AGI – La dieta chetogenica è associata alla riduzione di circa il 70% dei sintomi della depressione negli studenti universitari. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Translational Psychiatry, condotto dagli scienziati della Ohio State University. Il team, guidato da Jeff Volek, Ryan Patel e Drew Decker, ha valutato l’efficacia di un periodo di dieci settimane di dieta chetogenica ben formulata in 16 studenti universitari.
I partecipanti hanno ricevuto un’ampia formazione sulla dieta chetogenica, che prevede meno di 50 grammi di carboidrati al giorno, abbinati a un apporto proteico moderato e a un’elevata quantità di grassi. La dieta chetogenica converte i grassi in chetoni, utilizzati dalle cellule del corpo e del cervello come alternativa al glucosio, ed è progettata per indurre l’organismo in uno stato di chetosi nutrizionale, in cui ha maggiore accesso ai chetoni sia come carburante che come molecola di segnalazione.
Miglioramento delle prestazioni cognitive
Il team ha inoltre fornito 10 pasti completi iniziali, offrendo consigli e spuntini costanti per la prima metà della sperimentazione, comunicando con i ragazzi attraverso un’app dedicata. Gli autori hanno riscontrato una diminuzione di circa il 70% dei sintomi della depressione. In aggiunta, i partecipanti hanno riferito livelli di benessere quasi tre volte più elevati, e le loro prestazioni sono migliorate in diversi compiti cognitivi.
Tutti i ragazzi tranne uno hanno riportato una perdita di peso. La coorte è stata selezionata tra persone che ricevevano farmaci, supporto psicologico, o entrambi, per il disturbo depressivo maggiore. Per confronto, le stime indicano che nello stesso periodo di tempo, i sintomi della depressione possono diminuire di circa il 50 per cento attraverso farmaci e consulenza psicologica. Ciò indica che la chetosi nutrizionale attraverso la dieta è una terapia aggiuntiva fattibile per la depressione e apre la strada a uno studio clinico più ampio.
Implicazioni e prospettive future
“Ci sono prove di benefici – afferma Volek – ampliare l’accessibilità a una dieta chetogenica ben formulata come integrazione al trattamento della depressione è qualcosa su cui riflettere. Stress, ansia e depressione sono il principale ostacolo al rendimento scolastico degli studenti universitari statunitensi”. In effetti, riportano gli studiosi, circa il 40% dei ragazzi che frequentano l’Università riferisce sintomi di depressione, e circa la metà di loro riceveva qualche trattamento.
“Volevamo includere solo pazienti con disturbo depressivo maggiore – precisa Jennifer Cheavens, altra firma dell’articolo – ogni partecipante è stato sottoposto a un colloquio iniziale di due ore e mezza, e tutti sono stati sottoposti a screening per verificare che non avessero controindicazioni alla dieta chetogenica“. I risultati mostrano che i ragazzi avevano raggiunto la chetosi nel 77% dei casi, i punteggi auto-riferiti di depressione sono diminuiti del 35 e del 67% rispettivamente dopo la seconda e la decima settimana. “La dieta chetogenica – conclude Volek – agisce attraverso una serie di meccanismi che possono sovrapporsi ad alcuni aspetti della fisiopatologia della depressione. Nei prossimi approfondimenti ci concentreremo su queste dinamiche per capire come intervenire al meglio”.