamento istituzionale che sappia valorizzare la diversità di carismi e culture dentro la Chiesa. Sul piano sociale, i suoi appelli a un’economia più giusta e a una cura attenta dell’ambiente sono stati accolti con favore anche in ambienti lontani dalla sensibilità religiosa. Leone XIV è visto come un ponte tra fede e società civile, tra cristiani e altre tradizioni religiose, capace di parlare ai giovani e alle nuove generazioni che chiedono autenticità e coerenza. Proprio loro, i bambini e i ragazzi che in queste ore stanno inviando auguri da tutto il mondo, sembrano aver percepito in lui un padre affidabile e sorridente, che li ascolta e li valorizza.

Un Compleanno all’insegna della speranza

Il suo compleanno diventa così un’occasione per rinnovare la diffusa speranza che suscita questo pontificato. Da tutto il mondo stanno giungendo messaggi di auguri: dai capi di Stato, dai leader religiosi, da personalità della cultura e della scienza, ma anche e soprattutto dalle persone comuni. Colpisce in particolare l’affetto dei bambini, che con lettere e disegni colorati inviano al Papa desideri semplici e profondi: “pace“, “felicità“, “un mondo senza guerre“. Sono loro, i più fragili, a riconoscere nel Pontefice un punto di riferimento per un futuro migliore. A poche ore dal suo settantesimo compleanno, Leone XIV non appare affatto come un Papa spaventato dai tempi difficili, un uomo che guarda indietro, ma come un pastore proiettato al domani. La sua biografia, segnata da esperienze diverse e da un lungo servizio alla Chiesa, diventa il fondamento di un pontificato che si annuncia innovativo e coraggioso. Con la sua voce pacata ma ferma, con la sua umiltà che non rinuncia alla forza, Leone XIV incarna il desiderio profondo di una Chiesa capace di accompagnare l’umanità nei suoi travagli, senza cedere alle paure ma alimentando la speranza. E così il compleanno del nuovo Papa diventa non solo un momento di festa, ma un segno universale: il cammino di un uomo che, a settant’anni, si fa compagno di strada per un’umanità in cerca di pace e giustizia.

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