AGI – La custodia cautelare del ciclista francese Sofiane Sehili, arrestato all’inizio di settembre in Russia, è stata prorogata fino al 4 ottobre. Lo ha reso noto mercoledì l’agenzia Ria Novosti, citando un tribunale dell’Estremo Oriente russo. “Il tribunale distrettuale di Ussurijsk, nella regione del Primorje, ha emesso il 6 settembre una decisione che impone una misura preventiva sotto forma di detenzione provvisoria (nei confronti di Sofiane Sehili, ndr) fino al 4 ottobre”, ha dichiarato il servizio stampa della giurisdizione, senza però precisare il motivo dell’arresto.
Secondo Le Monde, il ciclista è accusato di aver attraversato illegalmente la frontiera russa mentre tentava di stabilire un record mondiale di traversata eurasiatica in bicicletta. Il suo percorso, attraverso 17 Paesi, collegava Lisbona a Vladivostok. L’itinerario prevedeva di entrare in Russia dal confine con la Cina, nei pressi della località cinese di Sanchakou, secondo una mappa pubblicata online. La città russa di Ussurijsk si trova a circa 60 chilometri da lì.
Fonti diplomatiche francesi avevano già confermato all’AFP la custodia cautelare di un cittadino francese nella regione, senza però fornire dettagli su identità, data o circostanze dell’arresto. Partito da Lisbona il primo luglio, Sehili aveva raccontato ai suoi oltre 50mila follower su Instagram di trovarsi bloccato alla frontiera dopo aver tentato due volte di entrare in territorio russo. “Tra circa 60 ore, se tutto va bene, sarò a Vladivostok“, aveva detto in un video pubblicato il primo settembre.
La compagna, Fanny Bensussan, aveva specificato una settimana fa sui social le tempistiche del fermo: “le autorità dicono che l’inchiesta durerà un mese, durante il quale Sofiane resterà detenuto”. A France 3 Occitanie aveva spiegato che il ciclista possedeva un visto regolare ma che, il primo posto di frontiera scelto per l’attraversamento, era vietato agli stranieri. Ripiegare su un secondo valico, accessibile solo in treno, avrebbe compromesso la validità del record. “È lì che ha commesso un errore. Lui pensava solo alla sua impresa sportiva“, ha detto Bensussan. In un post di giugno, Sehili aveva spiegato come la principale difficoltà del viaggio fosse la pianificazione dell’itinerario, tenendo conto dei confini invalicabili e della situazione di sicurezza dei Paesi da attraversare.
Ex documentarista presso la rivista culturale Télérama, Sehili si è poi specializzato nell’ultracycling, ovvero nelle prove estreme caratterizzate da centinaia o migliaia di chilometri dapercorrere sulle due ruote. Sul suo sito afferma di aver vinto 11 delle oltre 25 competizioni a cui ha preso parte dal 2016. Nel 2017 aveva percorso i 16.000 chilometri che separano Parigi e Taiwan in soli tre mesi.